La Sicilia 27.07.2000
"La mia Estate catanese"

AGRIGENTO - Alla presentazione della sezione prosa dell'Estate Catanese di qualche giorno fa, Andrea Camilleri, che della manifestazione è per la seconda volta direttore artistico, non era presente perché trattenuto a Roma da altri impegni. Così, abbiamo approfittato della presenza dello scrittore empedoclino nella sua città natale in occasione dei Caffè Letterari per saperne di più sul cartellone approntato per la rassegna teatrale.

Camilleri, c'è un filo conduttore nelle tre opere scelte per l'Estate Catanese? Sì, ed è lo stesso dello scorso anno. Vale a dire commedie che ci vengono suggerite dai luoghi e soprattutto dagli autori catanesi, come nel caso di Ercole Patti. O, ad esempio, la Penna di hu con la quale abbiamo debuttato, che è una favola ambientata nel giardino di Villa Bellini. Quindi, come vede sono proprio i luoghi a suggerire i testi o…

O le suggestioni, come nel caso di Troppu trafficu ppi nenti? Non è che, per caso, l'idea le è venuta dall'ipotesi formulata da quel professore di Ragusa che vorrebbe William Shakespeare siciliano? Troppu trafficu ppi nenti – dice Camilleri ridendo di gusto – è una pigliata per il… Però, sì, è vero. Essenzialmente la scelta è dovuta proprio alla suggestione di quell'articolo sul libro del ragusano Iuvara che sostiene che Shakespeare altri non era che Messer Angelo Florio Crollalanza, siciliano doc.

Ma lei ci crede? No – sbotta ridendo ancora Camilleri – non ci credo affatto. Ma Shakespeare potremmo farlo siciliano ad honorem! Però è divertente fare Shakespeare in dialetto.

Potrebbe essere l'inizio di un nuovo filone teatrale quello di tradurre i classici in dialetto? Chi lo sa! Intanto cominciamo a vedere che risultati abbiamo con questo.

di Michele Scimè