Lettere dal futuro
(ovvero dall'Italia berlusconiana)

da la primavera di MicroMega, n. -5, 12/04/2001

Caro amico ti scrivo dall'ottobre 2001


Roma, 28 ottobre 2001
Caro amico,
a Roma piove ininterrottamente da un mese, le strade sono perennemente allagate e il cielo è sempre grigio. E tu mi scrivi che in Finlandia, dove ti tratterrai a lungo, sembra estate! Come desideri, brevemente ti ragguaglio sui principali avvenimenti italiani dopo la strepitosa vittoria del Polo delle libertà alle elezioni del 13 maggio. Oggi 28 ottobre, malgrado il cattivo tempo, dall'alba le vie della capitale sono state invase da circa cinquantamila manifestanti che indossavano camicie azzurre, verdi e nere (una minoranza di nostalgici, dato che nel deprecato ventennio questa data veniva solennemente celebrata). Sono qui confluiti per festeggiare l'apertura del TSSM (Tribunale Superiore Speciale Magistrati, più semplicemente SS), alla cui presidenza è stato acclamato S.E. Filippo Destruso, il quale sarà coadiuvato nel suo alto magistero dal Giudice ad honorem Marcello Mela, cioè da colui che, pur essendo un esimio docente di Storia delle scienze, si è sempre appassionato ai problemi della Giustizia, e questo Tribunale Speciale ha fortissimamente voluto. S.E. Destruso, con la generosa ed elegante facondia che lo contraddistingue, ha pronunziato un alato discorso, degno di comparire in una ideale antologia dell'eloquenza accanto a Cicerone e a Demostene. Eccotene il solenne incipit: «Dicendo che questo è un giorno irremeabile, non intendo esser né parenetico né ecpirosico, ma solo affermare che una giustizia malescia e conbugliosa oggi finalmente trova il suo demulcente che saprà agire senza desidia, ferreamente volto a spazzare ogni sterquilinio, ogni razzamaglia!». Alla presenza del Presidente del Consiglio e delle più alte cariche dello Stato, S.E. Destruso ha cominciato a parlare alle 10 del mattino e ha terminato, tra applausi scroscianti, alle 18. Ha anche letto, come è suo costume, alcune pagine bianche. Molti tra i presenti, emotivamente travolti da quell'inarrestabile fiume d'eloquenza, hanno dovuto far ricorso ai medici del pronto soccorso. Anche il Capo del Governo verso le 15 è sbiancato, ma il malore è durato appena qualche minuto, poi la sua volontà superna ha avuto il sopravvento sulla fragilità del corpo. Fondamentalmente, nel discorso di S.E. Destruso, è stato l'annunzio della legge (che avrà valore retroattivo) contro l'accanimento giudiziario. «Che rappresenta un reo nel corpo sano della società?», si è chiesto il Presidente Destruso. Premesso che quello che non è sano è malato, S.E. ha spiegato che la medicina s'impegna di solito nella eliminazione della malattia entro definiti limiti, oltre i quali, come nel caso di malati terminali, la cura perde la sua connotazione, la sua finalità e si tramuta in pura ostinazione, ricerca della sfida, cecità testarda. In due parole, si muta in «accanimento terapeutico». Se è vera dunque l'equivalenza corpo sano-società sana, ne consegue che il reo è un malato e che la Giustizia giusta di deve porre gli stessi limiti morali che si pone la medicina. E qui ha fatto un esempio lampante: infliggere tre ergastoli a un uomo, non è l'espressione di una particolare volontà di accanimento? Un solo ergastolo basta e avanza. E a questo punto S.E. è passato alla pars costruens del suo discorso proponendo la non pluralità delle indagini tanto individuali quanto societarie. Vale a dire che in futuro un'azienda non potrà più essere indagata contemporaneamente per falso in bilancio, false fatturazioni e corruzione: in questa situazione è dovere del P.M. scegliere il reato che più gli aggrada e solo su quello procedere. Operata questa scelta, tutti gli altri reati connessi s'intendono automaticamente estinti. Sua Eccellenza ha anche anticipato la prossima istituzione di un Giudice dell'Intento che agirà nell'ambito del TSSM. Questo Giudice, che potrebbe intervenire solo in situazioni particolari e sempre su richiesta dell'indagato, avrebbe il compito d'accertare, ad esempio, se il Presidente (o l'amministratore Delegato) di una grande società, violando o aggirando la legge e ricavandone vantaggi economici personali, abbia però operato col segreto intento di aiutare il generale progresso socioeconomico dell'intero Paese. Se il giudice dell'Intento accerta la volontà positiva che sta dietro alla violazione, concede all'indagato - dato che rimane basilare il principio che nessuno può sottrarsi alla Legge - la facoltà di scelta del Giudice e del relativo Collegio Giudicante, senza alcuna limitazione territoriale e senza ostacoli di competenze.
La modifica del Codice Penale con l'innovativa introduzione delle AGE (Attenuanti Generali Estensibili) è a buon punto, ha rivelato Sua Eccellenza, e sarà presto varata malgrado l'opposizione di comunisti, criptocomunisti e cattocomunisti che fanno vana demagogia e sciocco populismo. Se non lo sai, l'AGE è la logica conseguenza di una convinzione del Capo del Governo consistente nel credere che il ricco non ha bisogno di rubare, mentre il povero è naturaliter portato al latrocinio. A rigor di logica ne consegue che il ricco che infrange la Legge per maggiormente arricchirsi commette un gesto gratuito che rientra nella sfera più dell'errore di gusto che del reato. In questo caso si applicano le Attenuanti Generali Estensibili che possono anche superare il massimo della pena prevista per quel reato. Mi spiego meglio: nel caso che a un tale condannato a tre anni vengono applicate le AGE, egli non solo è mandato assolto, ma se le AGE hanno raggiunto la somma di anni quattro, gli resta accreditato un buono sconto di un anno valido nel caso di una futura condanna.
In chiusura, riferendosi all'attività pratica dell'SS (Supremo Speciale), Sua Eccellenza ha chiarito che esso può agire solo dietro denunzia precisa e circostanziata di cittadini che si sono sentiti vittime dell'accanimento giudiziario. Le denunzie possono essere inoltrate anche via fax o e-mail. S.E. Destruso ha reso noto che già nel corso della stessa prima giornata alla segreteria dell'SS sono arrivate oltre tremila denunzie contro magistrati. E non è un caso, ha voluto sottolineare S.E. che il maggior numero di denunzie sia a carico di quelle che furono definite «toghe rosse».
Ti lascio, amico mio. Si è fatta notte.
Un abbraccio dal tuo
Andrea Camilleri