La Repubblica 30.09.2000 
Il commissario Montalbano va in gita a Tindari ma davanti a una scena porno si addormenterà televisione 

Non si fermeranno a Porto Empedocle, la città natale di Andrea Camilleri, ovvero la Vigata del commissario Montalbano, ma giurano che quando torneranno in Sicilia a fine ottobre per girare per Raidue "La gita a Tindari" e "Tocco d’artista" andranno certamente ad abbuffarsi di pesce all’osteria San Calogero. Alberto Sironi e Luca Zingaretti, regista e protagonista del Montalbano televisivo, giunti ieri ad Agrigento per ritirare rispettivamente l’Efebo d’oro e d’argento, si dicono orgogliosi di ricevere un premio tanto prestigioso proprio qui in Sicilia, terra alla quale sono legatissimi e verso la quale credono di avere in qualche modo un debito di riconoscenza. «E’ una terra straordinaria - dice Zingaretti - e per fortuna non è solo mafia come spesso proprio la tv contribuisce a far credere. Nella Sicilia che racconta Camilleri, e che vedremo anche nei prossimi due episodi, la mafia traspare come un problema e non il problema del popolo siciliano». Anche questa volta, com’era già accaduto ne "Il cane di terracotta", la mafia di cui narra Camilleri è però più letteraria che reale. «I racconti di Andrea - spiega Sironi - sono molto meno realistici di quel che sembra. I personaggi sono inventati ma tengono conto di tutta una filosofia che c’è della Sicilia. Insomma, Camilleri va davvero a scandagliare negli angoli più profondi dell’anima dei siciliani per allestire le sue strutture drammaturgiche. Ma come tutte le storie, non hanno niente di realistico, hanno semmai una grande memoria del reale. Come facevano Pirandello e Sciascia del resto. E lo voglio dire: stiamo parlando di grandi architetti della drammaturgia». Ma cosa vedremo nei nuovi episodi del commissario Montalbano, in tv in primavera? «Non amo le grandi novità - chiarisce il regista lombardo - quindi per il cast, come in passato ho cercato gli attori in Sicilia. Di bravi professionisti ce ne sono tanti ed è giusto che possano emergere. Ma pensandoci bene c’è qualcosa di inedito: c’è un po’ di pornografia - rivela ridendo - Ma niente paura, è una pornografia talmente forte che Montalbano nel vederla. si addormenta». Ma se il personaggio camilleriano s’appisola, l’attore che lo interpreta non fa altrettanto. Luca Zingaretti concluderà a gennaio le riprese con Sironi ma già a febbraio tornerà davanti all’obiettivo per un altro sceneggiato televisivo. Smessi i panni di Montalbano diventerà Giorgio Perlasca, lo Schindler italiano. «Sì - dice - giusto il tempo di calarmi nei panni del protagonista di una storia bellissima che vedremo il prossimo autunno su Raiuno». Le manifestazioni dell’Efebo d’Oro si concludono stasera. Il premio cinema e narrativa quest’anno sarà consegnato al regista portoghese Manoel de Oliveira per il film "La lettera". La cerimonia conclusiva sarà condotta da Giulio Scarpati, l’indimenticato interprete de "Il giudice ragazzino", il film dedicato al giudice Livatino. Scarpati stamattina ricorderà il magistrato ucciso dalla mafia dieci anni fa, deponendo un mazzo di fiori proprio nel luogo in cui avvenne l’assassinio. 

Michele Scimè