La Stampa06-05-1999 Il commissario di Camilleri diventa una fiction per Raidue: si parte dal «Ladro di merendine» e «La voce del violino» Montalbano indaga in tv Farà lavori «sporchi» e sarà meno letterario
di Fulvia Caprara
Roma. La provincia siciliana raccontata da Andrea Camilleri in una serie di libri che da molti mesi occupano i primi posti nelle classifiche delle vendite, arriva in televisione (su Raidue stasera) e conta di restarci per un bel po'. Alla messa in onda dei primi due film tv «Il ladro di merendine» e (il 13) «La voce del violino», seguirà quella di altri due sceneggiati tratti da «La forma dell'acqua» e «Il cane di terracotta» e poi dalla serie (in 6 oppure 8 puntale) basata sui racconti brevi raccolti nel volume «Un mese con Montalbano».
«Abbiamo intenzione - ha annunciato ieri il capo della fiction Rai Stefano Munafò - di rinnovare le nostre fonti d'ispirazione, stringendo i rapporti con la letteratura e tornando a trattare il genere giallo come uno dei linguaggi di cui quest'ultima si serve per raccontare la realtà». A questo fine la Rai si è garantita l'esclusiva di Zingaretti nel ruolo di Montalbano e ha già comprato i diritti per i racconti brevi che Camilleri ha pubblicato con la Mondadori. E tutto questo a prescindere dalla battaglia per l'audience che già stasera prevede il match tra il Montalbano di Zingaretti sulla seconda rete e l'ispettore Giusti di Montesano su Canale 5: «Il confronto con Mediaset - afferma Munafò - non è la nostra unica preoccupazione».
Di certo si tratta di due prodotti diversi: scandito da lampi e modi cinematografici, «Il ladro di merendine» propone un intreccio complesso, da seguire minuto per minuto secondo «lo stile barocco di Camilleri, fatto a scatole cinesi o a coda di maiale, come dice lui cioè attorcigliato». Un film, insomma, che non punta dritto al cuore delle grandi platee, ma cerca dì sfruttare al meglio il fenomeno letterario: «Quando mi hanno proposto Montalbano - racconta il regista Alberto Sironi - non ho avuto dubbi, ho detto subito di sì. Avevo letto Montalbano appena pubblicato e mi era subito . Mi piace l'uomo onesto e testardo. Mi piace uno che difende la sua libertà fino al punto di rinunciare a far carriera. Mi piace quando va dritto contro i muri della "ragion di Stato" senza battere ciglio, mi piace quando spiega agli uomini dei servizi che "pratica-mente noi serviamo due stati diversi"».
Certo, le difficoltà di tradurre per il video le opere di Camilleri non erano poche: «Ho cercato -spiega ancora Sironi - di evitare la trappola della "sicilianità", ho voluto restituire a Vigata, città metaforica, le sue origini di luogo mentale scaturito dalla memoria visionaria del suo grande inventore». Quanto ai sacrifici, alle parti dei libri che inevitabilmente andavano accorciate o tagliate, gli sceneggiatori, Francesco Bruni e Angelo Pasquini, assicurano di averne fatti pochi: «In questo caso scrivere è stata una pacchia: agli sceneggiatori oggi si chiede di inventare assolutamente tutto, mentre qui si trattava di scegliere, ordinare, selezionare partendo da una materia ricca, da romanzi che, per la loro densità narrativa, potevano reggere ciascuno tranquillamente le due puntate». I lettori più fedeli noteranno forse che, del Montalbano televisivo, «sono stati un po' trascurati la passione per il cibo e l'ozio filosofico, cosi come l'abitudine di andare spesso al cinema e in libreria». Ma tutto il resto è rimasto, soprattutto c'è nel film tv la figura di un uomo che «fa un mestiere in cui ci si sporca le mani e che non si tira indietro nel farlo; un personaggio positivo "sui generis", molto italiano».
Prodotti dalla Rai e realizzati da Carlo Degli Esposti e Nora Barbieri per Palomar, girati in dieci settimane in Sicilia, principalmente nella provincia di Ragusa, i primi due film della saga di Montalbano sono interpretati da una folta squadra di attori italiani cha comprende tra gli altri Sergio Fantoni e Guja Jelo più Alessia Merz e Afef Jnifen in due ruoli piccoli, ma suggestivi. Subito dopo la Rai manderà in onda la serie dedicata a Pepe Carvalho, l'investigatore spagnolo al centro dei romanzi di Vazquez Montalban, al quale Camilleri ha voluto rendere omaggio chiamando Montalbano il suo eroe e attribuendogli lo stesso gusto culinario del collega Pepe.