La Repubblica (ed. di Palermo), 14.6.2002
Camilleri superstar. Oggi i cd, domani la lirica: lo scrittore a tutto campo
Il papà del commissario Montalbano legge se stesso in due compact disc

«Calòrio non si chiamava Calòrio, ma in tutta Vigàta lo conoscevano con questo nome». Una cosa è leggerlo mentalmente questo attacco inconfondibilmente camilleriano, altra cosa è invece sentirlo dalla viva voce dello scrittore di Porto Empedocle, arrochita quanto basta dal fumo dell'immancabile sigaretta e piegata da alcune piacevoli inflessioni tipicamente agrigentine.
Oggi infatti è possibile farsi raccontare le avventure del commissario più famoso d'Italia direttamente da Andrea Camilleri, grazie ai due cd di centocinquanta minuti che, assieme a un libro col testo dei racconti letti e uno scritto inedito sui tormenti e il destino di Salvo Montalbano, danno forma al cofanetto mandato in libreria in questi giorni da Mondadori. Certamente quella degli scrittori che leggono le proprie cose non è una novità assoluta: basti pensare alla registrazione della voce di Garcìa Marquez alle prese con "Cent'anni di solitudine" realizzata nel 1967 ed edita proprio quest'anno. E non si tratta nemmeno di un esperimento insolito per l'autore siciliano, dal momento che la sua scrittura, in questi ultimi anni, è andata incontro a tutta una serie di adattamenti e trasposizioni, grazie ai quali Andrea Camilleri è trasmigrato con naturalezza e disinvoltura dalla dimensione teatrale a quella fumettistica, dall'ambito televisivo a quello del cartoon.
Cominciamo dal teatro, dove tre anni fa, allo Stabile di Catania, è andata in scena la riduzione del fortunato romanzo sperimentale "Il birraio di Preston", la cui drammaturgia fu firmata dallo stesso scrittore e dal regista Giuseppe Dipasquale. Il regista fa sapere che dallo stesso romanzo sta per essere ricavato un libretto di opera lirica. Tra il 1998 e il 2001 è stata invece la volta della televisione, nella fattispecie delle sei fiction dirette da Alberto Sironi e ispirate ad altrettanti romanzi incentrati sulla figura del commissario Montalbano. Attualmente sono in produzione "L'odore della notte" e altri due racconti brevi. In queste versioni televisive Camilleri ha riversato tutta la sua esperienza accumulata negli anni come sceneggiatore, produttore e regista teatrale.
E la voce del commissario Montalbano è passata dalla televisione alle frequenze radiofoniche di Rai Radiodue, dove sono stati trasmessi gli adattamenti de "Il ladro di merendine", "La forma dell'acqua", "La gita a Tindari" e "La voce del violino", per i quali sono stati riutilizzati il sonoro e i dialoghi della fiction televisiva. La natura multimediale del poliziotto di Vigàta è stata recentemente riconfermata dalle sue apparizioni in altre due frontiere della comunicazione, quello del fumetto e quello del cd rom. Infatti alcuni bravi disegnatori palermitani si sono ispirati al racconto "L'avvertimento" per dare forma a un prezioso volume illustrato, edito dalle edizioni Hazard/Affiche, mentre "Il cane di terracotta" e "Il ladro di merendine" sono diventati altrettanti cd rom a cartoni animati interattivi, illustrati con grande bravura da Luigi Ricca ed editi, manco a dirlo, da Sellerio, con allegato un piccolo dizionario di italianovigatese.
Per quanto riguarda il cinema, Rocco Mortelliti ha già pronta la sceneggiatura tratta dal romanzo "La scomparsa di Patò", supervisionata dallo stesso Camilleri, ma inspiegabilmente bocciata dal dipartimento dello spettacolo, quello che concede i contributi ai film di interesse culturale. «Peccato - dice Mortelliti - perché il film avrebbe l'ottima produzione di Carlo Degli Esposti, quello delle fiction tv su Montalbano; eppure lo Stato ha deciso di non finanziare il progetto, continuando a proporre film invisibili». Sempre in ambito cinematografico, c'è da dire che sempre Mortelliti ha diretto il giallo psicologico "La strategia della maschera", girato tra Ragusa e Roma e nato da un'idea dello scrittore siciliano, e con lo stesso Camilleri nei panni di un vecchio archeologo.
Tra breve invece ci sarà a Bergamo il debutto dell'opera lirica musicata da Marco Betta e tratta dal racconto di Camilleri "Il fantasma nella cabina", ambientato in una nave da crociera; gli interpreti saranno Vincenzo La Scola, Katia Ricciarelli e Luciana Serra. E ancora: nei prossimi mesi uscirà per i tipi della Rizzoli un libro con le lezioni e le conversazioni sul teatro, munita di alcuni cd rom, che raccolgono gli spettacoli teatrali sceneggiati e diretti da Camilleri.
Dopo questa cavalcata attraverso i più diversi settori della comunicazione, viene da chiedersi il perché della esportabilità della scrittura di Camilleri, del suo prestarsi disinvoltamente ora alla televisione, ora all'universo multimediale, ora all'espressione fumettistica. «Credo che tutto questo - suggerisce il regista teatrale Giuseppe Dipasquale, tra l'altro allievo all'Accademia Silvio D'Amico del padre del commissario Montalbano - dipenda da quella linea popolare ed estremamente colta che Camilleri è riuscito a sintetizzare e ad armonizzare in un racconto esemplare, che può comprendere in modo magico una serie di generi e linguaggi che non snaturano assolutamente la sua cifra. In altre parole, la sostanza di estrema qualità della materia camilleriana è il racconto, che di volta in volta si presenta con la forma, per citare lo stesso Camilleri, dell'acqua. Una forma che si sistema nel recipiente che trova con naturalezza. Alla fine, e questa è la cosa straordinaria, la scrittura di Camilleri riesce a rimanere identica nelle infinite trasposizioni cui va incontro».
Salvatore Ferlita