Il Centro, 4.6.2002
Montalbano, il mandante «scoperto» da Lodato
INTERVISTE Camilleri risponde al giornalista

«Ho capito chi era il mandante di Montalbano. Per la prima volta, io che mi occupo di Sicilia e di mafia, mi sono imbattuto in un mandante buono, e non un mandante di stragi, di veleni, di crimini».
Così il giornalista Saverio Lodato definisce la «scoperta», la conoscenza dello scrittore Andrea Camilleri. Una conoscenza sfociata nel libro «La linea della palma» (Rizzoli, 415 pagine; 16,50 euro) in cui Lodato fa parlare Andrea Camilleri di Montalbano (il commissario dei suoi romanzi più famosi, interpretato in tv da Luca Zingaretti) e di Sicilia.
Lodato, emiliano di nascita ma siciliano d'adozione, si occupa da oltre 20 anni di mafia. Il giornalista, che conosceva lo scrittore siciliano soltanto attraverso la lettura dei suoi libri, ha cominciato una intervista che poi è divenuta, con il passare del tempo e con l'approfondirsi della conoscenza reciproca, una conversazione, quasi un romanzo. Lodato fa raccontare a Camilleri di tutto, sia di episodi lontanissimi nel tempo, sia di argomenti molto più recenti quando non attuali. «Non è soltanto un amarcord», precisa il giornalista, «per quanto sia anche il grande racconto della vita di un grande raccontatore; c'è anche l'Andrea Camilleri in presa diretta, sull'Italia di oggi che non piace a Camilleri e non piace neanche al commissario Montalbano».
Camilleri, poi, parla anche di guerra, del mondo di oggi, dei no global, e anche, visto l'impegno politico dello scrittore, del premier Berlusconi.
Lodato, insomma, non può fare a meno di riconoscere nello scrittore «finalmente un bel "grande vecchio"».
E lui, Camilleri? Sorride sornione. E sottolinea che questo libro si differenzia da un precedente libro-intervista, «La testa ci fa dire» con un altro giornalista, Marcello Sorgi. «Quella», spiega Camilleri, «è stata una conversazione fra due siciliani tra i quali intercorre una larga distanza di età e che considerano le rispettive esperienze, fatte in epoche diverse, confrontandole». «La linea della palma», invece, dice Camilleri, «non è una conversazione tra Lodato e me ma un vero e proprio libro intervista molto più esaustivo».
Il volume tratta dello scrittore dalla nascita ai giorni nostri, parla, in dieci capitoli, delle sue esperienze letteraria, di vita, teatrale. «E soprattutto», segnala Camilleri, «di una sorta di visione globale dei miei convincimenti politici riguardo a momenti attuali della società italiana, di cui l'aspetto più originale è l'ultimo capitolo, in cui è esaminata la situazione politica oggi vista attraverso gli occhi di Montalbano».
«La linea della palma» è una citazione tratta da Leonardo Sciascia che indica una mentalità mafiosa o quasi mafiosa che si è estesa dalla Sicilia anche a tutta l'Italia. Il volume è corredato da decine di foto anche dell'infanzia e dei parenti di Andrea Camilleri. Un altro insegnamento che secondo Lodato viene dal «grande vecchio» sono la sua onestà intellettuale e la dirittura morale, oltre alla memoria. Tre elementi «di cui il nostro Paese ha oggi più che mai bisogno».