Il Centro

Cultura & Societą Martedģ 21 dicembre 1999

Gli arancini di Montalbano e la poetica di Andrea Camilleri

IN LIBRERIA Il commissario di Vigąta

di Paolo Di Vincenzo

Camilleri, tanto per cambiare, fa ancora una volta centro. Con "Gli arancini di Montalbano" (Mondatori, pagine 339, lire 28 mila) replica il successo di "Un mese con Montalbano", pubblicato nel 1998 sempre da Mondadori. L’eccezionale originalitą nella scrittura ha aperto ad Andrea Camilleri, solo in etą avanzata, le porte del successo. L’autore (in un’intervista concessa al Centro lo scorso anno) si rammaricava un po’ di questo ritardo ma allo stesso tempo dichiarava di accettare i benefici della fama anche con un certo distacco, dovuto all’etą. Si dovrebbe aggiungere - ma questo Camilleri non lo dice per una sua ulteriore qualitą, la modestia - con il distacco dei grandi.

I racconti del commissario Montalbano pubblicati in questa raccolta migliorano, se possibile. Oltre alle ormai note ambientazioni nell’immaginaria Vigąta (che prende spunto dalla Porto Empedocle dove l’autore č nato); all’impegno ad evitare cose di mafia pur parlando di Sicilia e di omicidi; ai personaggi (il vice Mimģ Augello, l’irresistibile Catarella, Fazio, Gallo, Galluzzo, la fidanzata lontana Livia) divenuti ancora pił familiari alle legioni di ammiratori di Camilleri dopo il successo dei primi due film per la televisione (tratti da "La voce del violino" e "Il ladro di merendine"); si trova anche, nei venti racconti, l’esposizione di una sorta di poetica. Camilleri, tramite il commissario Salvo Montalbano (interpretato splendidamente in televisione da Luca Zingaretti), č pił interessato alle motivazioni psicologiche per cui si commette un crimine che al gusto pulp per le descrizioni grandguignolesche. E’ questa una delle chiavi della sua fortuna. Fatto tesoro dell’esperienza televisiva con "Le inchieste del commissario Maigret" (di cui Camilleri fu produttore negli anni Sessanta), lo scrittore siciliano disegna un personaggio simpatico, fuori dai grandi giri, in un paesino della sua amata Sicilia, nemico della burocrazia e dei maneggi per far carriera. Insomma, un commissario "normale". Non solo. In questo "Gli arancini di Montalbano" arriva a farsi "minacciare" dal suo personaggio per averlo infilato in una storia troppo truculenta (Montalbano si rifiuta). Espediente di "realtą" nel "romanzo" che richiama un po’ quella dei cartoni animati in cui si mostra il disegnatore mentre dą vita alle sue "creature". Espressione di poetica, quindi, per dire che squartamenti e gesti di ferocia (purtroppo presenti nella realtą) nelle pagine di Camilleri-Montalbano non appariranno mai, pena la conclusione della serie. Le oltre 300 pagine del libro si leggono, come sempre, con grande gioia, con qualche simpatica sorpresa (Catarella risolve un caso) e con la consueta sapienza nel raccontare dell’autore.