Il Tirreno, 08.12.2001
Con Camilleri dietro le quinte
«Le parole raccontate», un dizionario d'autore

Andrea Camilleri, ormai noto internazionalmente come scrittore, in particolare per i suoi gialli siciliani col commissario Montalbano, si è occupato di teatro quasi tutta la vita, allievo anche lui dello storico maestro di tante generazioni, Orazio Costa. Teatro in radio e tv e teatro in palcoscenico, come regista.
E ora fa i conti e ci rende conto di questa su passione con un libricino gustoso, un piccolo dizionario «incredibilmente lacunoso», come dice lui stesso, e tutt'altro che scientifico, costruito come è su visioni personali e ricordi o aneddoti, che va da Arlecchino a Testo.
E da questo lavoro esce, raccontato con quell'affabilità e tenerezza che Camilleri riserva ai suoi personaggi più cari, un teatro ormai praticamente sparito, quello di ottimi attori che hanno bisogno del suggeritore, di scene madri, serate d'onore e registi in cerca del proprio ruolo, di critici di grande levatura, ma anche di quegli aspetti che gli sono propri e ancora ne formano la base, nonostante l'arrivo dei computer e dei filmati: improvvisazioni, incidenti, amore e cura artigianale.
In appendice una introduzione personale, il resoconto di un incontro sul tema col pubblico, e due «prefazioni fuori posto» di Andrea Scarpa, che ha curato anche la redazione del volume e racconta come sia nata l'idea del libro.
«Il viaggio dentro il teatro di un uomo che ha fatto teatro è, inevitabilmente, la storia della sua vita», afferma Camilleri, avvertendo anche «In quel preciso momento in cui si spengono o si abbassano le luci, non proviamo nessuna paura per il semplice motivo che siamo degli incoscienti puri e totali. Il teatro può fare un danno o un bene spaventosi».