GRAZIA 22.06.1999
L'incontro di Bruno Vespa
"Era il mese di dicembre del '97, presentavo in libreria "Il ladro di
merendine", il terzo dei romanzi di Montalbano pubblicato da Sellerio.
Nel giro dello stesso mese mi capito' di notare in fondo alla sala un genere
di spettatori che prima non avevo mai avuto.
I miei lettori avevano un'eta' media di superiore ai 45 anni.
Quelli invece portavano la barba e l'orecchino.
All'inizio temetti un ritorno al Sessantotto e la relativa contestazione.
Quei ragazzi, invece, alla fine della presentazione si avvicinarono e
chiesero, con malagrazia l'autografo. Capii allora che il ventaglio dei
miei lettori si era misteriosamente allargato".
Andrea Camilleri risponde cosi' alla domanda su quando si e' accorto che il
successo lo aveva inopinatamente raggiunto. E ne parla in modo divertito e
misterioso, esattamente come farebbe il suo commissario Montalbano.
"Un mese e mezzo dopo quegli incontri le copie dei miei romanzi si erano
decuplicate. Nel '96 erano complessivamente diciasettemila. A dicembre del
'97 erano saliti a 178 mila. Nel '98 i romanzi pubblicati da Sellerio hanno
venduto 860 mila copie, alle quali vanno aggiunte le 160 mila di
Mondadori con "Un mese con Montalbano". E adesso "La mossa del cavallo"
pubblicato da Rizzoli sta andando molto bene, nonostante sia un romanzo piu'
difficile e il dialetto genovese sia piu' ostico di quello sicilinao al
quale bene o male i miei lettori si sono abituati".
Un cosi' vertiginoso alternarsi di editori le e' stato rimproverato. Mi
par di capire che il matrimonio con Sellerio dura, ma che lei non intende
rinunciare alle due amanti Mondadori e Rizzoli ...
"E infatti, dopo il libro uscito da poco per Rizzoli, ho in preparazione
contemporaneamente tre cose. "I racconti di Montalbano" che usciranno in
autunno da Mondadori, il quinto romanzo sul commissario che sara' pubblicato
da Sellerio, eppoi, sempre di Sellerio, "Il re di Girgenti" che mi porto
appresso da cinque anni e che mi costa tempo e fatica gioisa.
E' ambientato nella prima meta' del Settecento e ha come protagonista un
contadino siciliano. Converra' che non e' semplice tradurre in un linguaggio
accessibile il dialetto di un contadino vissuto due secoli e mezzo fa .
Che cosa ha funzionato per moltiplicare il successo dei suoi libri?
"I marinai risponderebbero: un'opera di Dio. In genere, pero', chiamano,
cosi' i disastri. In realta' ha funzionato il passaparola che ha formato
uno zoccolo duro di lettori.
Non va sottovalutato il basso costo dei libri di Sellerio: con trentamila
lire se ne comprano due. E poi la mia partecipazione a qualche trasmissione
televisiva. Maurizio Costanzo arrivo a dire: "Comprate il ladro si merendine.
Se non vi piace vi restiuhtuisco io i soldi ...".
Le pesa il successo a settant'anni?
"E bello e sconvolgente. C'e' l'assedio delle telefonate, il desiderio dell'ubiquita' per rispondere a tutti gli inviti, le lettere. C'e' chi vuole
solo dialogare. Una signora di Venezia non ha scritto nemmeno il suo
indirizzo perche' io le rispondessi. Mi ha detto: "Sono una malata
terminale, "Il birraio di Preston" mi ha fatto sorridere tre volte. Grazie".
Ci sono stato male.
E le invidie
"Meno del previsto. Ceto e' stato imbarazzante vedere occupare dai miei libri
i primi sei posti della classifica della narrativa italiana.
Una mattina dissi a mia moglie: "Abbiamo perso un posto". E lei: "Che
bello". Si giro' e riprese a dormire ...."