Donna Moderna, 31.5.2002
Perchè Montalbano ci fa impazzire
Il commissario più amato dai lettori è di nuovo in libreria.
Ma cos'ha di speciale l'eroe di Camilleri? Ce lo spiegano sette fan eccellenti.
"Appena arrisbigliatosi, decise di telefonare in commissariato". Se
fate parte della vasta cerchia di lettori di Andrea Camilleri, avete già
capito di chi si tratta: del commissario Salvo Montalbano in persona. Tornato
da protagonista nel nuovo libro di di Andrea Camilleri, "La paura di Montalbano"
(Mondadori). Cinque racconti ambientati nell'immaginario paesino di Vigàta
che, tanto per cambiare, stanno scalando le classifiche. Ma perchè
il commissario piace tanto?
Per capirlo, lo abbiamo chiesto a sette grandi lettori diversi tra
loro, ma accomunati da una grande passione: quella per Camilleri e per
il più celebre dei suoi personaggi.
Patrizio Roversi, conduttore televisivo. "Montalbano mi piace
da morire per almeno tre motivi. La lingua che usa, il luogo dove vive,
le figure che gli stanno attorno, dall'aiutante Catarella alla fidanzata Livia. Si capisce che Camilleri ama il suo personaggio, che è un
po' il suo doppio. E anche la sua arma segreta per catturare subito il
lettore".
Giovanni Tinebra, magistrato, direttore del Dipartimento dell'amministrazione
penitenziaria. "Sono tante le cose che mi piacciono di Camilleri e
di Montalbano. Una per tutte, la capacità di far rivivere
eventi, luoghi, profumi che fanno parte del vissuto di ogni siciliano.
Ma Camilleri è uno scrittore unico per un altro motivo. Perchè
mentre ti intrattiene, riesce anche a farti riflettere sulla malvagità
insita nelle cose umane. Sull'incongruenza del destino per cui troppo spesso
i cattivi trionfano sui buoni. Anche se alla fine Montalbano, per quanto
malconcio, esce da queste storie sempre a testa alta".
Angela Pintaldi, creatrice di gioielli. "Camilleri è
uno scrittore che sa reinventare la realtà, senza però tradirla.
In più, amo la sua semplicità. I suoi libri sono piacevoli
e toccanti nello stesso tempo: proprio come Montalbano. E io che sono mezza
siciliana, e attraverso il mio lavoro ho imparato a utilizzare la luce
mediterranea, ritrovo sulle sue pagine le tinte forti del Sud".
Carlo Lucarelli, scrittore. "I romanzi con Montalbano sono sempre
storie perfette, scritte in una lingua che, chissà come, diventa
la tua, e con un protagonista che è quello giusto per raccontarle.
Ma, soprattutto, Camilleri è divertente. Fa ridere. Anche dove è
più dramamtico.
Valerio Di Carlo, chirurgo, professore presso l'Università
Vita Salute dell'Istituto San Raffaele di Milano. "Trovo geniale, da
parte di Camilleri, l'uso del dialetto siciliano. E' come vedere un film
americano con i sottotitoli. Di Montalbano, poi, apprezzo la filosofia
di fondo. La sua è l'ironia dei saggi. Un'arma straordinaria per
affrontare la vita".
Maria Grazia Capulli, giornalista del Tg2. "I libri di Camilleri
non sono semplici gialli, sono molto di più: è letteratura
a tutti gli effetti. Si coglie perfettamente che tutto quello che è
scritto è stato molto pensato. E poi, in un momento in cui tutti
cercano di cancellare le diversità, apprezzo un personaggio come
Montalbano, che fa della sua sicilianità una bandiera".
Ersilio Tonini, cardinale. "Di Camilleri mi colpisce la profondità.
Sa cogliere la complessità dell'uomo, insieme di grandezza e di
miserie, come dice il filosofo Pascal. Per il peso che dà alla psicologia
e alla coscienza dei suoi personaggi mi ricorda due altri grandi autori
siciliani, Pirandello e Sciascia".
Milly Carlucci, conduttrice televisiva. "Le storie di Camilleri
ti avvincono per l'umanità dei personaggi. Montalbano è una
persona in carne, ossa e sangue, con cui è facile identificarsi.
Qualsiasi cosa faccia, o dica, è così immediato che sembra
quasi di stare insieme a lui e alla sua gente".
Silvia Sereni