Panorama 04.05.2000

A noi due, commissario Montalbano

IL PM NELLA TRINCEA ANTIMAFIA

Giovanni Tinebra, 59 anni, è procuratore di Caltanissetta dal luglio famiglia molto cattolica: il padre era funzionario statale, il nonno ufficiale dell'Arma. Dirige un ufficio tra i più esposti nella lotta alla criminalità organizzata. 

Il 2 maggio andrà in onda su Raidue La forma dell'acqua, primo dei due nuovi film-tv tratti dai romanzi di Andrea Camilleri. Panorama ha chiesto a Gianni Tinebra, procuratore di Caltanissetta, personalità di primo piano nella lotta alla criminalità organizzata, di vedere in anteprima la fiction con Luca Zingaretti, commissario Montalbano sul piccolo schermo.  Fra i molti romanzi firmati dallo scrittore sbanca-classifica, La forma dell'acqua è l'unico che tratti di politica, rapporti di potere, Mani pulite, scandali insabbiati e ruolo della stampa. La storia ruota intorno alla figura di un politico democristiano siciliano, ritrovato morto in un "bordello all'aperto" (uno spiazzo in riva al mare, luogo di prostituzione). Raiuno e Raidue si sono contese la messa in onda della fiction firmata da Alberto Sironi (il secondo episodio è tratto da Il cane di terracotta).

Gianni Tinebra, l'uomo che ha coordinato il gruppo di inquirenti delle stragi Falcone e Borsellino, da sempre restio ad apparire sui giornali, ha commentato il romanzo-tv con l'occhio dell'uomo di legge, ma soprattutto del siciliano  innamorato della propria terra e orgoglioso di appartenervi. Le righe che seguono, frutto di un'intervista consumatasi nella "sua" Sicilia incantata e quasi estiva, lo testimoniano. E come Montalbano, Tinebra non nasconde il suo essere siciliano di fronte alle cose. 

Si dovrebbero leggere i romanzi di Camilleri tre volte: la prima per ridere come pazzi, la seconda per gustare le note di costume e colore, l'ultima per riflettere. Fu un libro di Camilleri a strapparmi qualche sorriso nel periodo buio e pesante
che seguì le stragi dell'estate del 1992.  La forma dell'acqua, in particolare, fa pensare a quello che sovente mi ritrovo a
dire: vivere in Sicilia costa un po' di più che in altri posti, così come costa di più essere onesti e giusti. Però siamo fieri di pagare un prezzo più alto per vivere in questo paradiso, che ultimamente sta anche muovendo passi da gigante per scrollarsi di dosso antiche "abitudini". Camilleri qui ne ricorda alcune. Penso, per esempio, a una frase pronunciata dal netturbino che ritrova l'illustre cadavere e che invece di avvertire la polizia chiama il potente avvocato amico dell'ucciso, sperando di ottenerne la protezione. "Se non hai il vento a favore, non navighi" dice al collega. Quella Sicilia sta sparendo, oggi abbiamo gente che lotta e combatte contro certe forme di subcultura.   Siamo sinceri, nella Sicilia di Camilleri, letteraria e da esportazione, ci sono alcuni ruoli un po' stantii e figure in via di sparizione. Prendiamo la vedova del politico ucciso, personaggio bellissimo: è un condensato di quello che era il cardine della società siciliana, la famiglia apparente, svuotata all'interno, unita dalla sua funzione di mostrarsi all'esterno. Mi fa anche un po' ridere la figura del magistrato preoccupato di infastidire i politici: non mi ci vedo, nè vedo i miei colleghi. E anche il medico legale è a uso della finzione, descritto come uno
che agisce alla carlona, mentre oggi è un professionista estremamente serio.  Più in generale, le indagini si gestiscono in modo diverso da come vengono descritte ne La forma dell'acqua: il pubblico ministero dirige le inchieste, il poliziotto le conduce in accordo con lui. Nel film come nel romanzo ci sono accenni a Mani pulite che viene definita "il terremoto": nessuno può negare che lo sia stato da una parte Tangentopoli, dall'altra l'azione decisa dei colleghi dell'antimafia.

Ma in fondo, queste obiezioni sono poca cosa di fronte alla bravura di Camilleri nel raccontare l'animo siciliano. Il suo commissario è siciliano nel profondo. Di Montalbano ne ho conosciuti tanti qui, alcuni di loro ricoprono ora posti chiave,
altrove. Montalbano è un anticonformista che non ama le regole. In questo Camilleri ha ben colto una connotazione tipica dei siciliani: l'insofferenza nei confronti delle regole, che non è assolutamente una predisposizione alla violazione delle stesse. No, è una naturale tendenza a cogliere la sostanza delle cose. Ne La forma dell'acqua, Montalbano varia la data su un documento
per consentire a una famiglia non abbiente di incassare una ricompensa e curare così il figlio: la sua è una giustizia sostanziale e non formale. O meglio, è un modo di fare il proprio dovere senza rinunciare a un momento di comprensione umana.
Montalbano persegue la verità, solo questo gli preme. È un eroe moderno. Oggi non ci sono crociate da fare, guerre da combattere, indiani da sottomettere. Gli eroi di oggi individuano il male e lo combattono tentando di vincerlo. Montalbano
rinuncia a promozioni, rifugge protagonismi perché ha capito che i cosiddetti onori non sono nulla. Nulla di realmente importante. I veri valori della vita sono onestà, amicizia, amore, essere giudicati per quello che si fa e non per la qualifica. Montalbano ha capito tutto della vita: ha scelto un lavoro che ama e in cui crede e lo svolge in una dimensione umana con generosità. Gli piacciono cibo, donne, natura. Per i suoi collaboratori è un despota, ma è anche padre, fratello, amico. È insofferente verso i superiori.  Se Montalbano è siciliano nel profondo, lo sono anche molti dei personaggi di  contorno nella loro voglia di arrivare fino in fondo, nell'intelligenza scoppiettante. E nell'intuito innato che prescinde dalla preparazione culturale. Qualunque sia il suo ruolo e lavoro, il siciliano è abituato a cercare le motivazioni dei fatti. Vuole capire. Noi siciliani abbiamo conosciuto almeno cinque civiltà. Sono arrivate da dominatrici, sono finite dominate. E i siciliani ne hanno carpito il meglio. Almeno questo spero e credo.
Io adoro i romanzi di Camilleri, ho letto quasi tutti i suoi libri e a tutt'oggi "Il birraio di Preston" rimane per me il migliore. Rispetto ai precedenti film-tv, La forma dell'acqua ha dalla sua una sceneggiatura più densa, splendidi esterni, buon cast; e Luca Zingaretti è magistrale come commissario Montalbano. Come dicevo all'inizio i romanzi di Camilleri fanno anche riflettere. Mi soffermo su una frase che mi è suonata incredibilmente vera: "Quando vuoi far tacere uno scandalo, ne devi parlare finché la gente non si stufa. Se invece tenti di insabbiarlo, allora il silenzio comincia a parlare". 


 (testo raccolto da Stefania Berbenni)

Gianni Tinebra