la Repubblica - Domenica, 30 aprile 2000 - pagina 4
dal nostro inviato OTTAVIO RAGONE

Fine settimana nell' isola con il fido Velardi. Ma senza la barca, in rimessaggio
D' ALEMA, RIPOSO A CAPRI "COME STO? TRANQUILLO"

"Intini? Hanno ragione i napoletani: è cambiato tutto". La moglie Linda: "Traversata hard per il maltempo" "Mi fa piacere tornare a lavorare in Parlamento" E intanto si dedica alla lettura: l' ultimo Camilleri e Roddy Doyle IL PROTAGONISTA

CAPRI - Ugo Palmiro Intini al governo con gli odiatissimi post- comunisti. Come dicono a Napoli, "' Cca è cagnato tutto", è cambiato proprio tutto. Non trova, onorevole D' Alema? L' ex presidente del Consiglio, in gita a Capri con moglie e figli per il ponte del primo maggio, risponde senza pensarci su: "Mah, Intini non è mai stato cattivo. Comunque è proprio vero, ' cca è cagnato tutto, l' analisi del popolo napoletano coglie perfettamente la situazione...". Purché non si parli di Giuliano Amato e del nuovo governo ma piuttosto dei suoi libri preferiti, D' Alema si concede volentieri alla conversazione. Ha l' aria di chi pensa: se qualcuno crede che io sia giù di morale per gli ultimi avvenimenti politici, sbaglia di grosso. "Eccomi qui, tranquillo...". Sembra davvero rilassato mentre sorseggia un the al limone e mangia pasticcini sui bianchi divani del "Palace Hotel", l' esclusivo albergo dell' isola con centro di benessere. Riposo e massaggi d' acqua, il soggiorno per ritemprare corpo e spirito costa settecentomila a notte o giù di lì. La suite "Acropolis" riservata all' ex premier non dispone di piscina privata però l' hanno addobbata con i fiori in onore dell' ospite, ha due camere da letto comunicanti, due salottini e un terrazzo a picco sul mare da cui si vedono Ischia e Procida. D' Alema sbarca sull' isola alle 16.30 dal cabinato "Acqua Marina II", un ventuno metri messo a disposizione da un imprenditore napoletano suo amico, Antonio Pisano. Un po' di ritardo per il maltempo. Sul molo trova ad accoglierlo il consigliere Claudio Velardi, caprese d' adozione. Forse oggi incontrerà il neopresidente di Confindustria, Antonio D' Amato: appena un anno fa, a Napoli, aveva definito D' Amato "l' arruffapopolo", ma i due si stimano, a parte qualche screzio. Il mare mosso e la pioggia hanno un po' disturbato Linda Giuva: "Traversata hard, abbastanza dura", la ex first lady commenta così il breve viaggio da Mergellina al porto turistico di Capri. Scendono anche i bambini, Giulia e Francesco. C' è tempo per un aperitivo al bar Ferraro. La scorta incalza, tre auto blindate attendono con il motore acceso. Un ormeggiatore carica in macchina i bagagli, tre valigie e due borsoni. Si va al "Palace Hotel", anche se il corteo resta bloccato per qualche istante nell' ingorgo, in via Marina Grande dove si incrociano due minibus zeppi di turisti. D' Alema indossa un giaccone di renna blu, pantaloni scuri di tela, scarpe comode da passeggio. Non è potuto arrivare nell' isola con l' Ikarus, la sua barca a vela è in manutenzione nei cantieri di Viareggio. Si sta preparando per la regata di metà giugno all' Argentario, la "Baltic Cup". L' anno scorso vinse, vorrebbe ripetere il successo. Oggi, tempo permettendo, doppierà i Faraglioni sulla barca a vela di un altro imprenditore amico, Paolo Signorini. Fissa il cielo grigio di nuvole e, sarcastico, riflette: "Come mai ho scelto Capri nel week-end? Per il sole, ovvio....". Con i fedelissimi della comitiva isolana, Velardi, Salvatore Di Fede, gli editori Ausilia Veneruso e Riccardo Esposito, il parlamentare diessino Vincenzo Siniscalchi, va a cena alla Migliara da Gelsomina. Insieme nel ristorante preferito per mangiare un antipasto, fritto misto di crocchette e melanzane, spaghetti ai frutti di mare innaffiati da vino bianco, grigliata mista di pesce, torta caprese. "Non parlo di politica in vacanza", ribadisce l' ex capo del governo. Ma una battuta sul referendum, quella sì, si può fare: "E' importante che il referendum si tenga - dice - era già fissato, non farlo a campagna elettorale iniziata sarebbe stata una sottrazione dei diritti fondamentali dei cittadini". D' Alema auspica che la gente vada a votare, per il quorum: "Spero che ciò incoraggi il varo di una nuova legge. Anche in caso di vittoria del sì il parlamento dovrebbe intervenire per dare più stabilità al sistema elettorale maggioritario e gt;. E lei, ora, cosa farà? "Torno a lavorare. Sarò un parlamentare assiduo. Mercoledì si vota in aula il decreto antinflazione. Pensate che soddisfazione, vado ad approvare un mio decreto". Basta politica, ora. Il titolo dell' ultimo romanzo che sta leggendo, piuttosto: "Una stella di nome Henry", dello scrittore irlandese Roddy Doyle. "Bellissimo, molto forte". Ha appena terminato l' ultimo di Camilleri, "La gita a Tindari": "Nel libro mi ha molto colpito l' episodio dell' incontro con il mafioso Balduccio Sinagra", racconta. Arrivederci, è l' ora dello shopping. Domattina si torna a Roma.


la Repubblica - Venerdì, 28 aprile 2000 - pagina 42
Le novità in classifica
VA IN SCENA LA RECITA DI SANDOR MARAI

Due novità nella classifica dei libri più venduti: entrano nella Top Ten, rispettivamente in quarta e decima posizione, l' ultimo romanzo uscito in Italia di Sandor Marai, La recita di Bolzano, e Sotto pressione di David Baldacci. Il re è sempre Andrea Camilleri, il più venduto con La gita a Tindari (ben presente con altri titoli nella tabella della narrativa italiana), mentre è nettamente in salita un libro uscito qualche mese fa, I no aiutano a crescere, una sorta di bibbia per genitori incerti. Stabile al quinto posto L' era dell' accesso. La rivoluzione della new economy di Jeremy Rifkin, una presentazione degli scenari futuri. Ricordiamo che la classifica dei libri è stata realizzata dall' Istituto Cirm esplorando sessanta librerie a rotazione, tra cui alcune del Gruppo Librerie informatizzate Libris.


la Repubblica - Venerdì, 21 aprile 2000 - pagina 52
Le novità in classifica
ENTRANO DE CRESCENZO E IL SAGGIO DI RIFKIN

DUE novità nella classifica dei libri più venduti: entrano - direttamente in seconda e in quinta posizione - il nuovo romanzo di Luciano De Crescenzo, "La distrazione", e il saggio di Jeremy Rifkin "L' era dell' accesso - La rivoluzione della new economy", una presentazione del futuro in cui i principali generatori di ricchezza diventano le idee e le nuove conoscenze. Nessuna variazione, invece, per quanto riguarda la guida della classifica: dopo nove settimane, "La gita a Tindari" di Andrea Camilleri continua a essere il libro più venduto. Stabili John Grisham ("Il testamento") e George Elizabeth ("Il morso del serpente"). Ricordiamo che la classifica è stata effettuata dall' Istituto Cirm esplorando sessanta librerie a rotazione, tra cui alcune del Gruppo librerie informatizzate Libris. La settimana di rilevazione va dal 12 al 19 aprile.

 

la Repubblica - Venerdì, 7 aprile 2000 - pagina 54
Le novità in classifica
ARRIVA IL CICLONE HARRY POTTER

L' ultimo Harry Potter si piazza immediatamente in seconda posizione, scalzando un bestsellerista di razza come John Grisham. L' ultimo romanzo di J. K. Rowling, l' autrice per ragazzi più famosa del mondo, conferma che siamo di fronte a uno strano fenomeno letterario, dove una serie di storie destinate principalmente a lettori giovanissimi coinvolge in realtà un pubblico molto più ampio. Nessun altro nuovo ingresso, questa settimana. In vetta rimane Camilleri con "La gita di Tindari". E va sempre meglio "Il viaggio verso casa", l' ultimo romanzo dell' irlandese Catherine Dunne, l' autrice della "Metà di niente". Ricordiamo che la classifica è stata effettuata dall' Istituto Cirm esplorando sessanta librerie a rotazione, tra cui alcune del Gruppo librerie informatizzate Libris. La settimana di rilevazione va dal 29 marzo al 4 aprile.


Il Messaggero Giovedì 6 Aprile 2000

Enciclopedia dello spettacolo, festa
dei 50 anni con Camilleri e Borsellino


Ricorre il cinquantenario dell'Enciclopedia dello Spettacolo, grande impresa culturale e grande idea di "teatro in forma di libro". Per l'occasione si incontrano oggi alle 17, all'Argiletum di via Madonna dei Monti a Roma, molti fra i protagonisti di quest'opera, da Nino Borsellino ad Andrea Camilleri, da Cesare Garboli a Paolo Chiarini, Tullio De Mauro, Roman Vlad, Franca Angelini, Renzo Bonvicini, Guido Turchi, Giulio Cesare Castello, Bruno Gentili, Vittoria Ottolenghi e tanti altri, coordinati da Alessandro D'Amico e Luigi Squarzina. L'iniziativa è a cura del Corso di Laurea in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo dell'Università di Roma Tre.

 

la Repubblica - Mercoledì, 5 aprile 2000 - pagina 58
di MASSIMO NOVELLI

Presentato a Torino il programma della Fiera del Libro
CAMBIA IL MONDO IL SALONE SI ADEGUA

Molti ospiti da Steiner a Walcott da Pennac a Hobsbawm

Torino Cambia il vecchio mondo tra migrazioni di popoli e globalizzazione, nuove povertà e new economy. Muta naturalmente lo stesso modo di comunicare, di leggere, di apprendere. La Fiera del Libro di Torino vuole cogliere le cosiddette sfide del Duemila e vara così per la prossima edizione (dall' 11 al 15 maggio al Lingotto) un programma centrato sui due grandi fenomeni che stanno rivoluzionando il pianeta: l' innovazione tecnologica e la crescente dimensione multietnica e multiculturale delle società occidentali. Se il virtuale, le nuove tecnologie applicate alla diffusione della cultura, le frontiere dell' e-book, potranno contare su una presenza in fiera fortemente potenziata, pure gli intrecci di culture sembrano essere ben rappresentati. Grazie anche al contributo del Premio Grinzane Cavour, che fa il pieno con sei iniziative, Ernesto Ferrero, direttore editoriale della manifestazione, e i consulenti Giuseppe Pontiggia, Emilio Tadini e Khaled Fouad Allam, hanno puntato le loro carte su scrittori e intellettuali di livello internazionale, in grado di riassumere con autorevolezza lo spirito della Librolandia 2000. Si va da George Steiner a Derek Walcott, Ben Okri, Jacques Derrida, Eric J. Hobsbawm, il cinese Yu Hua, Daniel Pennac, Daniel Picouly, il poeta siriano Adonis, Patrick Chamoiseau, Daniel Cohn-Bendit, il turco Orhan Pamuk, Predrag Matvejevic' , Daniel Chavarria, Paco Ignacio Taibo II, Andrea Camilleri, per citarne alcuni. Con l' ambizione di sprovincializzarsi e di diventare un punto di riferimento non solo nazionale per il libro e per la lettura, l' edizione di maggio della fiera avrà un' attenzione particolare per il mondo arabo e mediterraneo. S' annunciano inoltre una giornata dedicata agli operatori professionali, un forum con editori europei e americani di prestigio (da Gallimard a Faber e Faber), uno spazio per case editrici e istituzioni culturali internazionali. Tra le altre novità illustrate ieri da Ferrero, sono da ricordare l' aumento degli spazi espositivi (un padiglione in più) e di quelli per i ragazzi, e il congresso dell' Associazione italiana biblioteche. Tornano infine editori come Donzelli, Fazi, Laterza, Loescher, Salani e Zanichelli.

 

la Repubblica - Domenica, 2 aprile 2000 - pagina 1
di GIORGIO BOCCA

Quelle paure dei politici davanti alla Benemerita
QUELLE PAURE DEI POLITICI

Sin dalla sua nascita l' Arma ha avuto un' esistenza ambigua, intrisa di fedeltà, rispetto, affari "delicati" e misteri

COME di prammatica nelle faccende italiane quando si parla dei carabinieri torna il salutare rispetto, misto a paura, per i "fratelli Branca", che nell' immaginario collettivo arrivano appaiati e senza discutere tanto "ti schiaffano dentro". La legge che promuove l' Arma a quarta forza armata sembra figlia di questo sentimento ampiamente diffuso anche nel nostro ceto politico. Una legge, ha osservato Scalfari, priva di ogni seria motivazione o, forse, di ogni motivazione confessabile come sarebbe la paura di un ceto politico debole, confuso che con la legge se non si mette sotto la protezione dei carabinieri almeno cerca di non averli contro. FORSE l' epilogo inevitabile di uno Stato che dalla fondazione ha fatto dell' esercito il massimo garante della sua conservazione che ora, ridottosi l' esercito a compiti secondari nell' Alleanza atlantica, affida il compito ai carabinieri. Pare infatti evidente che questa legge è stata voluta o accettata dall' intero arco parlamentare, dalla maggioranza come dall' opposizione. Appare anche più che plausibile che non solo i carabinieri, non solo i poliziotti ma anche deputati e senatori fossero a conoscenza del progetto autoritario del colonnello Pappalardo, così come certamente erano a conoscenza dell' analogo fascicolo del generale dei paracadutisti Celentano, che insomma quando si tratta di forze armate i nostri parlamentari fanno finta di non sentire e di non vedere. Se è potuto accadere, come ha raccontato Scalfari, che l' intero Stato maggiore dell' Arma affermasse sotto giuramento al processo De Lorenzo Espresso che non c' era stato nessun Piano Solo, nessun piano alla Grecia dei colonnelli, e un anno appresso di fronte a una commissione parlamentare di inchiesta lo ammettesse sapendo che sarebbe rimasto impunito può benissimo essere accaduto che il fascicolo Pappalardo fosse noto a tutti o quasi nei comandi e che ora risulti un oggetto sconosciuto. La promozione dei carabinieri a quarta forza armata dello Stato, ha detto Francesco Cossiga che di queste cose se ne intende, "ne fa la prima polizia funzionante nel paese". Non è la prima volta che Francesco Cossiga fa delle affermazioni sbalorditive con l' aria di dire cose normali anzi di comune buon senso. Come questa: che in un paese democratico esercito e polizia possono essere la stessa cosa. Come se negli Usa l' Fbi fosse la stessa cosa dei marines. Naturalmente paragoni di questo genere non sono possibili perché le storie italiane sono sempre imparagonabili a quelle del resto del mondo, e perché la nostra anomalia fa parte della nostra storia. I carabinieri non sono mai stati facilmente definibili: guardia armata dei Savoia, incaricati delle più difficili operazioni politiche come l' arresto di Mussolini o l' eliminazione di Ettore Muti, sempre a difesa dello Stato ma sempre presenti in qualche modo nell' antistato a copia conforme dei legami inconfessabili che hanno sempre legato i potenti nel nostro paese alle forze illegali. Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando definiva questa anomalia italiana quasi istituzionale con una sigla, il Pamm: politica, affari, massoneria, mafia. Lo scrittore Camilleri ne parla come del patto non scritto ma immanente che sin dall' arrivo dei piemontesi a Palermo ha unito generali savoiardi, aristocratici, deputati, sindaci, parroci e mafiosi. L' arma dei carabinieri non è stata esentata dall' essere contemporaneamente fuori e dentro nell' Italia ufficiale della Costituzione e della legge e sia nell' altra. Per reggere a questo compito impossibile in ogni paese fuor che nel nostro i carabinieri hanno nei secoli elaborato un loro modo di essere, una loro filosofia: autocertificarsi, fare blocco sempre in difesa dell' Arma, chiedere e ottenere la impunità per i lavori "delicati". I casi delicati in cui l' Arma ha chiesto e ottenuto di mantenere il segreto e di avere l' impunità sono numerosi e noti ma su di essi anche la pubblica opinione non ha mai rotto la regola del rispetto e della salutare paura. Si incomincia con la eliminazione del bandito Giuliano e del separatismo siciliano ottenuti grazie ai buoni uffici inconfessabili della mafia e, nonostante le rivelazioni su come andarono realmente i fatti, non ci sono mai state indagini serie. E si è arrivati fino all' arresto del boss dei boss Totò Riina con tutti i suoi perduranti misteri sul covo in cui i carabinieri dei Ros non misero mai piede, da cui lasciarono scomparire carte, mobili e persino gli infissi. Quando negli anni del terrorismo il generale Dalla Chiesa raccontò ai cronisti che Curcio e Franceschini erano stati arrestati casualmente presso Pinerolo e io mi permisi di osservargli che la versione era incredibile, il generale sorrise e la mantenne con l' appoggio compatto dell' Arma e di quanti nell' Arma erano al corrente che i brigatisti erano stati attirati nell' imboscata da padre Mitra. Il rispetto e la fiducia che la gente comune, fra cui mi metto, ha per i carabinieri sono motivati: senza di loro non avremmo liquidato nel primo dopoguerra il separatismo come negli anni di piombo non avremmo debellato il terrorismo. Il fatto è che gli si chiede troppo, di recitare troppe parti, per esempio di stare nelle province mafiose nelle loro caserme, unica presenza a volte dello Stato, ma di non avere rapporti con i mafiosi, come li aveva il maresciallo Lombardo che risolse la tragica contraddizione con il suicidio. La capacità di far blocco in certi casi ha assunto i toni di una sfida. Come la volta che in dissidio con il sindaco di Palermo Leoluca Orlando disertarono in massa una pubblica cerimonia e solo dopo la riappacificazione si presentarono in blocco ad altra cerimonia in alta uniforme. C' è stata davvero in questa faccenda del colonnello Pappalardo una tentazione golpista dei carabinieri, nell' Arma c' è davvero una crescente insofferenza per questa democrazia pasticciona e ladra? Probabilmente no, o almeno non superiore a quella di molti di noi. I carabinieri hanno uno Stato maggiore colto il quale sa benissimo che un golpe paramilitare e autoritario non è possibile nella Comunità europea pronta, come si è visto con Haider, a difendere anche la facciata democratica. E allora? Allora forse la misteriosa e un po' ridicola vicenda ha una connotazione corporativa. L' Arma voleva da sempre diventare esercito e da sempre chiedeva più poteri e più mezzi. In fondo il colonnello Pappalardo è un sindacalista che ha pensato di sfruttare a favore della sua azienda la paura dei politici. Non è una spiegazione nobile, degna di una storia drammatica ma forse è la più vicina al vero.

 
gita a vigata Questo mese e' in programma una GITA A VIGATA

E' previsto un soggiorno nel fine settimana del Primo Maggio nel vigatese con due pernottamenti sabato 29 e domenica 30 Aprile


Le iscrizioni sono chiuse