Abusivo pure il capo dei vigili
Repubblica 21.02.2001
"Sono innocente e sereno. Il Dna? Non vedo l’ora"
Il prosindaco di Mestre Bettin ha visitato Profeta
in carcere
ENRICO BONERANDI
PADOVA — Oltre la grata vede una rampa di scale, uno scorcio di cortile.
Ma non perde tempo a guardar fuori come tanti detenuti: Michele Profeta
legge. Legge avidamente «La stagione della caccia» di Andrea
Camilleri e quasi è contento di potersene stare in pace per un po’
a inseguire le indagini del commissario Montalbano. Un po’ impettito come
un nobile siciliano, col pensiero lontano dai sei metri quadri scarsi di
cella al primo piano del carcere di Padova, reparto d’isolamento: branda,
armadietto e cesso a vista.
Quattro le celle in quel braccio: una vuota, due disgraziati con accuse
neanche tanto gravi che stanno al buio con la testa fra le mani, e Profeta.
Che legge Camilleri nella sua tuta da ginnastica grigia e impeccabile,
un paio di pantofole ai piedi. Sereno, preoccupato soprattutto per la sua
famiglia: «D’altra parte quando ci si trova in difficoltà
bisogna reagire, altrimenti non si è degli uomini veri», dice
a Gianfranco Bettin, prosindaco verde di Mestre e sociologo (ha scritto
un saggio su Pietro Maso), che passa nella sua cella durante una visita
al carcere.
Una cosa Profeta ci tiene subito a mettere in chiaro: lui non è
uno di quelli che stanno dalla parte dei poco di buono. Tutto il contrario.
Con orgoglio, enumera i suoi parenti che militano nelle forze dell’ordine
o fanno parte della magistratura, probabilmente millantando. «Sono
amicissimo di un commissario di pubblica sicurezza, che si chiama Montalbano
proprio come il personaggio di Camilleri. E poi sono imparentato con un
generale dei carabinieri, con un altro commissario di ps e ho uno zio magistrato.
Sono abituato ad averci a che fare con gli uomini di legge. Di solito però
sto dall’altra parte della barricata, non come adesso.E’ così strano
che mi ci devo abituare. Meglio leggere, mi aiuta».
[L'articolo continua, NdR]
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Mer 21 febbraio 2001 17:00
Camilleri: presto in libreria "Il re di Girgenti"
È prevista per la fine di marzo l'uscita in libreria del nuovo romanzo di Andrea Camilleri, intitolato "Il re di Girgenti", pubblicato da Sellerio, casa editrice "storica" dell'autore siciliano. Il protagonista della storia (ispirata a un episodio realmente accaduto nella prima metà del Settecento nella sua amata isola) è un contadino, Michele Zosimo, che si autoproclama re dopo un'insurrezione popolare. "È il mio romanzo più impegnativo - ha dichiarato Camilleri - quello a cui tengo di più, anche per ragioni affettive, al quale ho lavorato per circa sei anni".