la Repubblica - Giovedì, 26 agosto 1999 - pagina 4
di GIOVANNA CASADIO

UNA CELLA GRANDE MA ISOLATA IL FUTURO DI SILVIA IN CARCERE BRACCIO A, QUELLO DELLE EX BRIGATISTE: QUATTRO ARMADIETTI, LA BRANDA, TV E SCRIVANIA. SOLA NELL' ORA D' ARIA. "IN AMERICA MI SEMBRAVA PIÙ APERTO". FUNZIONARI USA A REBIBBIA IL RITORNO DI SILVIA

ROMA - "Non mi pare vero di stare in una stanza così grande, è tre, quattro volte quella di Danbury. Però in Usa il carcere mi sembrava più aperto". La prima bella sorpresa per Silvia Baraldini è l' ampiezza della cella di Rebibbia. Ma l' altra impressione, dopo avere ascoltato le linee generali del regolamento carcerario, è la mancanza di spazi comuni. La cella è ampia, a occhio sarà sette metri per cinque; e Baraldini la chiama stanza, mai cella, indicandola ad Armando Cossutta che ieri è stato il suo primo "ospite" nel carcere romano, sezione femminile di massima sicurezza, braccio A. In quel braccio che ha accolto brigatiste come Natalia Ligas, Silvia Baraldini è sola. Le quattro celle che lo costituiscono sono rimaste vuote; le ultime terroriste che vi erano recluse sono state trasferite altrove dopo l' attentato al professor Massimo D' Antona, nel maggio scorso. Stanza ampia quindi, quattro armadietti per gli alimenti e l' abbigliamento, la branda, la tivù, la scrivania con due sedie, accanto il bagno con doccia. L' hanno ispezionata i funzionari Usa, un mese fa. Il portoncino blu della cella ha lo spioncino regolamentare, la luce però resterà accesa fino alle 23, non tutta la notte come in America. A Rebibbia la cella viene aperta alle 8 e chiusa alle 20. Non porterà la divisa carceraria come nei penitenziari americani, la Baraldini. Ma anche per lei sono previste due ore d' aria al giorno nel cortile di cemento - che ieri l' agente di custodia le ha mostrato - dotato di lavatoio e panchina. Sola, almeno per ora, a frequentare il cortile grigio che non rallegra, se non fosse per l' azzurro del cielo romano. Le detenute dell' altro braccio di massima sicurezza, quasi tutte condannate per associazione mafiosa, trascorrono le loro ore d' aria nel giardino parallelo. A Danbury l' ultima sistemazione era stata in un braccio sperimentale, tranquillo. Quando è arrivata ieri a Rebibbia ha seguito i riti consueti. Per prima cosa è passata all' ufficio matricola. Subito ha fatto la visita medica. Nella sua cella ha trovato il pasto a aspettarla: qui, a Rebibbia il carrello con il cibo passa per il pranzo alle 11,30: il pasto si consuma in cella. La informano che gli incontri con la madre saranno quattro o al massimo sei al mese. Sperava fossero di più? "è una detenuta come le altre", ripetono ieri al dipartimento degli istituti penitenziari diretto da Gian Carlo Caselli, l' ex procuratore capo di Palermo. Anche se, a differenze delle altre, la Baraldini dovrà essere esclusa, per ora e fino al 2008, dai benefici previsti dalla legge italiana, secondo quanto stabilito dagli Usa e sottoscritto dal governo italiano. Il colloquio di primo ingresso sarà invece stamane e lo terrà probabilmente la stessa direttrice di Rebibbia femminile, Lucia Zainaghi. Potrà porre delle richieste, avere ad esempio un computer per scrivere. Elencherà quali attività preferirebbe svolgere: lo yoga, il teatro, la fotografia... La direttrice Zainaghi ieri ha dato l' ok perché l' avvocato di Silvia Baraldini, Grazia Volo, le possa portare sapone, spazzolino e dentifricio: le prime cose che ha chiesto. "Ha chiesto anche giornali e libri, libri... Le comprerò subito qualcosa di Camilleri", dice il suo avvocato. Però sulle strategie future di difesa non si sbilancia. "Silvia è frastornata. Deve ambientarsi e poi vedremo il da farsi. Intanto abbiamo raggiunto l' obiettivo del ritorno in Italia". "Frastornata, così mi è parsa ma commossa", ripete anche Cossutta che l' ha potuta visitare in cella in quanto parlamentare, un paio d' ore dopo il suo arrivo donandole tre dozzine di rose rosse. E le ha promesso di farle avere dei libri. "Fammi una lista, sai quanti vorranno regalarteli". Ancora una visita breve, questa volta del deputato diessino Fabio Evangelisti. E questa mattina, alle 8, dallo spioncino l' agente la chiamerà, aprendo la cella per consegnarle la prima colazione.