La Repubblica (ed. di Roma) 22.12.1999
Mappa noir della Capitale di Andrea Camilleri

Non c'è scrittore straniero, da Stendhal a Tennessee Williams, da Gogol' a Wilder, che, capitato a Roma per periodi più o meno lunghi, non abbia avuto l'intuizione che la città, sotto la sua apparenza bonaria, generosa e cordiale, sotto la sua evidente solarità, nascondesse un aspetto segreto, tutto da scoprire. Una Roma "altra". Forse più pronta a mostrarsi a chi romano non era, come il milanesissimo ingegner Carlo Emilio Gadda il quale, nel 1957, dando alle stampe il romanzo "Quer pasticciaccio brutto de via Merulana", oltre a darci lo straordinario affresco di una Roma datata 1927, oltre a dimostrarci che il romanzo "poliziesco" poteva assurgere a dignità letteraria, fornì una sorta di lasciapassare: era possibile ambientare una storia "gialla" a Roma (e quindi ogni altra città italiana era abilitata), senza contrarre debito alcuno con la letteratura di genere di altri paesi. Questa, in sostanza, è la via maestra sulla quale, da qualche anno a questa parte, si è incamminata la scrittura poliziesca in Italia, incontrando un caloroso consenso di pubblico. L'estate scorsa, questo quotidiano chiese ai giallisti italiani di scrivere un racconto: l'unica condizione imposta era che fosse ambientato a Roma. I racconti sono stati pubblicati, uno alla settimana, nel corso dell'estate scorsa e l'iniziativa ha riscosso il caldo interesse dei lettori. Ora questi racconti appaiono in un volume di agile lettura che verrà regalato domani ai lettori. Esso ha il pregio, tra l'altro, di indicarci il livello di qualità raggiunto dal poliziesco italiano e di fornirci una mappa in giallo, o in "noir" se volete, di quella Roma "altra" non meno affascinante di quella che milioni di pellegrini si apprestano a visitare.