Corriere della sera 13-04-1999

Stabile di Catania: «Camilleri sapeva»

Il cda del Teatro Stabile di Catania aveva «contattato formalmente» lo scrittore Andrea Camilleri prima di nominarlo direttore artistico. Il presidente Giarrizzo replica così all'interessato, il quale aveva detto di essere stato informato della nomina solo tramite stampa. Un appuntamento è stato fissato con lo scrittore.

EFFETTI PERVERSI Una critica di Petronio allo scrittore siciliano: il successo dà alla testa?

CARO CAMILLERI, PRENDA ESEMPIO DA SIMENON

Mi sembra impossibile non concordare con Giuseppe Petronio quando, in prima pagina su l'Unità di ieri, afferma che per uno scrittore «resistere al successo» è una scelta difficile, che dà la misura della sua tempra intellettuale e morale; e porta ad esempio il caso del giallista Andrea Camilleri, rivelando la forte perdita di qualità dei suoi libri di «dopo» rispetto a quelli di «prima». Insomma, come sintetizza l'anonimo titolista, «il successo fa male»: ma, appunto, non a tutti. Non occorre certo, per convincersene, scomodare le grandi ombre di Dickens o di Dostoevskij, la cui immaginazione e la cui potenza espressiva non patirono, come è noto, a causa del grande consenso del pubblico; basta pensare a un «collega» di Camilleri, giallista seriale quanto e più di lui, come Georges Simenon. Ma attenzione: concluderne che il successo fa male soltanto ai mediocri lascerebbe fuori, temo, una categoria un po' sfuggente ma non per questo meno importante, quella delle grandi promesse, di chi grande ancora non è, ma ha il talento per diventarlo. Non è, voglio dire, a danno di un Camilleri, cioè di uno scrittore già del tutto formato nei suoi pregi e nei suoi limiti, che il successo può produrre gli effetti più deleteri, bensì a danno di un giovane narratore o, perché no?, di un giovane poeta esordiente che può esserne indotto a ripetersi, a enfatizzare i propri modi più appariscenti,insomma a non cercare (a non cercarsi) più. Si potrebbero fare, solo guardando gli ultimi decenni, molti esempi in questo senso; e sarebbero di gran lunga più istruttivi e più desolanti, temo, di quello del buon Camilleri, al quale, a questo punto, non credo possa più capitare nulla di particolarmente disdicevole tranne forse (ma, a quanto pare, lo ha capito in tempo, e va a suo onore) che succedere a Pippo Baudo nella direzione del Teatro Stabile di Catania. 

Giovanni Raboni