Panorama 23.07.1998




IL CAVALIERE SECONDO ANDREA CAMILLERI Prima ha rovinato la tv, poi la politica Joe Bolton, cantante da crociera. Poca voce, ma grande charme. È il simil-Berlusconi che imperversa nel nuovo racconto dello scrittore del momento. E quello vero? Ne parliamo con l'autore colloquio con Andrea Camilleri di Chiara Valentini

Che cosa ci fa quello strano cantante con pochissima voce, un tipo sulla sessantina con i baffetti posticci, su una nave da crocera carica di signore anziane? Ma soprattutto, chi è questo cantante che si fa chiamare Joe Bolton, che sul registro di bordo compare con il più domestico nome di Paolo Brambilla ma che, come si accorge ben presto il commissario di bordo Cecè Collura, è uno che per qualche strana ragione vuole cantare in pubblico senza farsi riconoscere? Non è stato poi così difficile, per i lettori della "Stampa" di lunedì 13 luglio, scoprire che il protagonista del primo di una serie di racconti scritti per il quotidiano torinese da Andrea Camilleri, il giallista più letto d'Italia (sei dei suoi romanzi, quasi tutti pubblicati da Sellerio, sono in cima alle classifiche), altri non è che Silvio Berlusconi. In effetti le tracce per far intuire la vera identità del protagonista erano parecchie, a cominciare dal suo passato giovanile di cantante sulle navi da crociera... Ma la frase a chiave più indicativa, sostiene Camilleri, era quella che formula fra sé e sé il commissario Collura, dopo aver visto all'opera Bolton-Brambilla nella saletta del piano bar: .Quello, se ci si mette d'impegno, è capace di convincerci che la luna è quadrata..

Camilleri, come mai questo scherzo estivo, per di più in un momento in cui Berlusconi è in scena come non mai?

.È stato un modo indiretto per parlare di questa vicenda paradossale che stiamo vivendo. E anche per esorcizzare il mio personale malumore, per evitare di eccedere nella polemica, perché l'eccesso non è più della mia età. Così mi sono immaginato questo Joe Bolton che torna a cantare travestito su una nave per ritrovare la sua giovinezza lontana. Anche se non ha voce riesce a convincere tutti che, volendo, potrebbe tirar fuori un do di petto capace di spaccare un lampadario. Riesce a conquistare la fiducia di chi lo ascolta, soprattutto delle donne..

Ed è quello che Berlusconi fa nella vita reale?

.E come no? Uno come lui, che è riuscito a persuadere gli italiani di aver fondato un partito per amore della politica e non per ragioni personali, ha il dono di trasformare la realtà. Il signor Berlusconi dice che siamo in un regime, e che lui è un perseguitato politico. Ma, come documenta proprio il famoso "Libro nero" che ha pubblicato e regalato ai suoi amici, un regime non consente agli oppositori di accumulare un attivo di 10 mila miliardi, di possedere tre tv e un quotidiano, di guidare un partito. Lui stesso, con la sua esistenza, smentisce che ci sia un regime. Ma cosa importa della logica, dei ragionamenti? Berlusconi è riuscito persino a resuscitare il comunismo, cosa che in sé mi farebbe anche piacere, visto che sono stato iscritto al Pci dal '44. Purtroppo invece il comunismo non c'è più. Ma c'è il comunismo virtuale creato da Berlusconi..

Nel suo racconto sulla "Stampa" il commissario Collura giudica il finto cantante .un fascinatore.. Anche il personaggio Berlusconi è così? Trova che abbia un suo spessore letterario?

.No, non mi sembra che abbia un grande spessore. È stato un palazzinaro come tanti, poi ha avuto l'abilità di inventarsi le tv commerciali, però in una situazione fortemente protezionista. Solo la ridondanza della tv lo ha fatto diventare un personaggio..

È stato aiutato dal fatto di essere il padrone della Fininvest?

.Ah, qui siamo arrivati al punto. Vede, prima di aver successo come scrittore io ho lavorato per 35 anni alla televisione di Stato. Mi sono occupato di prosa, cercando di tenere alta la qualità. Quando ero riuscito a mandare in onda "Finale di partita" di Beckett, che era stato visto da 400 mila spettatori, mi era sembrato di toccare il cielo con un dito. Con l'arrivo delle reti di Berlusconi tutto aveva preso ad appiattirsi, a degradarsi. Era cominciata l'ossessione dell'audience, per cui 400 mila persone che vedevano un buon programma non erano neanche da prendere in considerazione. Ci volevano i milioni di spettatori, ci voleva la volgarità. La Fininvest è riuscita a degradare il mondo della Rai che aveva le sue regole, che sapeva fare dignitosamente le commedie di Eduardo e gli straordinari varietà di Mina..

Oggi però Berlusconi è prima di tutto un uomo politico votato da milioni di persone.

.Ma anche nella politica è successo quel che era già capitato in televisione. Il famoso partito-azienda ha avuto l'effetto di degradare gli altri partiti, di ridurre tutto a spettacolo, a competizione vuota. Non ho l'umor nero del tramonto, ma come non vedere la gravità del distacco degli italiani dalla politica?..

Si riferisce all'astensionismo?

.Non parlo solo di quello. Oggi gli unici che sono rimasti a far politica mi sembrano gli squatter, che si indignano, si ribellano. Prima eravamo tutti così. Vivevamo con passione quel che succedeva, reagivamo, ci prendevamo a male parole fra amici per le nostre idee. Adesso è il cimitero..

Non vede anticorpi?

.L'anticorpo più vistoso è stato il pool di Milano, che però si è sovraesposto, non si è mosso con sufficiente cautela. Il vero errore l'ha fatto con quel famoso avviso di garanzia davanti a Clinton, quel che in Sicilia si chiama lo sfregio. Ma la magistratura resta la sponda più importante. Mi viene in mente un film, "Io sto con gli ippopotami". Io sto con i giudici, anche se mi fanno paura..

Sta anche con Di Pietro, che è andato all'attacco sulla Commissione d'inchiesta sulla corruzione?

.In questa vicenda purtroppo ha ragione lui. Dico purtroppo perché Di Pietro è uno che non mi piace. Grida troppo, ha la vocazione a fare il capopopolo. Di lui non mi fido. Ma in questo caso ha avuto il merito di parlare chiaro, al contrario di molti altri, di questa cosa gravissima..

Che cosa la preoccupa nel fatto che i partiti possano mettersi d'accordo per fare questa commissione?

.Che senso ha, quali sono i suoi compiti, perché proprio adesso? Qualcuno me lo spieghi. Mi viene in mente una commissione d'indagine sulle condizioni sociali della Romagna, che il Parlamento italiano votò nel 1875, per far luce sul problema dei briganti. In realtà poi i commissari, come ci attestano gli atti, non misero mai piede in Romagna, ma andarono in Sicilia. Ecco, anche questa commissione mi sembra un gioco a sponda di biliardo, dove si dichiara un cosa per farne in realtà un'altra..

Anche D'Alema non è contrario, a certe condizioni.

.Lasciamo perdere. Non condivido niente di quel che ha fatto il Pds-Ds sulla giustizia, e del resto a quel partito non mi sono mai iscritto. Sono stati troppo concessivi, hanno mollato su troppi punti. Mi hanno raccontato di un mafioso che ha detto: "Ma come, aboliscono l'ergastolo? Se l'avessi saputo non mi sarei mai pentito".

Crede che si sia abbassata la guardia nella lotta alla mafia?

.Non tutti hanno capito che arrivare a eliminare la mafia è il primo problema per l'Italia, non solo per il Mezzogiorno. Leonardo Sciascia, dopo aver letto lo studio di un botanico secondo cui la palma avanzava ogni anno di vari metri, aveva scritto un bel saggio, "La palma va al nord", appunto sul contagio della mafia. Io, che sono siciliano come lui, dico che oggi la palma va avanti ancora più in fretta. L'ha capito bene il giudice Caselli, un uomo di cui non mi stanco di parlar bene. Considero la sua presenza a Palermo il primo vero risarcimento fatto dal Nord alla Sicilia..

Lei ha detto di aver avuto una lunga militanza comunista. Come era arrivato al Pci?

.È una storia curiosa. Da ragazzo non mi andava di mettermi in divisa per il sabato fascista, così mi ero fatto fare da uno zio medico un certificato secondo cui avevo un soffio al cuore. Scoprii che almeno altri cinque giovani avevano lo stesso soffio. Insieme mettemmo in piedi un giornalino che si rifaceva al fascismo di sinistra di Umberto Ricci. Un giorno il vescovo mi manda a chiamare. "Figlio mio, tu scrivi cose comuniste...". Mi terrorizzai, perché in casa mia la parola "comunista" era un insulto. Ma poi lessi "La condizione umana" di Malraux e ne ebbi uno choc enorme, mi venne la febbre. Allora pensai: "Vuoi vedere che il vescovo ha ragione, che sono proprio comunista?". E infatti, appena fu possibile mi iscrissi al Pci..

D'Alema ha sostenuto di essere un suo estimatore, di aver letto tutte le storie del commissario Montalbano.

.Mi dispiace per lui, ma non riesco a ritrovarmi nel partito che è venuto dopo la fine del Pci. D'altra parte sembra che ormai la passione di D'Alema non siano più le storie di Montalbano, un comunista "arraggiato" [arrabbiato] come lo rimprovera il suo brigadiere, ma che abbiano preso il sopravvento i romanzi della New Age.....

Le sembra che la "prima volta" della sinistra al governo stia producendo qualche cambiamento?

.Prodi sta facendo molte cose, alcune anche buone. Ho pagato una tassa per l'Europa e in Europa ci siamo andati davvero. È la prima volta che un patto è stato rispettato. Ma non basta. Prodi deve affrontare il problema del lavoro, quello del Sud. Solo su una cosa sono convinto che non potrà farcela..

Quale?

.Sulla riforma della burocrazia. Voglio farle vedere una lettera che ho appena ricevuto dal ministero delle Finanze, da Visco, e che non è indirizzata direttamente a me, ma "agli eredi di Camilleri Andrea". La lettera comincia così: "Caro contribuente, sono dispiaciuto che lei sia rimasto coinvolto nello scandalo delle cartelle pazze...". Non ho mai ricevuto una cartella pazza, ma in compenso quel ministero mi dà per morto, e so bene che non sarà facile dimostrare il contrario. Una storia di questo genere l'ho raccontata in uno dei miei libri, "La concessione del telefono". Solo che lì ci si riferiva a vicende di un secolo fa. Ma questa follia burocratica, nonostante tutto, continua ad essere il vero specchio dell'Italia..