Corriere della Sera 30.06.2000
Il libro del giorno.
Un serial killer per il Commissario Cataldo
Non è tutto oro quello che luccica sotto l’apparente effervescenza del giallo italiano. Non convince più
Camilleri, che s’è adagiato in una sua piacevole ma ammiccante maniera narrativa. Non convince del tutto
Ferrandino, tentato dagli eccessi di teatralità (e di staticità) della sceneggiata napoletana. Non
persuade il troppo prolifico Lucarelli, che non è Simenon o Ed McBain, i soli a potersi permettere l’iper-fecondità letteraria. E perciò, se dovessimo puntare, oggi, su un autore, guarderemmo piuttosto al defilato, defilatissimo ma talentoso Luigi
Guicciardi. Modenese quarantaduenne, giunto al secondo romanzo. Nonostante il suo protagonista, Vanni Cataldo, sia un bel quarantenne siciliano trapiantato in
Emeilia, adeguatosi rapidamente alla cultura dei tortellini, ma con qualche nostalgia per la sua terra e di una donna ex-amata, i romanzi di Guicciardi non hanno nulla di quell’"allegro" bonario che caratterizza la produzione di
Camilleri. L’universo di Cataldo è il luogo di una solitudine drammatica e forzosa, affrontato (e sopportato, non senza qualche punta di umorismo) dal personaggio attraverso il ricorso a una travagliata, lapidaria sentenziosità che cerca invano un senso alla vita e alle sue storture. Come accade in questo nuovo libro: tre omicidi a Modena, di sera, per tre giorni consecutivi; tre messaggi incompleti e misteriosi accanto ai tre cadaveri. Forse, l’opera di un serial killer che può colpire ancora. O è piuttosto –si chiede Cataldo- una lontana vicenda a riaffiorare dal tempo? La violenza ai danni di una ragazza della Modena benestante, che Cataldo è deciso a riportare alla luce per raggiungere l’assassino. Di Guicciardi va apprezzata l’invenzione di situazioni ad alta tensione narrativa, ottenute col minimo impiego di effetti: uno stile per coordinate secco, una raffica di dialoghi senza sbavature. ma non va sottovalutata la costruzione di un mondo etico: baluardo non anacronistico di fronte al dilagare del male.
Giovanni Pacchiano
Luigi Guicciardi
Filastrocca di sangue per il commissario Cataldo
Piemme, pagine 227, Lire 28.000
L'Espresso 29.06.2000
Ricci e sarde per Montalbano
Il suo commissario Montalbano vive sul mare. «Anch'io», dice Andrea Camilleri, «sono siciliano di mare. Ma per Enna ho un'attrazione fatale: la torre ottagonale di Federico II è un luogo magico. Lì si riuniva con i suoi poeti».
Quali altri luoghi di sicilianità consiglia al turista?
«Soprattutto la Sicilia aspra, quella desertica. E dopo puntare verso il mare. Così si capisce l'anima di questa terra. Un posto per me irrinunciabile è la Scala dei Turchi, vicino a Porto Empedocle. È una montagna di marmo bianco che si butta nel mare. Tutte le volte che torno in Sicilia devo andarci».
I sapori di Sicilia quali sono?
«Il riccio di mare appena tolto dall'acqua, e la purtroppo ormai rara sarda cotta sul mattone. Poi ci sono due odori: quello dello zolfo e quello del sale. Del sale marino, intendo, come nelle saline di Trapani, o del salgemma, come nella miniera di Siculiana: un antro di immensa suggestione».
la Repubblica - Venerdì, 23 giugno 2000 - pagina 54
Le novità in classifica
CAMILLERI IN TRIONFO INSIEME AI POKÉMON
Il "San Camilleri" - come lo celebrano grati alla Sellerio - trionfa oggi nella vetrina dei primi dieci, affiancando a "La gita a Tindari" il superpocket mondadoriano "La mossa del cavallo". L' inarrestabile successo prosegue poi nella tabella settoriale, terzo nella narrativa con "Il cane di terracotta". La Sicilia è presente anche nei racconti di Stefano Malatesta, che con "Il cane che andava per mare" è quinto della narrativa. L' alchimia sempre imprevedibile dei bestseller mescola la strana lingua di Camilleri con un codice assai distante, quello dei Pokémon, che irrompone tra i top ten con due volumi di Tracey West. Successo garantito anche per il giallo archeologico di Christian Jacq e per quello terrifico di Thomas Harris, che ritorna in classifica con il supereconomico. Ricordiamo che la classifica è stata realizzata dall' Istituto Cirm. La settimana di rilevazioni va dal 14 al 20 giugno.
la Repubblica - Lunedì, 26 giugno 2000 - pagina 42
di BARBARA BRIGANTI
Al Castello di Belgioioso in mostra i piaceri della tavola. Le feste, i banchetti, la caccia dell' aristocrazia lombarda
VITA DI CAMPAGNA COSÌ LA PITTURA AMAVA RIPRENDERLA
Una società che è durata per secoli, oggi scomparsa, e di cui l' arte, anche minore, ha reso testimonianza
Pavia In questo inizio d' estate il castello di Belgioioso ritrova la sua vocazione e i fasti del proprio passato ospitando una mostra che gli è particolarmente consona. Fino al 16 luglio i saloni che videre le feste, le cacce, i banchetti che allietavano la "villeggiatura" dell' aristocrazia lombarda fanno da cornice a I piaceri della vita di Campagna (a cura di Franco Moro, catalogo De Agostini Rizzoli con un inedito autobiografico di Andrea
Camilleri). Quadri ma non solo: anche oggetti, vestiti, armi, tutto quanto evoca quali fossero i passatempi e le occupazioni di tutta quella gente che, a periodi prefissati, e verosimilmente legati al calendario dei lavori dei campi, lasciava i palazzi di città per trasferirsi nei feudi, e di tutti coloro che, sia per gusto che per limitate disponibilità economiche, in campagna ci abitavano tutto l' anno. Tra le tante c' è una grande tela che rappresenta una tavola imbandita dove troneggia, ingioiellata e in abito di gala la padrona di casa. In lontananza è raffigurato il feudo, sotto un cielo minaccioso, d' altronde la stagione della caccia è l' autunno. Sulla tovaglia immacolata è in bella mostra una sorta di picnic con pasticci di carne e uova sode più che un vero pranzo. Il pane, forse per rispetto, è coperto da tovaglioli candidi. Le bottiglie di vino galleggiano in una tinozza di rame con pannocchie di granoturco a mo' di tappo; intorno si esibisce una folla di invitati, figli, famigli, cani e cacciatori. Potrebbero essere i vicini buoni dell' innominato manzoniano o una versione campestre della famiglia di don Ferrante. Quando non si cacciava, pescava o mangiava a quanto pare in campagna si faceva un gran ballare e ascoltar musica, si rievocavano i fasti e le grazie dell' età dell' oro, si osservava la natura ma anche la vita dei villani, in attesa che una nuova classe sociale scoprisse le gioie della rusticità dando vita a quella stagione dolce e decadente che vide sfiorire nelle "fughe delle stanze morte" la giovinezza delle varie signorine
Felicite. L' Italia è stata una civiltà di contadini inurbati e la sensazione che emerge da questa visita è straordinariamente diversa da quella che si prova visitando le grandiose magioni inglesi o i chateaux Francesi. Qui la vita di campagna, anche in villa, è fittamente intrecciata con la vita vera di quella società scomparsa, e tutto sommato è curioso che di tanta parte della quotidianità di un mondo durato secoli sia rimasto così poco. In autunno la mostra si trasferirà ad
Ariccia, in quella che fu la proprietà dei principi Chigi e che miracolosamente ci è giunta quasi intatta. Qui si veniva per sfuggire all' intollerabile calura di Roma, ma il gusto atavico per i passatempi, gli svaghi, i giochi era identico, come si può capire guardando i ritratti che il principe fece eseguire unendo nella stessa immagine i suoi beni più preziosi: i suoi cani da caccia e i feudi più importanti.
Auditorium di San Barnaba a Brescia 20.06.2000
corso Magenta 44/A
Montalbano & Montalbán
Domanda : le piace la società attuale?
C: Camilleri ha risposto che la ragione lo fa essere pessimista e quindi gli dice che la società attuale è quanto di peggio la sua generazione e le altre precedenti abbiano potuto "creare",ma il cuore lo spinge irreversibilmente verso l'ottimismo; la sua è una continua lotta per equilibrare le due forze in contrasto.
M: no, ma anch'io sono o meglio voglio essere ottimista, speranzoso forse è la parola più giusta.
Il giornalista prendendo spunto dalle esternazioni fatte dallo stesso Camilleri sul suo passato fascista gli ha chiesto se rinnega qualcosa del suo passato di fascista e se rinnega qualcosa del suo passato di comunista. E gli chiede "O dovrei dire presente da comunista?".
C: Camilleri ha risposto che del suo passato non rinnega niente,e che, nonostante il crollo del comunismo lui crede ancora che l'ideologia se sarà in grado di fare un "enorme sforzo di modernizzazione" possa migliorare lo stato delle cose. Il giornalista gli ha quindi chiesto? "Utopicamente parlando?" E lui ha risposto "Ai posteri l'ardua sentenza"
M: concordo con la versione di Andrea
D: che letture sono state importante per lei durante il periodo fascista?
C: "La condizione umana" che mi ha fatto venire la febbre e qui sono serio quando parlo.
M: …………..(nebbia totale)
D: cosa avrebbe voluto fare nella vita se non fosse diventato scrittore?
M: l'avanticentro, corretto in 'centravanti' dal giornalista, del Barcellona. Non penso sia più possibile per me diventarlo.
C: penso sarei stato un buon ammiraglio.
D: lei pensa di intendersi di donne? Di capirle?
C: penso che al mondo solo due o al massimo tre uomini possano dire di intendersi, nel senso di capire, le donne
M: la mamma è la donna più importante
D: la passione culinaria che vi accomuna: qual è il vostro piatto preferito?
C: le sarde a beccafico. Non potendole più mangiare le faccio mangiare al mio Commissario Montalbano.
M: xxxxxxx, piatto originario dei Paesi Baschi.
D: c'è ancora un luogo in cui non siete mai stati e ci vorreste andare?
M:Shangri-La
C. dopo aver riflettuto un po' ha detto: anche per me.
Dalla nostra inviata Gio'
Il prossimo libro a 4 mani con Montalban Andrea Camilleri e Manuel Vazquez Montalban si incontreranno in pubblico giorno 20 giugno (ore 18.00) a Brescia nell'auditorium di San Barnaba. I due scrittori sono molto amici, al punto che Camilleri ha chiamato Salvo montalbano il protagonista dei suoi gialli.
Una lunga conversazione tra Camilleri e Montalban, raccolta da Hado Lyria, sara' pubblicata tra poco da Frassinelli in un libro inttitolato Montalbano & Montalban
Il messaggero 18.06.2000
E Montalbán incontra Montalbano
Amici in giallo/Lo scrittore catalano, premiato dal ”Grinzane”, parla del libro a cui sta lavorando con Camilleri «Cosa abbiamo in comune? Coerenza e idee
Torino
Ecco i due supervincitori della XIX edizione del Premio Grinzane Cavour. Per la narrativa italiana, Filippo Tuena, Tutti i sognatori (Fazi editore), 131 voti; nella terna con Luca Doninelli, La nuova èra (Garzanti), 83 voti; e Laura Pariani, La signora dei porci (Rizzoli), 34 voti. Per la narrativa straniera, l'americano Michael Cunningham, Le ore (Bompiani), 101 voti; nella terna con Ursula Hegi, Come pietre nel fiume (Feltrinelli), 75 voti; e Tahar Ben Jelloun, L'albergo dei poveri (Einaudi), 72 voti.
Prescelti da una ventina di giurie scolastiche (c'era anche il liceo scientifico "Pasteur" di Roma), si aggiudicano dieci milioni (otto per gli altri finalisti). Oltre al premio internazionale assegnato a Manuel Vázquez Montalbán, quello per la saggistica d'autore (anche questo di dieci milioni) è andato a Cesare Segre. Il premio Grinzane Cavour per l'autore esordiente e quello per la traduzione (entrambi di otto milioni) sono stati vinti, rispettivamente, dall'iracheno Younis Tawfik (per La straniera, Bompiani), e da Gian Piero Bona (ha tradotto soprattutto opere di autori francesi, tra gli altri Rimbaud e Feydeau).
P. M. T.
la Repubblica - Domenica, 18 giugno 2000 - pagina 1
di EUGENIO SCALFARI
IL GRANDE FRATELLO COLPISCE ANCORA
MI RENDO conto di quanto sia importante - dovete credermi, lo dico senza alcuna ironia - approvare una nuova legge elettorale che dia rappresentanza e stabilità politica; così pure continuare nella ricerca di colui o colei che guidi il centrosinistra alla riscossa, riformare il welfare, cioè lo Stato sociale che per mezzo secolo ha assicurato i lavoratori e i ceti a basso reddito contro i contraccolpi del ciclo economico; infine portare a termine la liberalizzazione dei mercati e imboccare la via maestra di un vero e solidale federalismo. Mi piacerebbe anche - lo confesso - che il Parlamento risolvesse una volta per tutte il famoso conflitto di interessi che sembra invece essere stato accantonato per sempre e di cui continuano a parlare con indomita quanto inascoltata tenacia su questo giornale Giovanni Valentini e Claudio Rinaldi, "voces clamantes in deserto". E tuttavia, nonostante la loro riconosciuta importanza, non sono questi secondo me gli argomenti più degni di meditazione. Almeno per me, per i miei gusti attuali, ce ne sono altri di maggiore momento. Per esempio la trasmissione in corso di allestimento su Canale 5 dal titolo "Il Grande Fratello". E la discussione, innescata da questa notizia, sul tema dei nuovi modelli della comunicazione che starebbero segnando la fine non solo del giornalismo (poco male diranno in molti) ma perfino del cinema, del teatro e se volete del romanzo. Infine questa "reductio ad unum" che la comunicazione-verità potrà produrre facendo piazza pulita di ogni genere di comunicazione informativa o artistica, non rischierà anche di seppellire la poesia, i poeti e con essi le persone che sono state aiutate dalla poesia a vivere quegli attimi di commozione e di partecipazione al creato che sono tra le pochissime cose che danno un senso alla vita? Vedete bene che questi sono temi con i quali non ci può essere gara, sicché immagino che sarò assolto perché è di essi che mi occuperò lasciando in mani più esperte delle mie le grandi questioni dello scontro politico, di quello sociale, delle evoluzioni acrobatiche di Clemente Mastella nonché della resurrezione di Nando Adornato dopo il fallimento di "Liberal" nell' inatteso ruolo di Perseo pubblicizzato sulle pagine redazionali del "Corriere della Sera". *** La trasmissione "Il Grande Fratello", per chi non lo sapesse, rappresenta l' evento più atteso della prossima stagione televisiva. Tutto lo staff di Canale 5 è all' opera per prepararla insieme a Canal Plus e ad alcuni tra i maggiori "web" che operano su Internet. Ne sarà responsabile quel Rondolino già collaboratore di D' Alema, poi scrittore "hard" come sostengono alcuni che hanno letto un suo libro ed ora approdato sulle sponde di Mediaset. "Omnia munda mundis", se è consentita la citazione. TRASMISSIONI analoghe sono già state sperimentate in Spagna, in Olanda, in Gran Bretagna e naturalmente in Usa. Anche Murdoch se ne interessa intensamente (e ti pareva!); ma il capostipite del genere fu l' anno scorso il film "Truman Show" diventato ben presto famoso, dove si raccontava la storia d' un giovanotto predestinato fin dall' infanzia a vivere in un finto villaggio, in una finta famiglia, con un finto lavoro e una finta moglie, ripreso in ogni momento della sua giornata da decine di telecamere opportunamente occultate ai suoi inconsapevoli occhi, per la delizia di milioni di spettatori che lo vedevano ritratto in ogni postura, dalla più ovvia alla più scabrosa, senza che il protagonista ne avesse il minimo sospetto. Alla fine il giovanotto si innamora, capisce che fin lì ha vissuto in un mondo di cartapesta, riesce ad evadere e rientra nell' anonimato di una vita normale. Sembra che tutte le trasmissioni ispirate al "Truman Show" abbiano avuto notevole successo anche se manca in esse il presupposto dell' innocenza. Il protagonista del film non sapeva - questa è la finzione che l' ha reso popolare - di vivere sotto osservazione; nelle trasmissioni intitolate "Il Grande Fratello" invece quel presupposto manca; è infatti pacifico che i protagonisti scelti per sottoporsi alle riprese dei cameramen sono sotto contratto, hanno superato un concorso di ammissione alquanto difficile e ovviamente ricevono un adeguato compenso per la loro prestazione. A dirla in soldoni queste trasmissioni non sono altro che uno spogliarello televisivo; spogliarello metaforico nel senso che esibiscono senza veli la loro (fittizia ma verosimile) quotidianità fatta di tutto e di niente, compresi i ruttini, le sedute sul "water", discussioni politiche, tifo per la squadra del cuore, liti in famiglia e via dicendo. Oltre allo spogliarello metaforico (e perfino metafisico se sarà il caso) non mancherà neppure lo spogliarello vero e proprio davanti alle telecamere e possibilmente anche la ripresa di accoppiamenti veritieri che anzi dovrebbero essere il "clou" della trasmissione. Ricordavo prima che "Il Grande Fratello" è già stato trionfalmente collaudato in altri paesi; il successo italiano - c' è da scommetterlo - non mancherà. Conoscendo l' indole dei nostri concittadini prevedo anzi che l' "audience" di Canale 5 batterà ogni record internazionale. In Spagna pare che la cifra media di ascolto sia stata di 17 milioni di persone ma noi, vedrete, la supereremo perché nel Bel Paese i "voyeur" sono popoli. *** Ci stiamo dunque incamminando verso una sorta di Tv- verità o se volete di "candid-camera" che però non è verità e non è candida perché tutti, a cominciare dai protagonisti, sanno perfettamente che si tratta di pura finzione così come è pura finzione (ottimamente riuscita) la storia televisiva a puntate su "Un medico in famiglia". Allora che cos' è che fa diverso "Il Grande Fratello"? Il marchingegno psicologico - se ho capito bene - è più complicato. Tutti sanno che va in scena una finzione sia pure con attori non professionali ma presi dalla strada come si diceva ai tempi del neorealismo. Tutti lo sanno ma tutti fanno finta che non sia così e che ciò che le telecamere trasmettono sia la pura registrazione in diretta di vite quotidiane in tutti i loro risvolti sorpresi da telecamere fintamente nascoste. Si tratta cioè di una doppia finzione che spaccia come vera una finta verità. Capisco bene che abbiano scelto Rondolino per guidare l' esperimento. L' attrazione per gli spettatori consiste nel guardare dal buco della serratura qualcuno che, sapendo di esser guardato, si comporta come se non lo fosse. E quelli che lo guardano sono felici: felici di vedere lui o lei che si infilano le dita nel naso, che si tolgono le mutande, che prendono a parolacce il coniuge o il fidanzato, che vanno al cesso e tirano la catena e chissà quali altre intimità ivi compresi - se si darà il caso - slanci di (finta) generosità, bontà, perdono, "mea culpa". Gesti di verità fiscale non sono previsti e tanto meno prevedibili, ma per il resto sarà il trionfo della sincerità piantata sul robusto tronco della più palese finzione. Non è questo il target? C' è solo un aspetto assolutamente vero e sta condensato nel titolo: "Il Grande Fratello". Lui, il Grande Fratello, c' è veramente e propala veramente le sue finzioni, detta veramente i comportamenti, i bisogni, le speranze, indica gli amici, mette sotto il tiro dell' antipatia e dello sberleffo i nemici, si ammanta di bonarietà, seduce col sorriso, diverte con la barzelletta, vi lava il cervello con la pubblicità. Il Grande Fratello c' è. Bisognerebbe appendere i cartelli come si fa con Dio. Dio c' è: l' altro giorno m' hanno spiegato che la scritta "Dio c' è" serve in molti casi a segnalare che lì presso c' è uno spacciatore di droga. Vallo a pensare. *** Quando la comunicazione arriva a queste raffinatezze in diretta, che te ne fai del giornalismo? E che te ne fai del romanzo? Tornassero Flaubert o Stendhal, Dostoevskij o Tolstoj, Faulkner o Virginia Woolf, venderebbero meno dell' ottimo Camilleri che per altro vende meno di quanto meriterebbe. "Era una gelida notte d' inverno": ma vuoi mettere con la visione di una bella giovane che si sveste nella sua camera da letto sotto gli occhi di alcuni milioni di guardoni? Però resta la poesia. Sembra che parecchi giovani siano sensibili alla poesia nonostante quello che gli accade intorno. Bene, sarà piccola ma è comunque una speranza. Forse bisognerebbe organizzare nelle case e magari nei teatri letture di poeti mentre la tivù trasmette "Il Grande Fratello": in epoca di non-violenza sarebbe un modo di fare resistenza. Brigate partigiane che leggono poesie. è un' idea, parliamone: da cosa nasce cosa.
la Repubblica - Venerdì, 16 giugno 2000 - pagina 54
Le novità in classifica
ARRIVANO I POKÉMON E GEORGES SIMENON
Ben tre novità, questa settimana. Se I Confratelli di John Grisham e La gita a Tindari di Andrea Camilleri si confermano nelle prime due posizioni, il resto della Top Ten è un susseguirsi di movimenti. Il registro di classe di Sandro Onofri sale al terzo posto, mentre scivola al quarto il nuovo romanzo di Sveva Casati Modignani Vaniglia e cioccolato. A seguire ancora due titoli in flessione: La recita di Bolzano di Sandor Marai (quinto) e Timeline-Ai confini del tempo di Michael Crichton (sesto). In settima posizione, sulla scia di cinema e consumi, incontriamo la prima nuova entrata della classifica Pokémon-Scelgo te! di Tracey West. All' ottavo e al nono posto ancora due new entry: il supertascabile di Diego Cugia Alcatraz e Gli intrusi di George Simenon. Decimo, il Manuale dell' imperfetto viaggiatore di Beppe Severgnini. La classifica è stata realizzata dall' Istituto Cirm.
la Repubblica - Venerdì, 9 giugno 2000 - pagina 56
Le novità della classifica
GRISHAM IN VETTA ENTRA "VELA BIANCA"
Poche le novità di questa settimana. Con "I Confratelli", John Grisham rimane in vetta, dopo aver spodestato Andrea Camilleri. Lo scrittore siciliano è seguito da Sveva Casati Modignani ("Vaniglia e cioccolato"), Sandor Marai ("La recita di Bolzano") e Michael Crichton ("Timeline"). A seguire: il fortunato "Registro di classe" dello sfortunato Sandro Onofri e un classico per ragazzi, quel "Piccolo principe" di De Saint-Exupéry, un long seller sempre presente nelle sottoclassifiche. Per il resto, l' unica novità si rintraccia nell' ultima posizione: "Vela bianca" di Sergio Bambaren racconta l' avventura di una coppia nei mari del Sud. Ricordiamo che la classifica dei libri è stata realizzata dall' Istituto Cirm esplorando sessanta librerie a rotazione, tra cui alcune del Gruppo Librerie Informatizzate Libris. La settimana di rilevazione va 31 maggio al 6 giugno.
la Repubblica - Venerdì, 9 giugno 2000 - pagina 56
di MASSIMO NOVELLI
ON LINE I PRINCIPALI "EVENTI" DELLA FIERA DEL LIBRO DI TORINO UN ARCHIVIO AUDIOVISIVO
Nasce l' archivio audiovisivo della Fiera del Libro di Torino. Grazie alle riprese in formato digitale effettuate dalle troupe di RaiSat all' ultima edizione della manifestazione del Lingotto, sono ora a disposizione su Internet i filmati dei principali eventi di Librolandia 2000, in particolare quelli dedicati ai temi del meticciato culturale e delle nuove tecnologie. Si tratta di oltre dodici ore di copertura in video per ciascuna delle cinque giornate. è un ricco cartellone che comprende, tra l' altro, la prolusione di George Steiner e gli incontri con Andrea Camilleri, Fred D' Aguiar, Luca Cavalli Sforza, Eric J. Hobsbawm, Derek Walcott, Ben Okri, Daniel Pennac, ma anche le interviste in esclusiva a scrittori come Miguel Barnet, Mayra Montero, Antonio Olinto, Daniel Picouly, dibattiti sulla letteratura e sul futuro dell' editoria (con il direttore generale della Mondadori, Gian Arturo Ferrari), fino al laboratorio di poesia di Ermanno Krumm e a quello sul fumetto. "è un servizio che nessun' altra manifestazione analoga in Europa può vantare, fiere di Francoforte e di Parigi comprese", spiegano alla Fondazione pubblica per il libro, la musica e le attività culturali. "è un' occasione per chi alla fiera c' è stato e vuole portarsi a casa un' emozione. Ed è un' opportunità, inoltre, per chi non c' è stato o non è riuscito a vedere tutto, e la fiera vuole vedersela comodamente dal proprio personal computer". I filmati si possono vedere accedendo al sito RaiSatZoom (www.raisatzoom.com) oppure alla homepage della fiera (www.fieralibro.it), che ha avuto finora 32 mila visitatori e circa 180 mila pagine sfogliate. "La fiera - concludono alla Fondazione - inaugura così un vero e proprio archivio multimediale di considerevole valore culturale, documentario e didattico, destinato ad accrescersi ad ogni edizione".
inserire
reportage del pacchione
Nel quadro delle manifestazioni per i Campionati Europei di Calcio, giovedi' 15/06/2000 alle 17:45, ad Amsterdam, verra` presentata la traduzione in olandese del "Ladro di merendine". La presentazione si terra' alla
Amstelkerk, Amstelveld nr 10. I relatori sono:
*Marc Leijendekker (corrispondentedel NCR Handelsblad in
italia)
*Prof. Vincenzo Lo Cascio dell'universita' di Amsterdam
*Prof. Costantino Maeder
dell'universita' Cattolica di Lovanio
*Patty Krone e Yond Boeke (traduttrici del libro)
da La Repubblica del 02.06.2000 Film & Mafia
Alberto Sironi a ottobre girera' l'episodio numero cinque del suo Commissario Montalbano: stavolta tocca alla storia tratta dall'ultimo giallo di Camilleri, La gita a Tindari.
la Repubblica - Venerdì, 2 giugno 2000 - pagina 54
Le novità della classifica
JOHN GRISHAM SPODESTA CAMILLERI
Dopo quattordici settimane, John Grisham spodesta Andrea
Camilleri. Lo scrittore siciliano perde il primato così a lungo conservato con La gita a Tindari (pur mantenendo innumerevoli titoli tra i primi dieci nella tabella della narrativa), mentre balza in vetta il nuovo romanzo dell' americano, I Confratelli. Altra novità rilevante, l' ingresso nella top ten di un classico per ragazzi, quel Piccolo principe di Antoine De Saint-Exupéry che per un lungo perido è rimasto nelle sottoclassifiche. Per il resto, non si registrano grandi
scosoni. Scivola di un gradino il libretto di Sveva Casati Modigliani, mentre è in ascesa il nuovo romanzo di Marcella Serrano. Ricordiamo che la classifica dei libri è stata realizzata dall' Istituto Cirm esplorando sessanta librerie a rotazione, tra cui alcune del Gruppo Librerie Informatizzate
Libris. La settimana di rilevazione va dal 24 al 30 maggio.