«Calòrio non si chiamava Calòrio, ma in tutta Vigàta
lo conoscevano con questo nome». Una cosa è leggerlo mentalmente
questo attacco inconfondibilmente camilleriano, altra cosa è invece
sentirlo dalla viva voce dello scrittore di Porto Empedocle, arrochita
quanto basta dal fumo dell'immancabile sigaretta e piegata da alcune piacevoli
inflessioni tipicamente agrigentine.
Oggi infatti è possibile farsi raccontare le avventure del commissario
più famoso d'Italia direttamente da Andrea Camilleri, grazie ai
due cd di centocinquanta minuti che, assieme a un libro col testo dei racconti
letti e uno scritto inedito sui tormenti e il destino di Salvo Montalbano,
danno forma al cofanetto mandato in libreria in questi giorni da Mondadori.
Certamente quella degli scrittori che leggono le proprie cose non è
una novità assoluta: basti pensare alla registrazione della voce
di Garcìa Marquez alle prese con "Cent'anni di solitudine" realizzata
nel 1967 ed edita proprio quest'anno. E non si tratta nemmeno di un esperimento
insolito per l'autore siciliano, dal momento che la sua scrittura, in questi
ultimi anni, è andata incontro a tutta una serie di adattamenti
e trasposizioni, grazie ai quali Andrea Camilleri è trasmigrato
con naturalezza e disinvoltura dalla dimensione teatrale a quella fumettistica,
dall'ambito televisivo a quello del cartoon.
Cominciamo dal teatro, dove tre anni fa, allo Stabile di Catania, è
andata in scena la riduzione del fortunato romanzo sperimentale "Il birraio
di Preston", la cui drammaturgia fu firmata dallo stesso scrittore e dal
regista Giuseppe Dipasquale. Il regista fa sapere che dallo stesso romanzo
sta per essere ricavato un libretto di opera lirica. Tra il 1998 e il 2001
è stata invece la volta della televisione, nella fattispecie delle
sei fiction dirette da Alberto Sironi e ispirate ad altrettanti romanzi
incentrati sulla figura del commissario Montalbano. Attualmente sono in
produzione "L'odore della notte" e altri due racconti brevi. In queste
versioni televisive Camilleri ha riversato tutta la sua esperienza accumulata
negli anni come sceneggiatore, produttore e regista teatrale.
E la voce del commissario Montalbano è passata dalla televisione
alle frequenze radiofoniche di Rai Radiodue, dove sono stati trasmessi
gli adattamenti de "Il ladro di merendine", "La forma dell'acqua", "La
gita a Tindari" e "La voce del violino", per i quali sono stati riutilizzati
il sonoro e i dialoghi della fiction televisiva. La natura multimediale
del poliziotto di Vigàta è stata recentemente riconfermata
dalle sue apparizioni in altre due frontiere della comunicazione, quello
del fumetto e quello del cd rom. Infatti alcuni bravi disegnatori palermitani
si sono ispirati al racconto "L'avvertimento" per dare forma a un prezioso
volume illustrato, edito dalle edizioni Hazard/Affiche, mentre "Il cane
di terracotta" e "Il ladro di merendine" sono diventati altrettanti cd
rom a cartoni animati interattivi, illustrati con grande bravura da Luigi
Ricca ed editi, manco a dirlo, da Sellerio, con allegato un piccolo dizionario
di italianovigatese.
Per quanto riguarda il cinema, Rocco Mortelliti ha già pronta
la sceneggiatura tratta dal romanzo "La scomparsa di Patò", supervisionata
dallo stesso Camilleri, ma inspiegabilmente bocciata dal dipartimento dello
spettacolo, quello che concede i contributi ai film di interesse culturale.
«Peccato - dice Mortelliti - perché il film avrebbe l'ottima
produzione di Carlo Degli Esposti, quello delle fiction tv su Montalbano;
eppure lo Stato ha deciso di non finanziare il progetto, continuando a
proporre film invisibili». Sempre in ambito cinematografico, c'è
da dire che sempre Mortelliti ha diretto il giallo psicologico "La strategia
della maschera", girato tra Ragusa e Roma e nato da un'idea dello scrittore
siciliano, e con lo stesso Camilleri nei panni di un vecchio archeologo.
Tra breve invece ci sarà a Bergamo il debutto dell'opera lirica
musicata da Marco Betta e tratta dal racconto di Camilleri "Il fantasma
nella cabina", ambientato in una nave da crociera; gli interpreti saranno
Vincenzo La Scola, Katia Ricciarelli e Luciana Serra. E ancora: nei prossimi
mesi uscirà per i tipi della Rizzoli un libro con le lezioni e le
conversazioni sul teatro, munita di alcuni cd rom, che raccolgono gli spettacoli
teatrali sceneggiati e diretti da Camilleri.
Dopo questa cavalcata attraverso i più diversi settori della
comunicazione, viene da chiedersi il perché della esportabilità
della scrittura di Camilleri, del suo prestarsi disinvoltamente ora alla
televisione, ora all'universo multimediale, ora all'espressione fumettistica.
«Credo che tutto questo - suggerisce il regista teatrale Giuseppe
Dipasquale, tra l'altro allievo all'Accademia Silvio D'Amico del padre
del commissario Montalbano - dipenda da quella linea popolare ed estremamente
colta che Camilleri è riuscito a sintetizzare e ad armonizzare in
un racconto esemplare, che può comprendere in modo magico una serie
di generi e linguaggi che non snaturano assolutamente la sua cifra. In
altre parole, la sostanza di estrema qualità della materia camilleriana
è il racconto, che di volta in volta si presenta con la forma, per
citare lo stesso Camilleri, dell'acqua. Una forma che si sistema nel recipiente
che trova con naturalezza. Alla fine, e questa è la cosa straordinaria,
la scrittura di Camilleri riesce a rimanere identica nelle infinite trasposizioni
cui va incontro».
Salvatore Ferlita