La Repubblica, ed. di Palermo, 05.12.2001
La polemica
Camilleri e Merlo scontro a distanza sulla sinistra e le ruspe
ENRICO DEL MERCATO
TRA i due non è mai corso buon inchiostro. Anzi, per dire la verità,
l'editorialista del "Corriere della Sera" Francesco Merlo non ha mai
digerito Andrea Camilleri. Così, adesso che la Sicilia (in seguito alle
ripetute scoppole elettorali inflitte dal Polo al centrosinistra) è tornata
argomento di dibattito politico, proprio Francesco Merlo ha tessuto la trama di
una polemica che coinvolge non solo l'inventore del commissario Montalbano, ma
anche il dirigente dei Ds, Pietro Folena. Che è veneto (a differenza di Merlo e
Camilleri che sono siciliani «emigrati»), ma che in Sicilia ha avviato la sua
carriera politica. Ed è una polemica che parte dall'analisi della sconfitta
siciliana della sinistra, ma che lega l'esame delle cause soprattutto al
fenomeno dell'abusivismo.
Dunque, su "l'Unità" di lunedì sia Folena sia Camilleri si
addentrano nel periglioso bosco del voto siciliano. Il dirigente diessino
ripercorre i suoi anni alla guida del Pci dell'isola: «Ci fu qualche eccesso
giustizialista? Può darsi. Ma bisogna avere chiara la percezione di quale
sentimento di solitudine drammatica, soprattutto dopo il 19 luglio del'92
avvolgeva la società siciliana». Poi aggiunge che oggi «un uomo discusso come
Dell'Utri e un personale politico largamente impresentabile, vengono tuttavia
ritenuti votabili da tanta gente onesta e perbene che ha bisogno di risposte
concrete». Qualche pagina più in là, invece, Camilleri argomenta sulle
responsabilità dei sindaci (Orlando innanzitutto «io non l'ho mai considerato
di sinistra»): «Sono venute a mancare le figure carismatiche e le illusioni
del centrosinistra si sono rivelate per quelle che sono: pie illusioni. Il vasto
consenso che veniva tributato a Leoluca Orlando a Palermo, lo si è scambiato
per una adesione alla sinistra». Poi, l'intervistatore domanda allo scrittore:
«Nell'isola vogliono fermare le ruspe per la demolizione delle case abusive.
Quanto influisce il partito degli abusivi?». E Camilleri: «Pensi che in
provincia di Agrigento vi è un intero paese abusivo. È evidente che vince il
sindaco che promette di non toccare le case abusive». E qui, interviene Merlo.
"Corriere della Sera" di ieri, titolo: Abusati abusivi di Sicilia. La
stilettata a Camilleri è quasi nell'incipit: «Ma cosa dovrebbe proporre quel
sindaco (quello del paese tutto abusivo in provincia di Agrigento di cui
all'intervista dello scrittore su L'Unità) ai suoi concittadini? Votatemi e vi
distruggerò le case?». Prosegue Francesco Merlo: «Camilleri spieghi ora, con
uno dei suoi romanzi, o in un'altra intervista, o dove vuole, cosa proporrebbe
lui se fosse il sindaco di un paese abusivo».
Probabilmente è un interrogativo destinato a restare sospeso per lungo tempo.
Così come una domanda a monte: come mai quel paese è interamente abusivo?
C'era una legge da rispettare che non è stata rispettata e perché? L'altro
interrogativo, poi, Merlo lo rivolge a Folena: «Totò Cuffaro e Giuseppe
Castiglione, gli uomini più votati dell'isola erano, poco più di un anno fa,
assessori nel governo Capodicasa. Solo ora sono diventati "mammuth" e
"impresentabili"»? Merlo una risposta la dà: Il «khomeinismo laico»,
«l'estremismo giudiziario», degli anni che Folena rievoca, si sono trasformati
«in un cappio al collo dei siciliani per bene che, affamati di normalità, non
vogliono più scegliere ogni giorno tra una vita da eroi o una vita da
delinquenti». E che per questo hanno ridotto la sinistra ai minimi storici.