Liberazione 27.06.2001
Una presentazione con Andrea Camilleri e Pietro Ingrao

La Sicilia ridotta a terra di conquista, nessuna redistribuzione agraria, la guerra al banditismo che fu in realtà la repressione di una vera e propria rivolta contadina, lo spietato sfruttamento dei carusi. Ecco cosa spinge a scrivere Francesco Calogero Ingrao». Così lo scrittore Andrea Camilleri ieri, alla presentazione romana de “La bandiera degli elettori italiani” di Francesco Ingrao, una sorta di manifesto politico del repubblicanesimo democratico. Questione meridionale, rapporto tra politica, intellettuali e masse, movimenti contadini e democrazia della rappresentanza sono tra i principali temi sollevati nella discussione, alla quale hanno partecipato, oltre a Camilleri, Pietro Ingrao, nipote di Francesco, Pietro Barcellona e Alberto Olivetti. Siciliano di Grotte vicino ad Agrigento dove nasce nel 1843, mazziniano e garibaldino, Francesco Ingrao partecipa a tutti i movimenti cospirativi e di rivolta in Sicilia e nel meridione, finché non è costretto a rifugiarsi a Lenole, al confine tra Lazio e Campania. E’ il 1876 quando dà alle stampe la “Bandiera degli elettori italiani”: la sinistra storica si appresta con Depretis a conquistare in Parlamento il potere dopo 15 anni di governo dei cavouriani della destra storica. Dall’unità d’Italia è trascorso un periodo di tempo sufficiente perché emergano tutti gli elementi di delusione per la politica dello stato unitario nel Meridione. L’esordio del governo della sinistra storica riaccende momentaneamente le aspettative per la costruzione della democrazia. «Suffragio universale ed emancipazione femminile - spiega Camilleri - sono i due temi che Francesco Ingrao sottopone all’attenzione della politica italiana». Assieme allo scritto in cui Francesco Ingrao approfondisce le categorie di stato, nazione, partiti e rappresentanza democratica, esce anche, nell’edizione della Sellerio, un saggio di Giuseppe Cantarano che dà conto dell’intreccio tra biografia del personaggio e biografia della nazione italiana, e un’intervista al nipote Pietro Ingrao. Pietro Barcellona ha sottolineato il rapporto tra intellettuali, classi dirigenti e popolo come l’asse portante della democrazia, Pietro Ingrao ha richiamato il significato attuale del libro. «Oggi siamo a una vittoria di Berlusconi del 60% in Sicilia che è stata terra di grandi avanzate della sinistra. Occorre avviare una riflessione sul Meridione e questo libro è un’occasione per ripensare il rapporto tra nord e sud». 

Tonino Bucci