La Repubblica 23.05.2001

Cinque ore con Ronconi per rompere il silenzio
Alle 17,30 il "Candelaio" di Giordano Bruno riapre il vecchio teatro dopo trentasette anni
L'incantesimo del teatro Bellini si rompe alle 17,30 quando Luca Ronconi darà il via alla maratona del "Candelaio". Trentasette anni di cenere e silenzio, seguiti all'incendio del '64, si dissolveranno lungo cinque ore di spettacolo, in una lunga tirata che impegnerà lo spettatore fino a mezzanotte. La prima parte, infatti, termina alle 20, dopo due ore e mezza filate; congruo intervallo fino alle 21,30 per tirare il fiato e poi di nuovo in scena per altre due ore e mezza circa. Quasi un risarcimento con gli interessi di questi trentasette anni di buio. Insomma, da oggi il Bellini entra a far parte del club dei teatri recuperati, se non nello splendore quanto meno nella fruizione, assieme al Massimo, al Garibaldi, al Finocchiaro e al Santa Cecilia, gli altri moschettieri dell'ex città proibita. IL TEATRO. La data di nascita è 1726, col nome di teatro Santa Lucia, quella di «morte» 1964, quando il Bellini, sotto la direzione di Franco Parenti, si proponeva alla città come un laboratorio di esperienze. Dalla storia del Bellini saltano fuori due chicche: la direzione artistica affidata a Donizetti, nel 1825, e il debutto, nel 1854, del "Birraio di Preston", l'opera che ispirò l'omonimo romanzo di Camilleri. La storia più recente, quella che comincia dopo l'incendio e dopo l'apertura della pizzeria nell'ex foyer del teatro, parla di varie serate simboliche, l'ultima delle quali è quella che nel dicembre scorso vide proprio Luca Ronconi protagonista come lettore dei versi di Dante, sorta di viatico per il debutto di oggi. LA SCENA. La sorpresa maggiore sarà la pedana in legno allestita nella platea del teatro, che porterà gli attori sotto il naso degli spettatori, sistemati nei due ordini di palchetti. «Una scenografia pensata appositamente per il Bellini - conferma Ronconi - affinché il pubblico sia il più vicino possibile agli attori. È una struttura impervia, adatta a chi vuole fare una cura dimagrante». E così gli attori, sbucheranno fuori da un complesso sistema di botole che continuamente espelle e inghiotte personaggi, in un continuo gioco di apri e chiudi che si annuncia come una delle trovate più stuzzicanti dello spettacolo. LA TRAMA. La commedia di Giordano Bruno è un groviglio di personaggi che si muove in una società falsa e corrotta, quella della Napoli cinquecentesca, un coro di eruditi e mascalzoni che corre appresso a burle, amori e tradimenti. C'è messer Bonifacio che è sposato con Carubina ma è innamorato di Vittoria, a sua volta corteggiata dal pittore Bernardo; c'è Manfurio, goffo cultore di latino maccheronico, c'è Bartolomeo, alchimista dilettante che trasforma i metalli in oro, e c'è il mago Scaramurè, a cui si affida Bonifacio per conquistare la cortigiana Vittoria. I tre protagonisti saranno vittime di un gruppo di imbroglioni, puniti per la colpa di essere ridicoli, anomali o superati. Ma la cifra principale dello spettacolo resta il linguaggio che Ronconi non esita a definire «violento, vicino in molti casi al turpiloquio ma senza mai scadere nella volgarità». «Spero che si abbia la stessa piacevole sorpresa del "Pasticciaccio" di Gadda - spiega il regista - dove s'è visto che quando la voce delle persone rubata dalla letteratura lascia la pagina per tornare alla sua dimensione orale, riacquista chiarezza ed espressività». IL CAST. Dice Ronconi che «"Candelaio" non si può fare senza attori che non siano da bravissimi a grandi». E allora Bonifacio, ovvero il Candelaio, è Massimo De Francovich, Bartolomeo è Giovanni Crippa, Carubina ha il volto di Laura Marinoni, mentre Manfurio è Massimo Popolizio. Francesco Colella interpreta il mago Scaramurè e Riccardo Bini indossa i panni di Sanguino. In totale sono ventidue gli attori in scena in una produzione che vede impegnati assieme il teatro Biondo, affittuario del Bellini, e il Piccolo di Milano. IL PARTERRE. Nei palchetti del Bellini stasera ci saranno anche Mariangela Melato, protagonista della prossima stagione del Biondo, Valeria Moriconi, Pamela Villoresi, Elvira Sellerio e il direttore del Piccolo Sergio Escobar, che ha ribadito il percorso comune che lega i teatri di Palermo e di Milano. Tre palchi sono stati riservati alla famiglia Lo Bianco, proprietaria del Bellini, i cui rapporti col Comune spesso sono stati irrigiditi dalle minacce d'esproprio. Solo cento i posti disponibili, dato che la platea è stata trasformata in palcoscenico. BIGLIETTI E REPLICHE. "Candelaio" si replica fino al 31, sempre diviso in due parti: dalle 17,30 alle 20 e dalle 21,30 in poi. I biglietti costano 20 mila lire per gli abbonati del Biondo, 70 mila per tutti gli altri. Informazioni e prenotazioni al botteghino del Biondo. Lo spettacolo tornerà a Bellini nella prossima stagione
di Mario Di Caro