La Repubblica - Martedì, 10 marzo 1998 - pagina 11
di CONCITA DE GREGORIO

"Full Monty" diverte anche Ciampi
COFFERATI APPLAUDE LO STRIP-TEASE OPERAIO

ROMA - "Carino, molto carino". Sul fermo immagine di sei uomini nudi la signora Ciampi, tailleur di lana grigio e perle al collo: "Davvero delizioso". Suo marito, almeno tre sorrisi semi-sonori durante la proiezione, nelle pause di una estenuante conversazione sull' euro con D' Antoni: "Ironico, divertente. Molto carino". Berlinguer, con cappello giallo dello sponsor in testa: "Ironico, sì. Temevo fosse triste, invece è divertente. Carino". Ma come carino, ministro? Gente senza lavoro, avvelenata, sull' orlo del suicidio, senza prospettive. Certo, fa anche ridere, ma la storia è disperata. Pensi se con le 35 ore, per esempio... "Ma che discorsi sono, le 35 ore. Qui da noi è diverso". Da noi è diverso, e il film era carino. Proiezione riservata di "The full monty", film-evento della stagione di cui il sindacato italiano si è appropriato, facendone bandiera. Lo hanno celebrato con il premio Cipputi, i sindacati. Cofferati, film preferito "Blade runner, ma anche il Mucchio selvaggio", in macchina mentre va al cine: "è che qui da noi il cinema parla poco di lavoro, di classe operaia. L' ultimo è stato quello di Virzì, il prossimo sarà quello di Amelio su Torino, ma intanto: poco, quasi nulla". Allora un bel premio agli inglesi, intanto, che con tre milioni di dollari ne hanno fatto uno che ne incassa più di duecento e fa così ridere. "Magari Citto ne facesse uno così", dice qualcuno dello staff sindacale vedendo entrare Maselli. Parterre d' eccezione, seppure incompleto: Cofferati e D' Antoni, Visco, Ciampi e Berlinguer. Veltroni no, era a vedere "Kundun" di Scorsese. "è che questo è il film della classe operaia e quello di Scorsese il film della borghesia", ride Cofferati rivolto a Maselli. Il quale, di rimando: "Non sai che discussione ho avuto con Gillo", Pontecorvo ovviamente, "gli ho detto ma come, tradisci?, vai con quelli?". Ride anche Ciampi, ultimo film visto "Harry a pezzi", sabato scorso, "molto carino anche quello, al cinema ci vado almeno una volta alla settimana, se posso". Ride D' Antoni, film d' elezione "Matrimonio all' italiana". Ha visto, segretario, tocca fare lo strip per vivere. "Bè, certo, è un simbolo. Questo meccanismo di sviluppo prevede che si debbano trovare nuovi stimoli". Nuovi stimoli? Gli uomini ne escono distrutti, lei crede che gli operai della Nuovo Pignone possano pensare allo strip come a uno stimolo possibile? "Perché lei pensa che gli uomini italiani non farebbero lo strip? Io credo di sì. E comunque non è questo il punto: il punto è mettersi in discussione". Sì, mettersi in discussione. Dev' essere per questo che quelli di Rifondazione, per natura e per storia poco inclini a scherzare sul tema, non sono venuti. Nessuno, nemmeno il solitamente disponibile Diliberto, a cui pure era stato chiesto: no, questa roba è una buffonata. Sulla classe operaia non si scherza. Rifondazione ha scelto come bandiera l' altro film inglese: "Grazie, signora Thatcher". Foto di gruppo per i ministri, per favore, tutti con il berretto di Full monty in testa, per favore Ciampi, in testa, va bene, almeno in mano. "No, perché ti dicevo, Sergio, anche oggi a proposito dell' euro...". E la Bindi come mai non è venuta? E Larizza? Cofferati: "Non so, avevamo invitato tutti i ministri, Larizza non so. Peccato, perché era davvero divertente. Certo, sul finale c' è un po' di amarezza". Ecco sì, sul finale. "Sì, questo ribaltamento di ruoli fra maschi e femmine". Sì, poi ci sarebbe anche il problema dei padri che si vergognano con i figli della loro inutilità, delle famiglie che si sfasciano, delle donne che pagano per avere davanti un uomo come non trovano a casa. "Sì, è il paradosso del lavoro tradizionale che viene sostituito con il più anti- tradizionale dei lavori: lo strip". E anche su questo ci sarebbe da discutere, ma va bene così, stasera. "è vero, poi, sì, che anche in Italia ci fu una rivoluzione con il passaggio dalle 48 alle 40 ore. Poi ci fu tutto il dibattito sulla settimana corta, io per esempio sono sempre stato per i quattro giorni lavorativi". E negli altri, Cofferati? "C' è sempre un sacco di cose da fare, negli altri, ciascuno secondo i suoi gusti". Sì, poi si potrebbe anche dire di quella scena in cui l' operaio disoccupato tenta di suicidarsi con il gas di scarico della macchina, quella che l' ha fatta tanto ridere, D' Antoni. "Ah, sì, quella. Paradossi. Io che amo Camilleri l' ho trovato un film delicato, soave. Molto carino".

 


 

La Repubblica - Lunedì, 9 marzo 1998 - pagina 26
BANCARELLA ECCO I FINALISTI

Sono stati proclamati ieri a Montereggio di Mulazzo, in Lunigiana, i sei finalisti del premio Bancarella, che è giunto alla quarantaseiesima edizione. I libri, fra i quali il 19 luglio sarà scelto il vincitore, sono Le ceneri di Angela, di Frank Mc Court (Adelphi), L' isola che brucia, di Gianni Farinetti (Marsilio), Ma quale giustizia, di Sergio Zavoli (Piemme), L' Italia dell' Ulivo, di Indro Montanelli e Mario Cervi (Rizzoli), Senza perdere la tenerezza, di Paco Ignacio Taibo II (Il Saggiatore) e La voce del violino, di Andrea Camilleri (Sellerio). I sei finalisti verranno premiati il prossimo 9 maggio a Salsomaggiore. La rosa nella quale verrà scelto il vincitore è stata dall' assemblea dei librai di Pontremoli.