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Un commissario verace
Il commissario Montalbano, nato dalla fervida immagginazione dello scrittore Andrea Camilleri, torna a raccontarci storie gialle della sua Sicilia grazie al volto di Luca Zingaretti. La forma dell'acqua e Il cane di terracotta sono gli episodi di questa seconda serie, ancora diretta da ALberto Sironi, e gia' si sta pensando di farne seguire una terza.

Luca Zingaretti, come e' stato ritrovare Montalbano?
Piacevole perche' e' comunque una cosa che mi diverte. Ma faticosissimo dal punto di vista fisico e mentale. Soprattutto in questa seconda serie: la prima e' piaciuta al pubblico e questo ha aumentato le aspettative: dovevamo fare meglio e non c'e' stato nessun cedimento.

C'e' stato un effetto Montalbano di maggior notorieta'?
Accidenti, come no. Mo fermano per strada in continuazione e lo fanno con affeto; e' molto bello perche' vuol dire che il pubblico apprezza non solo quello che fai ma anche come lo fai, e si fida di te. Si sta recuperando un rapporto di fiducia che nel cinema e nella televisione italiana si era un po' perso negli ultmi tempi.

Sta lavorando tantissimo per la fiction televisiva, riesce a dedicare tempo anche a cinema e teatro?
Ora manca il tempo. La stagione teatrale e' comunque finita. Ho incontrato Ridley Scott per un film inglese Il mandolino di capitan Corelli con Nicolas Cage, ma non so se lo faro'. Ora sto preparando per la RAI Il segreto del tesoro, la storia vera del tentativo di furto del tesori di San Pietro nell'anno giubilare 1925. Poi faro' Perlasca, lo Schindler italiano che nella Seconda guerra Mondiale salvo' centinaia di ebrei in Ungheria: e' una storia fantastica ma poco conosciuta, visto che noi italiani siamo maestri nel non riconoscere i nostri meriti mentre non esitiamo mai a darci addosso.

E poi la terza serie di Montalbano
Vogliamo fare ameno altre due serie consecutive. La prossima sara' tratta dal romanzo La gita a Tindari.

Quindi continua montalbano?
Ma non all'infinito, perche' a un certo punto e' anche giusto fermarsi.