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Andrea Camilleri: …la Sicilia è un triangolo, ed è un
triangolo magico per uomini, paesaggio, natura, situazioni.
Bianca Cordaro: Magia e mistero, per Andrea Camilleri, restano le connotazioni
fondamentali della Sicilia che in questi anni, intanto, ha compiuto un
lungo percorso.
A.C. Secondo me è andata avanti in quelli che sono certi mutamenti
interni del comportamento. Sono cambiamenti nel DNA dei Siciliani. Per
esempio, oggi è assai difficile poter dire che in Sicilia, dovunque,
regna per esempio l’omertà, cosa che si poteva dire fino a vent’anni
fa. Oggi è difficile dirlo, perché i Siciliani, per alcune
circostanze, credo che abbiano mutato sostanzialmente atteggiamento nei
riguardi del “non ho visto”, “non c’ero”, “non ho sentito”. Oggi vedono,
sentono e quando è il caso denunziano.
B.C. E i cambiamenti, talvolta, significano perdita. Ma ci sono valori
rimasti intatti.
A.C. Prima di tutto non c’è l’indifferenza verso colui che ti
sta accanto. La lealtà dei rapporti: il Siciliano è molto
leale nei rapporti. Noi abbiamo la parola data, l’impegno preso. Noi abbiamo
quel proverbio bellissimo che è “lu porcu pi la cuda e l’omu pi
la parola”.
B.C. Passato attraverso esperienze diverse, molte negative, alcune
persino drammatiche, il Siciliano continua a meritare attenzione nel mondo.
A.C. Il Siciliano non ha una forma umana, come si crede, ma una forma
prismatica. Cioè una sorta di prisma che rifrange una quantità
di luce acquisita da tredici dominazioni. Dico, scherzosamente, che noi
abbiamo l’intelligenza dei bastardi; cioè, quando io piglio un cane
con un enorme, bellissimo pedigree e poi piglio un bastardo di strada…
in realtà è più intelligente, più vivo, più
pronto. Questa commistione di sangue ha generato intelligenza, prontezza
di riflessi, una quantità di cose. Ecco, e allora… c’è il
lato arabo dei Siciliani, ma c’è anche il lato normanno, il lato
svevo, francese…
B.C. La Sicilia terra di chiaroscuri: bene e male tante volte espressioni
di una stessa realtà. Ma c’è un sostanziale punto di forza.
A.C. La Sicilia è un grande luogo di vita. Io non credo a quello
che dicono, che ci sono delle zone sacre, delle zone… no. Però il
fatto che sia al centro del Mediterraneo e che riceva questo grande respiro
di quei Paesi che sul Mediterraneo si affacciano, in qualche modo si avverte.
Si avverte non come un’isola, ma come qualche cosa che si apre verso l’esterno.
E questo respiro credo che lo straniero, chiunque egli sia, l’avverte,
inconsciamente. La Sicilia potrà diventare un trampolino dell’Europa
verso i Paesi Africani, verso i Paesi del vicino continente, del Medio
Oriente. Un grande trampolino.