Repubblica 07.09.2000

Poesie di Buttitta e Camilleri per la Sellerio che canta jazz 
parole di Sicilia che incontrano il jazz, da Buttitta a Guglielmino, da Attanasio a Camilleri, naturalmente. Naturalmente, perché a cantare queste parole è una voce che con Camilleri fa il paio per un motivo che non richiede troppe spiegazioni: quella di Olivia Sellerio. Una figlia d’arte che oltre a quelli familiari dell’editoria già da tempo ha scelto di esplorare fruttuosamente i territori del canto jazz. Stasera il gruppo della Sellerio proporrà dal vivo i risultati del suo progetto musicale, che coinvolge parte del gotha del jazz palermitano: il sassofonista Stefano D’Anna, il pianista Salvatore Bonafede, il contrabbassista Giuseppe Costa e il batterista Mimmo Cafiero. Saranno ospiti dell’estate di Monreale, in piazza Guglielmo, alle 21. "La nostra è una storia nata per caso — spiega Olivia — come sempre in queste occasioni. Il progetto lo si deve al ritardo di un aereo, tempo durante il quale con i musicisti del gruppo abbiamo discusso la possibilità di un’idea di jazz "alla siciliana" diverso dal solito. Anziché fare riferimento solo al Corpus di Favara e al repertorio della tradizione, abbiamo pensato di utilizzare testi e poesie di autori di lingua siciliana, possibilmente non imbastardita da tentativi di traduzione. Conoscevo liriche splendide di Maria Attanasio, un’autrice della quale abbiamo pubblicato alcuni scritti, o ancora delle poesie di Ignazio Buttitta, come Lu misteru e Lu silenziu. E sua è pure Judici, un canto sulla giustizia e sulle sue contraddizioni che in cuor mio dedico sempre ad Adriano Sofri. Abbiamo coinvolto anche Andrea Camilleri, che adesso sta realizzando un primo testo. Sono opere che i musicisti del gruppo hanno accettato di mettere in musica, riprendendo loro precedenti lavori basati su temi siciliani, o componendo nuova musica. Cosa che mi onora e mi entusiasma. Tutto qui, nulla di filologico o scientifico, abbiamo semplicemente scelto di fare jazz alla nostra maniera". 

ALBERTO BONANNO