Tuttolibri, 17.6.2000

CAMILLERI L’ARCITALIANO

"La testa ci fa dire": l’inventore del commissario Montalbano "interrogato" da Marcello Sorgi, una lunga confessione, un esame di coscienza oltre la "sicilitudine"
Infanzia e gioventù, la famiglia, gli studi, il fascismo e Robert Capa, il teatro e il caso Montesi, il Papa buono, le Botteghe Oscure, il Ponte sullo Stretto.

Informativa di Fruttero & Lucentini

Entrati in possesso di una conversazione registrata tra due siciliani, ci siamo ben presto imbattuti nella parola "sicilitudine", sulla quale i due indugiano a lungo. Per loro stessa ammissione è una parola assai discutibile, ideata forse da un terzo siciliano (Leonardo Sciascia?), che l’adattò dal francese "negritude". Non poteva andar bene "sicilianità" per indicare quel pur suggestivo genoma di tradizioni storiche, famigliari, culturali, linguistiche, temperamentali che costituirebbero il carattere specifico dei siciliani? Eh, no, ci voleva un neologismo più sfumato, più ambiguo, più isolano e misterioso, nonché orgogliosamente inapplicabile ad altre regioni d’Italia, Abruzzitudine, Puglitudine, Trentitudine farebbero ridere, mentre "Sicilitudine" ti mette subito in guardia, attenzione, qui è meglio andare coi piedi di piombo, questo testo può essere tutto il contrario di quel che sembra, una equivoca ragnatela di allusioni, sottintesi, messaggi in codice in cui la nostra laziopiemontesitudine rischia di restare beotamente impigliata.

Una conversazione per la dna

Così, tanto per coprirci le spalle, abbiamo spedito la conversazione alla Dna (Direzione nazionale antimafia) che ci ha inviato per posta prioritaria la seguente informativa: "Trattasi", dice il documento, "di dialogo ostensibilmente "in chiaro" tra due soggetti che non risultano da noi indagati né presenti nei nostri archivi computerizzati. Tuttavia, l’andamento generale della registrazione si può configurare come una sorta di interrogatorio a 360 gradi da parte del Sorgi Marcello nei confronti del Camilleri Andrea (La testa ci fa dire, Sellerio, pp. 159, L. 15.000). Senza dubbio, in virtù della sua lunga esperienza giornalistica il Sorgi si segnala come elemento ad alta capacità indagatoria (e codesto ufficio si ripromette di tenerlo in considerazione in vista di eventuali operazioni infiltrative), abile nel provocare, mediante attinenti e gustose confidenze proprie, le confidenze del Camilleri, a farlo sentire a suo agio, sospingendolo verso la digressione, il ricordo d’infanzia o di gioventù, la rievocazione delle successive svolte politiche, dal fascismo focoso al marxismo inconsapevole, dal comunismo emozionale al tremulo scetticismo; ma peraltro fermissimo (il Sorgi) nel ricondurlo via via (il Camilleri) alla linea-guida dell’inchiesta.

Il calcione nelle vergogne

Il Camilleri sembra non rendersi conto che l’inquirente lo induce a una piena confessione autobiografica. Generalità, origini e condizioni sociali della famiglia. Studi e tendenze politiche della prima età in epoca mussoliniana. Littorali a Firenze e dolorosissimo calcione nelle "vergogne" da parte del gerarca Eccellenza Tavolini (nel prosieguo appeso a Piazzale Loreto). Salvataggio ad opera del gerarca Eccellenza Mezzasoma (nel prosieguo fucilato a Verona). Incontro nel periodo bellico con fanatico fotografo sbarcato in Sicilia al seguito delle truppe americane, che nel prosieguo si rivela essere Robert Capa. Amore per il teatro e iscrizione all’Accademia di Teatro di Roma, con borsa di studio. Cacciata, per motivi di ordine boccaccesco, dal suddetto istituto. Frequentazione di intellettuali e teatranti di varia notorietà, debiti, sacrifici e famelitudine. Commercio di sigarette di contrabbando favorito da un incontro (senza bacio) con l’on. Andreotti, e benevolo intervento di quest’ultimo a vantaggio del promettente giovane. Attività editoriale e radiotelevisiva. Sfiorato dallo scandalo Montesi, il promettente giovane provoca d’altra parte lui stesso un gravissimo scandalo ad Assisi, allorché, per futili motivi tecnici connessi a una diretta televisiva, esplode in una serie di offese irriferibili contro le sacre figure della religione (bestemmia), alla presenza di altissimi prelati tra i quali il patriarca di Venezia, nel prosieguo Papa Giovanni XXIII. Pentimento e scuse all’ecc. Roncalli, che lo perdona con buone parole. Frequentazione (con abbracci) di Botteghe Oscure. Frequentazione (muta) di Leonardo Sciascia. Regie teatrali e sceneggiature televisive. Lento avvicinamento al romanzo e invenzione del Commissario Montalbano. Successo del medesimo in ambito locale e internazionale. Incontro con Maurizio Costanzo, il giudice Caselli e l’on. D’Alema. Dissapori (di lana siculo-caprina) col siciliano Vincenzo Consolo. Pubblico appello per la costruzione di un ponte sullo stretto di Messina onde metter fine una buona volta alla sicilitudine.
Anagraficamente siciliani, i due dialoganti appaiono tuttavia all’attento esame di codesto ufficio come una coppia, in estrema sintesi, di ex-siciliani. Si evince che entrambi hanno lasciato l’isola da decenni, da decenni vivono e lavorano in contesti continentali e ne sembrano pienamente soddisfatti.

Così estroverso, così suscettibile

In particolare il Camilleri, nella confessione estortagli rata dopo rata dal Sorgi, finisce per delineare un percorso esistenziale strettamente intrecciato alle vicende storiche nazionali e passibile della qualifica di "concorso interno" alla più classica italianitudine. Estroverso, orgoglioso, collerico, suscettibile, non indifferente al richiamo di bionde svedesi disinibite, il soggetto viene a disvelarsi suo malgrado come il tipico italiano immediatamente simpatico, sanguigno, estroso, a lungo costretto ad "arrangiarsi" scivolando con alterne fortune tra le proprie contraddizioni e le varie "famiglie" detentrici del potere politico, culturale, intellettuale, radiotelevisivo ecc., eppure restandone sempre in qualche anarchico modo al di fuori. Tale emblematicità fa pertanto dire alla testa di codesto ufficio che il Camilleri Andrea andrebbe quanto prima insignito della Gran Croce di Commendatore della Repubblica Italiana, ancorché sia in corso un’indagine dell’Antitrust sul monopolio che il predetto sembra esercitare sulle classifiche dei libri più venduti" In fede. Firma non leggibile.