PALERMO

Camilleri: "La provincia? Un paese piu' grande

M'accorgo che sempre, quando mi domandavo quale sia il nome del paese dove sono nato, rispondo "Porto Empedocle" e subito dopo aggiungo: "in provincia di Agrigento". Perche' lo faccio? Certo, se fossi nato in una grande citta' non avrei bisogno d' aggiungere nient'altro. Ma non credo sia il timore che il mio paese non venga localizzato sulla carta geografica per le sue modeste dimensioni. Penso che la ragione, venendomi alle labbra cosi' spontaneamente, cosi' naturalmente la specificazione, sia in realta' piu' profonda. Tutta la mia prima giovinezza l'ho trascorsa ad Agrigento per frequentarvi prima il ginnasio e poi il liceo. Ogni mattina da Porto Empedocle salivo al capoluogo con un autobus affollato da giovani come me. A Porta di Ponte trovavamo altre corriere che venivano dai paesi della provincia, anch'essi strapieni di ragazzi. Sicche', in classe, ho avuto amici di Comitini, di San Biagio Platani, di Siculiana. Ebbi allora l'impressione, rimastami per sempre dentro, che i nostri rispettivi paesi non avessero confini urbani, ma tutti facessero parte di un paese piu' grande che era la provincia, appunto. Ed e' questo forse il motivo per cui mi sono inventato, come luogo ideale per i mie personaggi, un paese immaginario, Vigata, che nella realta' corrisponde in parte al mio paese allargato con pezzetti d'altri paesi della mia memoria attraverso la voce ed i racconti dei miei compagni di classe.