Repubblica 22.02.2001

Abusivo pure il capo dei vigili

Agrigento, spunta la richiesta di sanatoria della moglie del comandante
il caso

MICHELE SCIME'


AGRIGENTO — Non solo la moglie dell’ex comandante, ma anche quella dell’attuale capo della polizia urbana acquistò vent’anni fa una casa abusiva. La circostanza, che certo non può più definirsi singolare, è emersa ieri nel corso dell’udienza del processo a carico del sindaco di Agrigento, Calogero Sodano, e di altri ex assessori, accusati di aver favorito l’abusivismo edilizio nel territorio comunale. Un processo, questo, che sembra non avere del tutto esaurito i colpi di scena.
A tirare fuori le carte è stato ancora una volta Giuseppe Arnone, l’avvocato di Legambiente, che nel processo è parte civile. Il legale ha presentato al Tribunale una pratica di sanatoria edilizia intestata a Maria Gallo, moglie dell’attuale comandante dei vigili urbani, il tenente colonnello Vincenzo Nucera. La richiesta di sanatoria si riferisce a un appartamento di 500 metri cubi acquistato dalla signora Nucera e che è parte di un immobile realizzato abusivamente nel 1981 in città da un imprenditore poi ucciso nell’ambito di un regolamento di conti di mafia.
Il documento, secondo Arnone, dimostra inequivocabilmente almeno tre cose: «Conferma intanto che chi, come Nucera, aveva il compito di controllare che in città non proliferasse l’abusivismo commerciava con immobili che avrebbe prima non dovuto far costruire e quindi far demolire. Poi, sottolinea come lo stesso Nucera, che nell’81 da cinque anni era vice comandante dei vigili, in udienza asserì furbescamente che né lui né i suoi familiari avevano avuto a che fare con violazioni di leggi edilizie, trascurando di dichiarare che denunce in prima persona non ne avevano avute ma che gli immobili dagli speculatori li avevano appunto acquistati. E ancora dimostra a quali mani il sindaco Sodano ha affidato il controllo del territorio, dando a Nucera l’incarico solo sulla base di una scelta fiduciaria e non per concorso».
«Ma ad Agrigento non si costruisce più abusivamente», afferma il sindaco Sodano replicando allo scrittore agrigentino Andrea Camilleri, che in appoggio alla candidatura di Rutelli a presidente del Consiglio gli ha «regalato» uno spot in cui invita gli agrigentini a ribellarsi alla cementificazione. «Non sapevo che Camilleri fosse rutelliano — commenta Sodano — ma anch’io sono contro l’abusivismo. Ma Rutelli, che domenica sarà qui, avrà modo di vedere con i propri occhi che la Valle è integra». Secca la replica di Legambiente, affidata al portavoce Roberto Della Seta: «Sodano, è chiaro, non teme il ridicolo».

Repubblica 21.02.2001

"Sono innocente e sereno. Il Dna? Non vedo l’ora"
Il prosindaco di Mestre Bettin ha visitato Profeta in carcere

ENRICO BONERANDI

PADOVA — Oltre la grata vede una rampa di scale, uno scorcio di cortile. Ma non perde tempo a guardar fuori come tanti detenuti: Michele Profeta legge. Legge avidamente «La stagione della caccia» di Andrea Camilleri e quasi è contento di potersene stare in pace per un po’ a inseguire le indagini del commissario Montalbano. Un po’ impettito come un nobile siciliano, col pensiero lontano dai sei metri quadri scarsi di cella al primo piano del carcere di Padova, reparto d’isolamento: branda, armadietto e cesso a vista.
Quattro le celle in quel braccio: una vuota, due disgraziati con accuse neanche tanto gravi che stanno al buio con la testa fra le mani, e Profeta. Che legge Camilleri nella sua tuta da ginnastica grigia e impeccabile, un paio di pantofole ai piedi. Sereno, preoccupato soprattutto per la sua famiglia: «D’altra parte quando ci si trova in difficoltà bisogna reagire, altrimenti non si è degli uomini veri», dice a Gianfranco Bettin, prosindaco verde di Mestre e sociologo (ha scritto un saggio su Pietro Maso), che passa nella sua cella durante una visita al carcere.
Una cosa Profeta ci tiene subito a mettere in chiaro: lui non è uno di quelli che stanno dalla parte dei poco di buono. Tutto il contrario. Con orgoglio, enumera i suoi parenti che militano nelle forze dell’ordine o fanno parte della magistratura, probabilmente millantando. «Sono amicissimo di un commissario di pubblica sicurezza, che si chiama Montalbano proprio come il personaggio di Camilleri. E poi sono imparentato con un generale dei carabinieri, con un altro commissario di ps e ho uno zio magistrato. Sono abituato ad averci a che fare con gli uomini di legge. Di solito però sto dall’altra parte della barricata, non come adesso.E’ così strano che mi ci devo abituare. Meglio leggere, mi aiuta».

[L'articolo continua, NdR]

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Mer 21 febbraio 2001 17:00
Camilleri: presto in libreria "Il re di Girgenti" È prevista per la fine di marzo l'uscita in libreria del nuovo romanzo di Andrea Camilleri, intitolato "Il re di Girgenti", pubblicato da Sellerio, casa editrice "storica" dell'autore siciliano. Il protagonista della storia (ispirata a un episodio realmente accaduto nella prima metà del Settecento nella sua amata isola) è un contadino, Michele Zosimo, che si autoproclama re dopo un'insurrezione popolare. "È il mio romanzo più impegnativo - ha dichiarato Camilleri - quello a cui tengo di più, anche per ragioni affettive, al quale ho lavorato per circa sei anni".