L'Espresso, 7.6.2002
Se Camilleri è un classico
Mondadori pubblica due volumi che raccolgono la sua opera completa nei Meridiani. Assieme a Tolstoj, Shakespeare e Calvino. Ha senso?

Indiscrezione riportata dal "Corriere della sera" ma che girava nel mondo editoriale da un po' di tempo. Andrea Camilleri avrà due volumi di Meridiani che raccoglieranno tutta la sua opera. La notizia è interessante, quasi clamorosa. Vediamo di capire il perché.
I Meridiani, per chi non lo sa, sono una collana della casa editrice Mondadori. Una collana che raccoglie in volume i classici della letteratura. Eleganti, cofanetto in cartone, rilegatura blu con dorso in oro. Mai meno di mille pagine a volume. Apparati critici accurati, con introduzioni molto lunghe, cronologia della vita, note ai testi. Hanno anche un costo impegnativo, circa 50 euro a volume. Sono usciti quasi duecento volumi della collana, che ha una storia lunga, di più di trent'anni. Cosa si pubblica nei Meridiani? Tolstoj, Baudelaire, Villon, Manzoni, Proust, Joyce, Shakespeare, Stevenson, Maupassant, Ariosto, Tasso, e via dicendo. E i contemporanei italiani? Questo è un bell'argomento. I contemporanei all'inizio erano pochi: Ungaretti e Montale. Oggi sono molti di più: Italo Calvino e Attilio Bertolucci, Lalla Romano e Giorgio Bassani, Andrea Zanzotto e Elsa Morante, Roberto Longhi e Giacomo Debenedetti.
Insomma autori che sono dei classici. E Camilleri? Un autore di successo, inutilmente snobbato da una certa critica, ma forse non proprio un classico. Il problema di collane come i Meridiani - che si rifanno per molti aspetti alla leggendaria Pléiade di Gallimard - è che vogliono una coerenza. Nelle scelte che fanno disegnano una geografia letteraria che vuole basi solide. Se c'è Camilleri vuol dire che d'ora in avanti saranno in molti ad aspirare all'opera completa. Anche se non c'è ancora una parola critica definitiva su di loro.
Io non dico che sia un errore mettere Camilleri tra i grandi classici italiani e stranieri. Ma credo che una scelta di questo genere esiga un apparato critico indiscutibile: che ci spieghi esattamente perché Camilleri è come Calvino, la Morante o Pasolini. Se questo sarà, sarà una vittoria. Vorrà dire che c'è una critica vitale, capace di soprendere, e di trasformare un autore troppo spesso definito soltanto comerciale, in un grande autore; e avremo occasione, finalmente di leggerlo con una lente diversa. Anche se, va detto, la grande Pléiade non ha ancora messo tra i suoi autori il grande Simenon, che a Camilleri ha certamente molto da insegnare.
Roberto Cotroneo