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Ci sono due nuovi casi da risolvere per il commissario Salvo Montalbano che, fedele alla terra ed al mare della sua amata Vigata, ha a che fare con delitti d'onore e con storie di grandi amori e passioni. Tornano le atmosfere ambigue ed appassionate della Sicilia, soprattutto torna un Montalbano, cresciuto, piu' maturo, estremamente umano ma anche piu' malinconico. Come Sean Connery e' James Bond, cosi' Luca Zingaretti e' diventato con la forza della sua interpretazione il Montalbano di Andrea Camilleri.

Luca, prima di interpretarlo tu gia' conoscevi Montalbano per i romanzi di Camilleri. Ti ha aiutato?
Devo dire che quando girammo i primi due episodi lo scorso anno ero terrorizzato dalla profondita' del personaggio. Essendo Montalbano una figura letteraria, avevo a disposizione una mole di materiale scritto enorme; cosa che di solito non succede con le sceneggiature. Per prepararmi io butto giu' appunti e le informazioni che avevo erano talmente tante che si ingolfavano. Preziosissimo e' stato il consiglio di Camilleri, mi ha detto semplicemente "buttati!", senza starci troppo a rimuginare. Quindi ho cercato di far venire fuori i valori ed il modo di pensare di Montalbano: un uomo che decide con la propria testa, cui non interessano i telefonini, i soldi, le belle macchine ma che sa apprezzare il buon cibo, per cui e' importante avere al fianco una donna che lo ama e che rimane legato ai propri affetti, alla terra, ai suoi colori e sapori. Ora e' un uomo piu' melanconico ma di una melanconia bella; come quando si beve un buon vino rosso e si resta in contemplazione.

Quanto di te c'e' nel personaggio?
Gli somiglio negli aspetti negativi, nell'irascibilita', nel fatto di avere un carattere da orso. Gli vorrei somigliare in tutto. Credo lo vorrebbe ogni uomo, come credo che ogni donna lo vorrebbe al suo fianco. Montalbano e' fedele a se' stesso, lo e' con Livia la sua donna. La frequentazione con Camilleri mi ha portato alla riflessione che alla fine la felicita', ognuno, la trova dentro se stesso.

Dai romanzi, come lo immaginavi fisicamente?
Non me ne sono mai fatto un'immagine precisa; sicuramente diverso da me.

Ti ci sei affezionato?
E' un ruolo che mi diverte da morire, talmente bello che chiunque avrebbe voluto interpretarlo. Adoro tornare ogni volta giu' in Sicilia per le riprese; e' un po' come rincontrare un vecchio amico, un amico vero. E poi c'e' la soddisfazione di vedere i silenzi sornioni di Camilleri: era il suo modo d'esprimere approvazione quando veniva sul set.

Annosa questione: per quanto ancora farai Montalbano?
Essere ricordati per un ruolo e' il destino dell'attore. Ma questa e' una paura piu' degli altri che mia. Dopo 10 anni di teatro, sono approdato al cinema con due parti da cattivo e subito mi hanno chiesto se non avessi paura di rimanervi invischiato. Io scelgo i ruoli che mi piacciono. Dopo Montalbano ho avuto altre offerte interessanti. Sicuramente faro' altri due episodi dal romanzo "La gita a Tindari" e dai racconti brevi. Poi c'e' un film americano, "Texas" di Giorgio Serafini con Roy Scheider su un campo texano di prigionieri italiani della Seconda Guerra Mondiale, ed altri due film tv per la Rai, "Il segreto del tesoro" sul tentato furto del tesoro di San Pietro nel 1925 e la storia di Giorgio Perlasca che, sempre nella Seconda guerra, salvo' 5.000 ebrei ungheresi fingendosi un console spagnolo. Praticamente non ho piu' tempo libero. Per il momento, quindi, gli appuntamenti sono per martedi' 2 e 9 maggio su Raidue in prima serata; poi, palinsesti permettendo, il direttore di rete Carlo Freccero potrebbe riproporre i primi due episodi "Il ladro di merendine" e "La voce del violino" il giovedi' sera, in diretta concorrenza con la bella Claudia Koll su Canale 5.

Camilla Francisci