“LA NOTIZIA-IN “ ANNO 5 NUMERO  9- NOVEMBRE 2001

PERIODICO DI CRONACA, POLITICA; CULTURA; ATTUALITA’, SPETTACOLO E SPORT EDITORE BEPPE ZUMMO.

Preceduto da un battage pubblicitario notevole, frutto di cinque e anni e mezzo di lavoro, una trama avvolta nel piu’ totale mistero, arriva in libreria l’ultimo romanzo di Andrea Camilleri “Il re di Girgenti” ( pagg.444 £,22.000 Sellerio Editore).Lo scrittore di Porto Empedocle non delude le aspettative dei suoi estimatori,  anzi, a differenza dei libri precedenti, in quest’ultima opera emergono delle novità.Innanzi tutto il linguaggio adoperato, , un dialetto siciliano non recente ma del seicento, periodo nel quale è ambientata la storia, la trama narrativa , completamente inventata, e una certa leggerezza , che dà il sapore di una favola, che pervade il romanzo.Come un regista ( del resto l’autore ha alle spalle anni di teatro e di  televisione) Camilleri mette al centro della scena ( del romanzo) la figura, dalla nascita alla morte ,di Zosimo, un contadino furbo, intelligente che, nel 1718, diventa re di Girgenti e  , dopo essere tradito, muore impiccato.Avrà il merito di regalare un sogno di dignità ai suoi sudditi. L’autore sa bene che, per la riuscita di una commedia e/o di un romanzo non basta tratteggiare bene la figura del  protagonista principale ma occorrono le “ comparse”.E qui Camilleri dà prova della propria bravura inventando una serie di figure strambe e assurde  che popolano il romanzo come l’esorcista Uhù, che insegnerà Zosimo a leggere e a scrivere, il padre del protagonista Gisue’,il mago Apparenzio che pronosticherà al ragazzino un futuro da re, l’integerrimo milite Montaperto.Nonostante le numerose pagine, la lettura del romanzo, o fiaba, è scorrevole, l’autore ci regala questa bellissima figura di eroe popolare che guida la rivolta contro la Chiesa e la nobiltà dell’epoca e, pur sapendo che il suo impero prima o poi crollerà, è felice nel dare un segno di speranza al popolo.il finale del libro, che si chiude con la morte di Zosimo, non deve indurre a trarre conclusioni negative perché l’uomo , dopo aver salito i sei gradini del patibolo, ripercorre le varie tappe della propria via e muore sorridendo pensando di non avere un cappio al collo ma la corda dell’aquilone di quando era bambino.Una storia, questa de “Il Re di Girgenti” fantastica, costruita dallo scrittore siciliano dove vi è racchiuso il “mondo” di Cavillerei:il sesso, l’ anticlericalismo sceverale dello stesso, la lotta fra i contadini e i nobili per la proprietà dei fondi, una nobiltà cinica e spregiudicata, un eroe popolare che , anche se non durerà a lungo, vuole cambiare il mondo (l ‘autore  ci lancia il messaggio che si puo’ provare a cambiare la società come Zosimo?).  Si puo’ amare  o meno, questa opera dello scrittore siciliano , ma una cosa è certa: si tratta di un romanzo corposo, corale, la cui scrittura è intrisa sempre di quell’ironia sempre  presente  nei  libri dello scrittore siciliano.

Giuseppe Petralia