HELIOS Magazine
Andrea CAMILLERI
incontro con l'autore
di Cristina MARRA
Tra breve vedremo sugli schermi televisivi una serie di films dedicati al personaggio di Salvo
Montalbano, il commissario siciliano nato dalla penna dello scrittore Andrea
Camilleri. Produttore, regista teatrale e televisivo, Camilleri è autore di numerosi libri dedicati alla Sicilia, nati da suoi personali studi di storia siciliana. Da un evento o da un fatto di cronaca storica, Camilleri trae lo spunto per scrivere opere come "Il birraio di
Preston", "La strage dimenticata", "Il gioco della mosca", ma sono soprattutto le indagini del suo sarcastico commissario Montalbano ad appassionare le migliaia di suoi lettori avidi di scorrere le pagine e lasciarsi affascinare e divertire dall'atmosfera e da quel linguaggio
"italian-siciliano" di Montalbano e degli altri personaggi.
Protagonista di quattro romanzi polizieschi (" La forma dell'acqua", "Il cane di terracotta", "Il ladro di merendine" e il recentissimo "La voce del violino"), Salvo Montalbano indaga nell'immaginaria cittadina siciliana di
Vigata. " Tarchiato, occhi chiari, un neo al viso, baffi e sui quarantacinque anni", così Camilleri immagina il suo commissario che ama la buona cucina ed è fidanzato con
Livia, una donna del nord.
Le indagini di Montalbano "trasportano" il lettore nel mondo siciliano facendogli conoscere i paesaggi, il cibo, la mentalità, i modi di dire e la mafia, fenomeno che nei romanzi di Camilleri è soltanto un" rumore di fondo". Il linguaggio dei personaggi è un'azzeccata e divertente fusione tra dialetto siciliano e lingua italiana ed è impossibile non sorridere ai " Pronti, dottori? Dottori è lei stesso di pirsona al
tilefono?", "Domando pirdonanza e compressione, dottori..." di Catarella, telefonista al commissariato, e alle adeguate risposte di
Montalbano, costretto ad esprimersi nello stesso linguaggio, o agli interventi dell'io narrante,
"Catarella trasì a palla allazzata" oppure "...s'arrisbigliò, addrumò la luce, si susì a metà nel
letto.".
Il successo del poliziesco di Camilleri avvicina, in qualche modo, lo scrittore siciliano a Manuel Vasquez
Montalbàn, autore da venticinque anni di romanzi con protagonista il detective Pepe
Carvalho. Montalbàn è stato presentato ai lettori italiani da Leonardo
Sciascia. E adesso Camilleri, corregionale di Sciascia, anch'egli giallista, chiama il suo protagonista
Montalbano.
E' un omaggio allo scrittore spagnolo o una coincidenza? - chiedo ad Andrea Camilleri in occasione della presentazione del suo ultimo romanzo in una libreria di Messina. "Il riferimento allo scrittore spagnolo c'è ed è voluto"- mi risponde Camilleri- "però Montalbano è anche un cognome siciliano molto diffuso, ho un amico il cui figlio si chiama proprio Salvo
Montalbano. Montalbàn ambienta i suoi romanzi nel Sud, a Barcellona, un paesaggio assolutamente consono a noi, e poi c'è un legame culturale molto forte tra la Sicilia e la Spagna. Ci sono poeti spagnoli peri quali stravedo, come Jimenez e Machado che mi hanno nutrito".
Pepe Carvalho e Salvo Montalbano sono due personaggi molto diversi ma, come mi spiega
Camilleri, hanno in comune "la voglia di arrivare ad una verità disgiunta da un concetto di giustizia necessariamente legato alla
verità.".
Si direbbe, dunque, che il romanzo poliziesco negli ultimi tempi possa essere considerato come chiave di lettura per decifrare o comprendere meglio la realtà in cui viviamo. "E' un'occasione attraverso la quale si contrabbanda una lettura della realtà" - replica Camilleri- "piuttosto che esplicitarle in bandiera, certe idee della realtà vengono passate sottobanco attraverso il giallo". Il romanzo giallo acquista quindi più forza di un romanzo di costume e per dirla come Leonardo
Sciascia, "il giallo, in fondo, è la forma più onesta di scrittura."