La Stampa 25.09.2000 
Camilleri, 2 nuovi libri e una raccolta 

ROMA Dopo la pubblicazione del Montalbano annuale che ancora domina le classifiche con oltre 400.000 copie vendute, Andrea Camilleri si sta dedicando a due nuovi libri e a una raccolta di favole che, annuncia lo scrittore, «saranno una novità per la struttura narrativa scelta o per l'argomento trattato» e che verranno pubblicati entro l'anno. Come è ormai consuetudine, se le vicende del commissario sono affidate a Sellerio, i libri su altri argomenti sono ripartiti tra Mondadori e Rizzoli. Così, «a novembre sarà in libreria 'La scomparsa di Patò' (Mondadori) - annuncia Camilleri - e per fine ottobre consegnerò alla Rizzoli il manoscritto della 'Biografia del figlio cambiato', sulla figura di Pirandello». Come ogni anno, inoltre, uno scritto è destinato alle Edizioni dell'Altana: stavolta si tratta di una raccolta di favole. Se in opere precedenti lo scrittore siciliano aveva alternato parti narrate a parti epistolari o documentali, stavolta in Patò la scelta è ancor più estremizzata: il dossier. Tra le tante pagine non si consuma un solo colloquio, non si indugia su una sola descrizione: assetto e storia sono affidate a lettere, atti, rapporti ufficiali. «Da questa mole di documenti il lettore elaborerà i personaggi». L'altra novità del romanzo si concretizza nel lingua: scompare il lessico tradizionale di Camilleri. Una perdita? Solo in un certo senso. Forse leggendo mancherà al lettore la 'taliata' mentre se ne sta 'stinnicchiato', magari stanco dopo una 'acchianata' o dopo essersi 'cataminato' per una urgenza, ma gradirà il burocratese di inizio secolo di cui Camilleri aveva già dato un assaggio in 'La mossa del cavallo' e che qui trova la sua realizzazione grazie alla conoscenza dei linguaggi e alle grandi capacità manipolatorie. Così, a mano a mano che sale l'importanza sociale dello scrivente, dal brigadiere al prefetto al sottosegretario, si resta sempre più avviluppati nel dedalo linguistico di 'adeso', 'ultroneo', 'accivire', sostantivi e verbi rintracciabili soltanto in dizionari dell'epoca. La storia di Patò, ambientata a Vigata nel secolo scorso, parte da uno scritto di Leonardo Sciascia contenuto in «A ciascuno il suo». «Trae spunto da lontanissime radici che possono essere vere come di leggenda popolare - spiega l'autore -, nasce in occasione di uno degli spettacoli più popolari, una sorta di rappresentazione di Cristo che avviene nelle pubbliche piazze e nei teatri. Iniziative seguitissime nell'ottocento quando giunse in provincia di Agrigento una compagnia di guitti, recitò tanto bene che fu loro concesso l'uso di un orto con abitazione purché ogni sera recitassero il Mortorio. Si andò avanti per un anno». Antonio Patò, nipote di un'alta personalità politica più o meno coinvolta in oscuri maneggi, impersonando Giuda nel Mortorio cade come da copione in una botola ma non ne esce piu, scompare. Pur essendo il protagonista non si vede mai, non interviene mai e solo chi l'ha visto ne conosce le fattezze. «Un maresciallo dei carabinieri e un delegato di polizia - spiega Camilleri - obbligati a compiere insieme le indagini abbandonano la rivalità e collaborano. Tra loro si crea un rapporto di amicizia e di affetto per difendersi da un pericolo non previsto: è in gioco la loro carriera. Tutto il libro è in tono di divertissement, una sfida a romanzare il gioco del teatro, è in realtà teatro nel teatro». Se pur aveva abituato il suo pubblico ai saggi, di Andrea Camilleri non si conoscevano invece le possibilità di biografo. Si cimenta con la «Biografia del figlio cambiato» seguendo un'idea e un punto di vista tutto particolare, sulla figura di un autore italiano di spicco, Luigi Pirandello, del quale Camilleri è un lontano parente. La raccolta di favole scritta per l'Altana ha anch'essa una particolarità: sono favole per adulti, «ma non a luci rosse» precisa Camilleri.