Indiscrezione riportata dal "Corriere della sera" ma che girava nel
mondo editoriale da un po' di tempo. Andrea Camilleri avrà due volumi
di Meridiani che raccoglieranno tutta la sua opera. La notizia è
interessante, quasi clamorosa. Vediamo di capire il perché.
I Meridiani, per chi non lo sa, sono una collana della casa editrice
Mondadori. Una collana che raccoglie in volume i classici della letteratura.
Eleganti, cofanetto in cartone, rilegatura blu con dorso in oro. Mai meno
di mille pagine a volume. Apparati critici accurati, con introduzioni molto
lunghe, cronologia della vita, note ai testi. Hanno anche un costo impegnativo,
circa 50 euro a volume. Sono usciti quasi duecento volumi della collana,
che ha una storia lunga, di più di trent'anni. Cosa si pubblica
nei Meridiani? Tolstoj, Baudelaire, Villon, Manzoni, Proust, Joyce, Shakespeare,
Stevenson, Maupassant, Ariosto, Tasso, e via dicendo. E i contemporanei
italiani? Questo è un bell'argomento. I contemporanei all'inizio
erano pochi: Ungaretti e Montale. Oggi sono molti di più: Italo
Calvino e Attilio Bertolucci, Lalla Romano e Giorgio Bassani, Andrea Zanzotto
e Elsa Morante, Roberto Longhi e Giacomo Debenedetti.
Insomma autori che sono dei classici. E Camilleri? Un autore di successo,
inutilmente snobbato da una certa critica, ma forse non proprio un classico.
Il problema di collane come i Meridiani - che si rifanno per molti aspetti
alla leggendaria Pléiade di Gallimard - è che vogliono una
coerenza. Nelle scelte che fanno disegnano una geografia letteraria che
vuole basi solide. Se c'è Camilleri vuol dire che d'ora in avanti
saranno in molti ad aspirare all'opera completa. Anche se non c'è
ancora una parola critica definitiva su di loro.
Io non dico che sia un errore mettere Camilleri tra i grandi classici
italiani e stranieri. Ma credo che una scelta di questo genere esiga un
apparato critico indiscutibile: che ci spieghi esattamente perché
Camilleri è come Calvino, la Morante o Pasolini. Se questo sarà,
sarà una vittoria. Vorrà dire che c'è una critica
vitale, capace di soprendere, e di trasformare un autore troppo spesso
definito soltanto comerciale, in un grande autore; e avremo occasione,
finalmente di leggerlo con una lente diversa. Anche se, va detto, la grande
Pléiade non ha ancora messo tra i suoi autori il grande Simenon,
che a Camilleri ha certamente molto da insegnare.
Roberto Cotroneo