La stampa 30.04.2001
A teatro contro Berlusconi

Ulivo contro Casa delle Libertà, in una domenica che s’inizia al cinema Eliseo, dove, di fronte ad una platea gremita, il centro-sinistra presenta il suo appello ai cittadini ad esprimere un voto «contro la Casa delle Libertà per salvare lo Stato di diritto». Lo sottoscrivono Norberto Bobbio, Alessandro Galante Garrone (presente in sala) e numerosi intellettuali, fra cui Alessandro Pizzorusso, Paolo Sylos Labini, Rita Levi Montalcini, Franzo Grande Stevens, Margherita Hack, Antonio Tabucchi e Andrea Camilleri. E, in termini virtuali, Roberto Benigni che, con una «gag» registrata, presenta il «suo sposo Berlusconi» che, «dopo aver inviato il libro della propria vita, farà recapitare agli italiani un etto di tonno e poi il menù con la possibilità di scelta gratuita tra il branzino e l’orata». Performance che il comico conclude così: «Berlusconi? Deve aver studiato l’ode di Manzoni sul suo predecessore, Napoleone, e da Canale "5 maggio" affida ai poster l’ardua sentenza». Una recita applauditissima da Sergio Chiamparino, candidato sindaco dell’Ulivo, e da Marilde Provera, aspirante primo cittadino per Rifondazione Comunista. «Speriamo di vedervi uniti al ballottaggio», commenta dal palco Diego Novelli, senza mai citare il pur presente Silvio Viale, candidato sindaco della Lista Bonino.
La replica della Casa delle Libertà è affidata al candidato sindaco Roberto Rosso: «Niente di nuovo - dice nel pomeriggio -. Del resto la richiesta di non votarci fa parte del copione di una sinistra che, quando non ha più argomenti, fa ricorso agli appelli. Ancora una volta l’Ulivo non parla di cose concrete. Ad esempio della decisione del Comune guidato dal "suo" Castellani di negare il concerto agli U2. E’ una follia e, se sarò eletto, farò di tutto per organizzarlo, anche se temo che sarà troppo tardi».
Sul fronte regionale sale, intanto, la polemica sul «caso Ru486», ossia sulla possibilità che l’ospedale Sant’Anna diventi il primo centro in Italia a somministrare la pillola dell’aborto. Oggi, tuttavia, non ci sarà giunta in piazza Castello. Gli impegni del presidente Ghigo - in visita in Giappone - e la concomitanza con la campagna elettorale hanno consigliato agli esponenti della maggioranza di centro-destra di prendere tempo e di convocarla per giovedì.
Nessuna riunione prima del ritorno di Ghigo, tant’è vero che, con ogni probabilità, anche l’incontro di giovedì avrà carattere informale. Lo scontro fra i partiti resta tuttavia forte. A scatenarlo, la richiesta di sperimentazione, presentata alla direzione dell’ospedale Sant’Anna, da Silvio Viale, ginecologo e candidato sindaco per la Lista Bonino. Una proposta che ha ottenuto il sì di due primari, ma che incontra non pochi ostacoli.
Agostino Ghiglia, capogruppo di An in Regione, ha scritto una lettera aperta al presidente della giunta per esprimere la netta contrarietà del suo partito. «Anziché sperimentare l’aborto farmacologico - osserva Ghiglia - la giunta dovrebbe incrementare le risorse a tutela della famiglia e favorire la natalità».
Secco «no» pure dall’assessore regionale del Ccd, Franco Maria Botta, e dal capogruppo Antonello Angeleri. Ai quali, dal centro-sinistra, si aggiunge il Ppi. Secondo il capogruppo dei popolari Antonio Saitta, «la possibilità di ricorrere all’aborto farmacologico rischia di banalizzare la scelta di non permettere la messa in atto di tutti gli strumenti di difesa della vita previsti dalla legge 194».
Diametralmente opposto il parere delle donne candidate al Comune e nelle circoscrizioni per i Comunisti Italiani che «rivendicano la piena applicazione della legge e l’estensione dell’uso della pillola ai consultori pubblici e agli ospedali di riferimento, per garantire maggior rispetto e minori rischi per chi decide di interrompere la gravidanza».

Giuseppe Sangiorgio Maurizio Tropeano

La Repubblica 30.04.2001
Bobbio, appello contro il Polo
TORINO - L'asso nella manica si chiama Roberto Benigni. Chiamato anche lui a raccolta dall'invito del filosofo Norberto Bobbio, dello storico Alessandro Galante Garrone, del giurista Alessandro Pizzorusso e dell'economista Paolo Sylos Labini a votare contro la Casa delle libertà «per salvare lo Stato di diritto», il regista toscano ha girato per l'occasione un breve ma esplosivo video in cui finge di essere un grande sostenitore di Silvio Berlusconi, chiamato addirittura il «mio sposo». Per poi demolirlo sotto un diluvio di battute e di gag.
Il piccolo film satiricopolitico di Benigni, questa sua «cospirazione autarchica», è stato ovviamente il momento più spettacolare della manifestazione che si è tenuta ieri a Torino, in un cinema dello storico quartiere operaio di San Paolo straboccante di folla. Originata dall'appello di Bobbio, e promossa dal movimento «Giustizia e Libertà» nonché da alcun riviste («Il Ponte», «MicroMega», Critica Liberale», «Laicità», «L'Incontro», «L'Indice» e «Rinascita»), la mattinata si è svolta all'insegna della «emergenza morale». Perché un'eventuale vittoria di Berlusconi metterebbe «in pericolo la democrazia» per vari fondati motivi: dalla volontà annunciata di cambiare la prima parte della Costituzione, «che contiene i valori su cui si fonda la nostra società», a quella di subordinare il potere giudiziario al potere politico. Fino al controllo pressoché assoluto delle televisioni che Berlusconi potrebbe esercitare.
Ad aderire all'appello, duramente criticato da Enrico La Loggia, presidente del gruppo di Forza Italia al Senato, che ha persino invitato Bobbio a «vergognarsi», sono stati in tanti. Da scrittori come Andrea Camilleri e Antonio Tabucchi a scienziati come Rita Levi Montalcini, astronomi come Margherita Hack, grandi avvocati come Franzo Grande Stevens. Non tutti hanno potuto intervenire di persona ieri al cinema Eliseo. Ma chi lo ha fatto via video, come Benigni, e chi ha parlato dal palco (Sylos Labini, Pizzorusso, Claudio Pavone, Alberto Papuzzi, Marcello Rossi, Gian Giacomo Migone e soprattutto l'applauditissimo Marco Travaglio, autore del fortunato libro «L'odore dei soldi» su Berlusconi), ha voluto testimoniare con passione civile la preoccupazione per un'affermazione elettorale della Casa delle libertà.
MASSIMO NOVELLI


Corriere della sera 28.04.2001
Camilleri e i suoi lettori

Incontro con Andrea Camilleri per la serie «Il libro parlante», organizzato dalla Libreria dei Sette. Viene presentata l’ultima opera dello scrittore siciliano «Biografia del figlio cambiato» edito da Rizzoli.
PALAZZO DEL POPOLO, piazza del popolo, Orvieto. Oggi alle 18.30.
telefono 0763.34.44.36


La stampa 28.04.2001
Appello e un video di Roberto Benigni contro il Polo

«Salviamo lo Stato di diritto», con questo appello, Norberto Bobbio, Alessandro Galante Garrone, Alessandro Pizzorusso, Paolo Sylos Labini, Alberto Papuzzi, Claudio Pavone, domani, ore 10, cinema Eliseo, parleranno «per un voto contro la Casa delle Libertà». Gli interventi saranno preceduti da un video-parodia di Silvio Berlusconi interpretato da Roberto Benigni, che aderisce alla manifestazione con Rita Levi Montalcini, Andrea Camilleri, Antonino Caponnetto, Paolo Flores D’Arcais, Luciano Gallino, Bianca Guidetti Serra, Margherita Hack, Enzo Marzo, Gian Giacomo Migone, Diego Novelli, Marco Revelli ed altri.
L’iniziativa è organizzata da: Movimento d’Azione «Giustizia e libertà», il Ponte, Micromega, Critica liberale, Laicità, L’incontro, L’indice, Rinascita.


Da La Repubblica, 27/04/2001
Camilleri racconta Nino Cordio
Una manifestazione in onore dell'artista trapanese Nino Cordio, a un anno dalla sua scomparsa. La città natale di Cordio, Santa Ninfa, intitolerà al pittore la sua Biblioteca comunale, nel corso di una cerimonia che si terrà domani alle 17,30 nella sala convegni del centro polivalente. Dopo la cerimonia, l'opera di Nino Cordio sarà ricordata dal critico Nino Cusumano, e a seguire, l'attrice Simona Cavallari leggerà alcuni brani de "Il bambino dei colori" di Roberta Angileri, intervallati dalle musiche del violoncellista Nicolò Guirreri. A concludere la serata, un'inedita videotestimonianza di Andrea Camilleri su Nino Cordio, raccolta dal figlio del pittore. Per l'occasione verranno esposte alcune opere di Cordio, messe a disposizione da amici e collezionisti privati. L'ultima esposizione dell'artista, curata dall'Istituto nazionale per la Grafica e dal ministero dei Beni culturali, è una antologica comprendente il corpus di incisioni realizzate tra il 1957 e il 1997, allestita tre anni fa presso la Calcografia nazionale, la Fondazione Orestiadi, e le Ciminiere di Catania. p. n.

Da La Repubblica, 26/04/2001
Camilleri fantapolitico
Su MicroMega in uscita domani
IL NUOVO numero (3) del settimanale La primavera di MicroMega che esce domani, oltre al testo di Cacciari e Silvestrini qui anticipato, contiene una lettera aperta di Antonio Tabucchi al presidente Ciampi su L'antifascismo irrinunciabile, una lettera fantapolitica di Andrea Camilleri, La mafia dimenticata di Giancarlo Caselli e Antonio Ingroia, la rinnovata polemica tra il ministro Willer Bordon (che annuncia nuove iniziative) e il responsabile dei programmi di Radio Vaticana padre Lombardi, un editoriale del direttore Paolo Flores d'Arcais sulla campagna di menzogne con cui Berlusconi sta manipolando le elezioni.


Palermo, 24/04/2001
E' stata inaugurata presso il Liceo Umberto I di Palermo una mostra sul "Sommo", realizzata dalla classe V H. La mostra comprende anzitutto dei lavori di presentazione sull'opera di Camilleri (biografia, opere, critica, commissario Montalbano, gastronomia, ecc.) e poi, soprattutto, articoli di giornale, realizzati dagli alunni, su due immaginarie testate giornalistiche (il "Corriere di Vigata" e "Il Vigatese", il primo avverso ed il secondo favorevole al Commissario Montalbano), che raccontano i "casi" descritti ne "Gli arancini di Montalbano".



La Sicilia, 24/4/2001

Santa Ninfa ricorda Cordio

Manifestazioni e un'inedita testimonianza ad un anno dalla scomparsa dell’artista

SANTA NINFA - Ad un anno dalla morte dell’artista Nino Cordio (avvenuta a Roma il 24 aprile 2000), il Comune di Santa Ninfa (città natale di Cordio) ricorda il suo "figlio" più illustre con una ricca manifestazione che si terrà sabato, con inizio alle 17,30, nella sala convegni del centro polivalente. Per l'occasione la biblioteca comunale, che si trova all’interno dello stesso centro, verrà intitolata - come voluto dall’amministrazione e dal consiglio comunale - al maestro scomparso.
Dopo la cerimonia ufficiale l'attrice Simona Cavallari leggerà brani tratti dall'opera dì Roberta Angeleri "Il bambino dei colori". La lettura sarà intervallata dall’esecuzione di pezzi musicali ad opera del violoncellista Nicolò Guirreri. Una autentica chicca sarà invece la proiezione della video-testimonianza (inedita) di Andrea Camilleri su Nino Cordio, testimonianza raccolta dal figlio del maestro scomparso, Francesco Cordio. Dodici minuti in cui lo scrittore siciliano parla della sua lunga amicizia con Nino Cordio. Amicizia che ha fatto nascere in Camilleri un profondo amore per le acqueforti, al punto da trasferire, questo amore, alla sua "creatura" prediletta, i1 commissario Montalbano, che di acqueforti è avido collezionista. Una serie di acqueforti di Cordio (che sodali del maestro e collezionisti hanno voluto mettere a disposizione del Comune) saranno esposte nei locali del contro polivalente.

Vincenzo Di Stefano



Da La Repubblica, 22/04/2001
giù le mani da Salgari
C'era una volta il presidente del Catania calcio, Angelo Massimino, diventato celebre per avere affermato: «C'è chi può e chi non può. Io può». Si addice magnificamente ai festeggiamenti per il riacquisto del monologo Novecento che Alessandro Baricco si è ricomprato dal Teatro Stabile, «perché contrario a far gestire lo spettacolo da un ente di cui non condivide né la politica culturale, né lo stile di gestione». Baricco dunque fa festa con un reading del suo monologo che vedrà impegnati lo stesso scrittore, Stefano Benni, Alessandro Bergonzoni e Lella Costa. Lui può. Loro possono. Già.
Per Salgari. Il 25 aprile del 1911, un martedì, si suicidava a Torino, in collina, Emilio Salgari, l'uomo che sapeva tutte le storie e che ha educato all'avventura e al gusto per la libertà corsara intere generazioni. Oggi è di moda denigrare il Grande Capitano. Non sia mai. All'arrembaggio, o miei prodi, o tigrotti e tigrotte, di chi butta fango sull'inventore dei Naviganti della Meloria.
Per la Resistenza. L'Anpi (l'associazione dei partigiani) della sesta circoscrizione di Torino celebra il 25 aprile 1945 con una frase di Pier Paolo Pasolini. Questa: «Non occorre essere forti per affrontare il fascismo nelle sue forme pazzesche e ridicole ma occorre essere fortissimi per affrontare il fascismo come normalità, come codificazione direi allegra, mondana, socialmente eletta, del fondo brutalmente egoista di una società».
Per lo Stato di diritto. L'appello di Norberto Bobbio, Alessandro Galante Garrone, Alessandro Pizzorusso e Paolo Sylos Labini, per un voto contro la Casa della libertà, sarà oggetto di un dibattito che si terrà domenica 29 (alle 9.30) al cinema Eliseo di piazza Sabotino. Verrà proiettato un video che Roberto Benigni ha girato per questa manifestazione. Sono attesi, tra gli altri, lo stesso Benigni, Andrea Camilleri, Antonino Caponnetto, Paolo Flores d'Arcais, Luciano Gallino, Margherita Hack, Rita Levi Montalcini, Diego Novelli, Claudio Pavone, Marco Revelli, Antonio Tabucchi.

MASSIMO NOVELLI

Da La Nuova Sardegna, 22/04/2001
«La ricchezza non è un reato»
Pietro Calabrese, nuovo direttore di "Capital", descrive come cambierà il mensile, dalla moda alla cultura

di Ernesto Massimetti

Carla Bruni nuda in copertina che esulta per il lusso di inizio secolo. Andrea Camilleri e Sabrina Ferilli che discutono di sesso. Un'intervista a Domenico Procacci, produttore del film-successo di Gabriele Muccino, "L'ultimo bacio". E' il debutto di "Capital" firmato Pietro Calabrese, da questo mese direttore del mensile Rizzoli. Calabrese viene dalla direzione del quotidiano romano "Il Messaggero" e da incarichi alla Rai e alla Rcs. Ottantamila mila copie vendute, 11 miliardi solo di pubblicità, aria patinata e vagamente high society, "Capital" è una delle corazzate del gruppo Rizzoli. Compie vent'anni, e negli Ottanta aveva incarnato lo yuppismo all'italiana: «Avemo fatto li sordi». Ecco, invece, i buoni propositi del neodirettore: «Farò il mensile che io ho sempre immaginato - spiega Calabrese - nel senso che non guardo a modelli o esempi stranieri. Capital non sarà più il magazine luccicante, accomodante e un po' pacioso che è stato fin'adesso. Farò un giornale grintoso, a tratti indiscreto».
- L'immagine resta quella del " mensile per ricchi"...
«Non mi interessa il target precedente. E poi, esser ricchi non è reato. Come sempre, bisogna vedere come si tratta l'argomento. Noi vogliamo farlo con intelligenza, con il gusto dell'indiscrezione, della notizia condita bene e scritta ancora meglio. Economia, dunque, un po' di politica, molto costume e new economy. E poi calcio,fino ad oggi piuttosto trascurato dai mensili, e sport come la vela».
- Il nudo conferma la tendenza "patinata"?
«Dal prossimo numero, la musica cambia. Abbiamo costruito un altro mensile, ma è stato un lavoro "in corso d'opera". La differenza si vedrà con il tempo».
- Le firme?
«Quelle del gruppo Rizzoli. Quelle di prima ma anche tanti nuovi acquisti. Le "cattiverie" saranno riservate a Giancarlo Perna, che scaverà nei segreti dei personaggi famosi. Non necessariamente ricchi. Su "Capital" scriveranno poi Fabrizio Rondolino e Pietrangelo Buttafuoco, Andrea Camilleri e Roberto D'Agostino. Fra le giornaliste, Monica Setta e Fabiana Giacomotti».
- Estate dietro l'angolo: svacco, abbronzature, inevitabilmente pettegolezzo. Come la racconterete?
«Inseguendo l'attualità. Non è difficile immaginare che questa del 2001 sarà un'estate densa di cambiamenti. Politici, economici, generali del paese. Non ci interessano le interviste in ginocchio all'industriale "amico". Baderemo ai fatti, ai cambiamenti».
- Allude alle elezioni?
«Non alludo, rifletto. Comunque vada, prevedo un ricambio: di leader, dirigenti, facce, protagonisti. Chiunque vinca il 13 maggio».
- L'attualità, lei dice. Finora, non si ricordano grandi inchieste su "Capital"...
«Forse perchè si è legati a un'idea superata del mensile, in particolare di un mensile come "Capital". Non farò "Rinascita", ma neppure "GQ"».
- La cultura?
«La cultura va bene se è inserita in modo intelligente. "Capital" segnalerà tutti gli appuntamenti musicali, di spettacolo di rilievo: Salisburgo, Parma, Taormina. Il pubblico a cui penso sono i giovani, la fascia fra i trenta e i quarantacinque anni».



Da Il mattino di Napoli, 21/04/2001
La lettera immaginaria dello scrittore Andrea Camilleri sul settimanale «La primavera di MicroMega» oggi in edicola
Ecco le nuove regole della Storia
Le ha dettate la neonata Commissione Revisione Insegnamento
Il Presidente Sturace ha annunciato che i testi non potranno dedicare più di dieci righe all'Olocausto mentre «Il libro nero del comunismo» sarà adottato in tutte le scuole

Andrea Camilleri

Pubblichiamo l'intervento di Andrea Camilleri ospitato nel nuovo numero del settimanale «La primavera di MicroMega» in edicola da oggi.

Caro amico,
la novità rilevante di questa settimana si è verificata stamattina con l'insediamento ufficiale della CRIS (Commissione Revisione Insegnamento Storia). Hanno scelto questo giorno, 2 novembre, perché è la ricorrenza dei Defunti e quindi, poiché «la storia non è altro che una faccenda di morti», come ha detto nel suo discorso in modo forse un po' troppo sbrigativo ma certamente efficace, il Presidente on. Sturace, migliore occasione non poteva essere
Continua ...


An election promise to realise a centuries-old dream is met by delight, cynicism and scepticism

Rory Carroll in Rome
Friday April 20, 2001
The Guardian


The Italian government has cut through 2,000 years of yearning and dithering with an election promise to link Sicily to the mainland.

A road and rail suspension bridge will be built across the Strait of Messina if the private sector agrees to pay half the £3bn cost, it said.

Work could begin within months on a project which has beguiled nationalists, mobsters and ancient Roman engineers.

Decreed a national priority 30 years ago, the project has been given the go-ahead by ministers desperate to woo the voters before next month's general election.

The design is for a bridge carrying 12 lanes of traffic on a 3,690-metre span connecting the toe of Italy to the north-east tip of Sicily's Up to 140,000 cars and 200 trains could be carried daily.

Opposition politicians mocked the promise as yet another false dawn in a saga which has inspired a Sicilian expression for procrastination: "When they build the bridge."

But Nino Calarco, who has chaired a public sector company charged with supervising the project since the early 1970s, and has been likened to the characters in Beckett's Waiting for Godot, sensed that his wait was at an end.

"The bridge will become a reality," he said.

Agazio Loiero, the minister for regional affairs, was confident that matching private capital would be found.

"We'll know soon if the bridge will be able to be realised. The state is willing to cover 50% of the cost as long as there are private investors who commit themselves to an identical cost," he said.

The centre-left government needs to galvanise support in the south to avoid defeat in the general election on May 13.

Despite cynicism, Sicilians and Calabrians are enthusiastic about the jobs and wealth which could be generated by linking two of Italy's poorest regions. Successive governments, fearing a financial and engineering fiasco, delayed a decision by commissioning one feasibility study after another.

Greens and some economists said that the 11-year construction project would damage the environment and divert resources from plugging gaps in the motorway and railway network.

Greens in the government derided the announcement as a pseudo-decision typical of Pontius Pilate. The centre-right dismissed it as empty propaganda intended to steal thunder from its own promise of massive infrastructure investment.

Whether a government formed by the present opposition would go ahead with the bridge was unclear.

Ancient Romans dreamed of bridging the strait, which was known in Greek mythology as Scylla and Charybdis, after the six-headed monster and whirlpool reputed to lie in wait for sailors on the opposite sides.

Giuseppe Garibaldi's nation alists considered building a bridge in 1860 to consolidate their unification of Italy.

In yesterday's La Repubblica, Andrea Camilleri, one of Sicily's best-known novelists, attacked those who sought to preserve the "sacredness" of the water between the island and Italy. "Finally we will succeed in eliminating this ... sense of isolation and loneliness," he said.

One source of government hesitation has been the fear that the mafia will infiltrate the process of letting construction contracts.

The bridge would unite Sicily's Cosa Nostra with Calabria's 'Ndrangheta', the Scylla and Charybdis of organised crime networks, specialists in skimming the profit off public work contracts.


Sette (inserto del Corriere della sera), 12/04/2001

Fratelli d'Italia - Sicilia: cultura e pregiudizio
Cosa insegna un sexy shop a Gela

di Francesco Merlo

Persino la cronaca, quella che non è nera, dimostra che la Sicilia più che un'isola del Mediterraneo è ormai un'invenzione dei giornali, l'ossessione di tanti siciliani frustrati che si sentono speciali, particolari, diversi, e una furbizia di certi suoi scrittori, che su questa presunta eccezionalità hanno edificato una retorica monumentale. Così, per esempio, giovedì scorso, i grandi quotidiani e le principali agenzie di stampa hanno dedicato divertíti articoli e allusivi trafiletti alla notizia che a Gela sarà presto aperto un sexy shop.  Ecco dunque un caso davvero esemplare: c'è un fatto, banalissimo e senza alcun significato, che diventa una notizia ghiotta solo perché accade in una città della Sicilia, in un luogo «inventato», un posto finto nel quale la normalità è condannata a divenire assurda, bizzarra, letteraria.
Quel che a Torino, a Cuneo, a Francoforte, a Lione è una normalità, l'apertura cioè di un sexy shop, a Gela è oscenità e maldicenza, un capitolo del prossimo libro di Camilleri sulla lubricità e la lascivia nell'isola delle meraviglie, un inedito pruriginoso di Brancati.  Partono subito il racconto, le interviste, le curiosità. E si ride perché l'idea è venuta a una normale coppia di gelesi
dando a intendere che la «normalità» a Gela nasconde e rivela un animo spregiudicato, sfacciato e libertino. Infatti la signora Maria Grazia Carmantini è una casalinga che come titolo di studio ha il diploma di maestra d'asilo. Eccola trasformata nella Maestrina di Gela, titolo che rimanda alle più recenti opere della grossolaneria cinematografica italiana. Tanto più che la signora, «pur avendo tre figli, non si cura delle chiacchiere». E il marito, «Antonio Italiano, è un metalmeccanico di 39 anni che gira il mondo saldando impianti chimici e tubazioni di ogni tipo». Così ha spiegato il suo progetto: «Nel mio girovagare sono stato due anni in Olanda, ad Amsterdam, e mi sono accorto che con l'oggettistica sexy c'è da guadagnare quanto basta per smettere di fare l'emigrante». Ovviamente la coppia ha chiesto e ottenuto il finanziamento regionale (50 milioni) previsto dalla legge per le  nuove attività commerciali.  E davvero non ci sarebbe nulla da dire, nulla da commentare, nulla da raccontare. La Regione aiuta e incoraggia le piccole iniziative, negozi, le imprese e dunque il finanziamento non è irregolare, non è insolito, non è eccessivo.  Accade in molte altre regioni d'Italia, riguarda i vinai come i venditori di scarpe, i librai come i gestori di sexy shop. Ma in
Sicilia, come vuole la bibliografia, la Regione, sotto sotto, è sporcacciona e perciò più che finanziare parzialmente un commercio, che è fiorente dappertutto, qui celebra con cinquanta milioni i fasti dell'amore fisico, i diversi generi della pornografia, regionalizza il peccato, istituzionalizza la perversione, crea l'empietà di Stato.
Dunque a Gela un sexy shop non è solo quel posto che i curiosi, le persone in cerca di eccitazione e ovviamente i pervertiti frequentano come accade in ogni angolo del mondo, ma qualcosa di indefinibile, di pirandellìano... In Sicilia una fìnestra chiusa significa paura, un uomo che ride è Liolà, un cittadino che vuole farsi i fatti propri è omertoso, il vestito nero di una donna non è un segnale sexy come a Parigi ma è un sospetto di lutto, un indizio di reato, l'allegoria di una lupara. E il velo sulla testa di una signora è il segno ancestrale di una cultura araba. Un uomo che si appisola dopo il pranzo è «don Giovanni in Sicilia». Un malvivente è un mafioso, un pranzo è una mangiata, un amico è un complice, un amore è una tragedia, un bacio è un tradimento, uno sguardo è un ingravidamento e non c'è fondo senza sottofondo, non c'è salsa di pomodoro che non sia rarissima, unica, inimitabile...
E' una Sicilia che non ha più nulla a che fare con la Sicilia, un inganno, una favola, un falso, inizialmente corroborato da quell'idea culturale (vera) che si diffuse nel Settecento secondo la quale l'isola, qualsiasi isola, ha sempre un che di straordinario sul piano florofaunistico perché è il luogo in cui le forme sono più vicine al dato originario, si conservano meglio, cambiano più
lentamente. L'isola infatti non ha quell'estensione spaziale che consente al tempo di correre troppo e di devastare... Anche Goethe ne era convinto e dunque andò in Sicilia non per i limoni ma per cercarvi la «Urpflanz», la pianta originale. Da allora grandi studiosi, e storici, e letterati si sono applicati in vario modo trasformando una cultura in un pregiudizio, un'intelligenza in
una ottusità, una letteratura in una retorica che ormai è irrimediabilmente degradata in pregiudizio diffuso, insopportabile sciocchezzaio nazionale, discarica intellettuale, immondezzaio storiografico... Contro tutto questo bisognerebbe, se qualcuno ne avesse la forza, organizzare una sana rivolta culturale: una sorta di guerra di liberazione contro l'imperante, dilagante, ossessivo cretinismo sicilianista.

Da La Repubblica, 12/04/2001

Tutte le settimane fino al 18 maggio
le uscite della rivista per il periodo elettorale

La primavera di MicroMega è la «pazzia» (come la definisce lo stesso direttore Paolo Flores d'Arcais) che la più diffusa e prestigiosa rivista italiana ha deciso di sperimentare: sei numeri settimanali, da domani 13 aprile al 18 maggio, il venerdì successivo alla consultazione elettorale.
Il periodo elettorale viene assunto come occasione per uno sforzo straordinario di impegno culturale e passione civile. Ogni numero sarà di 64 pagine e costerà 5 mila lire. La numerazione partirà da 5, poi 4, ecc., fino al numero 0 di commento delle elezioni.
Su ogni numero Andrea Camilleri invierà una lettera immaginaria ad un amico in Finlandia dall'Italia berlusconizzata, raccontando le «riforme» in atto: nel primo numero quelle contro la giustizia. In ogni numero una lettera aperta al Presidente della Repubblica Ciampi, scritta dai maggiori intellettuali italiani. Inoltre il «diario segreto» di Paolo Berlusconi (o di altri familiari e famigli) scritto da Elle Kappa.
In questo primo numero, inoltre, il dialogo tra Jovanotti e Massimo Cacciari sui giovani, la discoteca, la politica, quello (altamente polemico) tra Curzio Maltese e Gad Lerner su «giornalismo e moralità», un'inchiesta sulla satira di Daniele Luttazzi (con le risposte di Benni, Saviane e Mannelli).
Il numero d'esordio contiene ancora uno straordinario Il Cavaliere e lo Stalliere scritto da Gomez e Travaglio (assai più che un nuovo capitolo del libro ormai famoso!).
In pagina anche una durissima lettera aperta al cardinal Ruini di Gianni Vattimo, e articoli di Enzo Marzo, Enzo Costa e Giga Melik.


Da La Nuova Sardegna, 09/04/2001

Sarà in edicola ogni venerdì sino alle elezioni
Contro Bossi & Berlusca
Micromega settimanale

a.g.

Micromega diventa settimanale. Il bimestrale direttoda Paolo Flores d'Arcais si lancia, da venerdì prossimo, in una avventura che lo stesso Flores definisce«una follia». Uscire ogni settimana, fino alle elezioni, con lestesse forze che normalmente fanno il bimestrale: un direttore e una segretaria di redazione. Sei numeri di sessantaquattro pagine a 5 mila lire, senza pubblicità e senza foto,tutti da leggere e che saranno una sorta di conto alla rovescia verso il 13 maggio perché saranno numerati all'incontrario: -5, -4, -3, -2, -1 e 0, il numero che uscirà dopo il risultato elettorale.
«L'idea», spiega Flores, «nasce dal clima diverso che sista respirando nell'Ulivo, nel centro-sinistra. Da una sortadi passività rassegnata si sta passando a una volontà di impegno. Perché in gioco ci sono i valori essenziali della democrazia che sono messi in discussione dal Polo di Berlusconi». «Al progetto», continua, «hanno aderito collaboratoridella rivista e amici: Lamberto Sechi, Massimo Cacciari, Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, solo per citarne alcuni. Grazie a loro riusciremo a fare quello che ci siamo proposti».
In edicola ogni venerdì, a partire dal prossimo, Micromega settimanale non ospiterà interventi di politici («Non saranno numeri preelettorali»), ma dibattiti e inchieste. A cominciare da quelle di Marco Travaglio che aggiornerà viavia il lavoro su Berlusconi oggetto del suo libro «L'odoredei soldi». Andrea Camilleri scriverà ogni settimana «Caroamico ti scrivo dall'Italia del 2003», una lettera dall'Italiaberlusconiana. Mentre a Ellekappa, la famosa vignettista,sarà affidato una sorta di riassunto della settimana raccontato da diversi punti di vista.
«Il nostro obiettivo», conclude Flores d'Arcais, «è fornireuno strumento di impegno civile, essere punto di riferimento di chi vuole impedire la deriva antidemocratica e populista».

Da La Stampa, 04/04/2001

L'edizione di quest'anno del Salone del Libro di Torino, si svolgerà al Lingotto dal giovedì 17 al lunedì 21 maggio.
La Fiera fa il pieno di nomi eccellenti, dal poeta Mario Luzi a Roberto Calasso, a una Susanna Tamaro che sembra aver riscoperto il piacere delle platee; da Giuseppe Pontiggia a Cesare Garboli, Dacia Maraini, Andrea Camilleri, Luís Sepúlveda, Claudio Magris, David Grossman.

da MicroMega, n.2/2001

All'inizio di marzo, in concomitanza con l'aprirsi ufficiale della campagna elettorale, è stato pubblicato questo appello, diffuso attraverso le agenzie di stampa, firmato da Norberto Bobbio, Alessandro Galante Garrone, Alessandro Pizzorusso e Paolo Sylos Labini (che dell’appello è stato l’animatore).
Fra quelli che hanno aderito anche Andrea Camilleri e Antonio Tabucchi.

E’ necessario battere col voto la cosiddetta Casa delle libertà. Destra e sinistra non c'entrano: è in gioco la democrazia. Berlusconi ha dichiarato di voler riformare anche la prima parte della Costituzione, e cioè i valori fondamentali su cui poggia la Repubblica italiana. Ha annunciato una legge che darebbe al parlamento la facoltà di stabilire ogni anno la priorità dei reati da perseguire. Una tale legge subordinerebbe il potere giudiziario al potere politico, abbattendo così uno dei pilastri dello Stato di diritto. Oltre a ciò, Berlusconi, già più volte condannato e indagato, in Italia e all'estero, per reati diversi, fra cui uno riguardante la mafia, insulta i giudici e cerca di delegittimarli in tutti i modi, un fatto che non ha riscontri al mondo. Ma siamo ancora un paese civile? Chi pensa ai propri affari economici e ai propri vantaggi fiscali governa malissimo: nei sette mesi del 1994 il governo Berlusconi dette una prova disastrosa. Gl'innumerevoli conflitti d'interesse creerebbero ostacoli tremendi a un suo governo sia in Italia sia, e ancor di più, in Europa. A coloro che, delusi dal centro-sinistra, pensano di non andare a votare, diciamo: chi si astiene vota Berlusconi. Una vittoria della Casa delle libertà minerebbe le basi stesse della democrazia.