Il Nuovo, 20.5.2002
"Non bisogna convivere con la mafia"
Un convegno in ricordo di Giovanni Falcone. Lo organizza la Sinistra
giovanile. Con Tano Grasso e Andrea Camilleri. "Per non dimenticare l'esempio
di chi ha combattuto un male che non è finito per niente".
ROMA - "Era un uomo meraviglioso. E per noi è un esempio da seguire.
Sarà perché veniamo dal meridione, sarà perché
siamo attenti alle cose che ormai quasi non si leggono più sui giornali.
Sarà per questo e per qualcos'altro. A partire forse dal fatto che
ricorre la morte di Giovanni Falcone e non può essere il motivo
solo di una cerimonia in ricordo, ma anche di un incontro per riflettere
sui temi della giustizia e della lotta alla mafia". Giorgio Fano, segretario
romano della Sinistra giovanile, usa parole forti per presentare il convegno
"A dieci anni dalle stragi... Le loro idee camminano sulle nostre gambe",
che si svolgerà mercoledì 22, nell'aula Calasso, della facoltà
di Giurisprudenza alla Sapienza.
E' annunciata la presenza di Tano Grasso, presidente del Fondo antiusura
e compagno del giudice siciliano, nella lotta al malaffare, e di Andrea
Camilleri, romanziere di fama internazionale e voce sempre presente quando
il tema si concentra sulla sua terra natale. E nessuno nasconde che della
tavola rotonda sarà anche pollice verso per l'atteggiamento del
Governo rispetto all'argomento. "Non si può dimenticare quel che
disse il ministro delle infrastrutture Pietro Lunardi e cioè che
bisogna convivere con la mafia - dice con forza un altro degli organizzatori
dell'iniziativa - Non esiste e non può esistere. Specie perché
qualcuno ha dato la propria vita per far rispettare lo Stato, le sue istituzioni
fondamentali".
"Non bisogna abbassare la guardia" è allora lo slogan di sempre.
"Sui giornali si legge sempre meno la mafia - spiega Fano - Ma questo non
vuol dire che non esista. E' la sua tecnica. Una volta con le bombe e molte
con il silenzio. Con il potere di influenzare la politica, che dovrebbe
essere partecipazione e non esclusione in favore dei più ricchi".
E non è uno scherzo del destino, o una volontaria scelta degli organizzatori,
che dopodomani ad aprire l'incontro sia una ragazza che studia legge e
che quasi tutti conoscevano solo per il suo nome, Lorenza. E non per il
suo cognome che è Falcone. Leggerà una frase di Giovanni
Falcone, che in questi giorni viene molte volte ripetuta e che sembra lontana.
Troppo: "A questo Paese vorrei dire: Gli uomini passano, le loro idee restano,
restano le loro tensioni morali, continueranno a camminare sulle gambe
degli altri uomini".
Simone Navarra