ROMA, 31 MAR - ''Non essere pratico di computer e non usarli mi e' costato lettere assai polemiche di tanti lettori'', racconta Andrea Camilleri, aggiungendo che il personaggio di Catarella, di cui ha fatto un genio dell' informatica, nacque solo come bassa, oscena vendetta verso mio nipote di cinque anni, gia' capace di cliccare e usare un personal''. Camilleri, durante l'incontro romano per la presentazione della versione teatrale del suo ''Il birraio di Preston'', si riferisce a lettere relative a quel romanzo, il piu' venduto dei suoi, con oltre 200 mila copie dal '95 a oggi. Il libro ha una costruzione narrativa a incastro e contiene alla fine una nota: ''la successione dei capitoli disposta dall'autore non era che una semplice proposta: ogni lettore infatti, se lo vuole, puo' stabilire una sua personale sequenza''. Molti, appunto col computer, pare abbiano tentato tutte le sequenze possibili, scoprendo - riferisce lo scrittore - che l'unica possibile e interessante e' quella originale, che all'autore ''costo' tre mesi di lavoro. Mi ero accorto di aver scritto un mattone noioso e che dovevo trovare una soluzione per renderlo leggibile. Risolsi la questione grazie a una chiave suggeritami dalla lettura del romanzo 'Il pianista' di Vazquez Montalban, da cui il nome Montalbano del mio commissario, poi scelto per intima necessita' di saldare un debito''.(ANSA).