"Montalbano sono". Questa voce ormai così familiare nei prossimi
mesi tornerà a risuonare nelle case dei milioni di italiani appassionati
delle avventure del commissario Montalbano. Rai uno manderà in onda
quattro nuovi episodi della serie ispirata al poliziotto di Vigàta.
Si tratta de L'odore della notte, Il gatto e il cardellino, Gli arancini
di Montalbano e Amore e Fratellanza, diretti dal regista Alberto Sironi.
Luca Zingaretti, di cui in questi giorni si è parlato come possibile
protagonista di una fiction sulla vita Papa Wojtyla, torna dunque a vestire
i panni dello sbirro più famoso d'Italia. "Montalbano - ha dichiarato
il suo inventore Andrea Camilleri - avrebbe dovuto essere più giovane.
Ma l'abilità dell'attore sta proprio nel prenderti in giro, ossia
convincerti che durante il periodo di tempo in cui recita, lui è
l'unico possibile Amleto del mondo. Quindi, mentre guardavo il televisore,
quello era l'unico possibile commissario Montalbano. Questo, a mio avviso,
è un segno tangibile che un prodotto è ben riuscito".
Il personaggio è nato per una scommessa ed è lo stesso
autore a rivelarlo: "Feci una scommessa con me stesso: "Ma tu sei capace
di scrivere un romanzo dalla A alla Z come Dio comanda: capitolo primo
- Era una notte buia e tempestosa..., Chiamatemi Ismaele...., trecento
pagine o quelle che sono e poi la fine?" Allora cominciai a ragionare su
che cosa potesse aiutarmi, a ricercare una gabbia. Ricordavo che Sciascia
aveva scritto: "Il romanzo giallo in fondo è la migliore gabbia
dentro alla quale uno scrittore possa mettersi, perché ci sono delle
regole, per esempio che non puoi barare sul rapporto logico, temporale,
spaziale del racconto".
"Così - continua Camilleri - ho provato a scrivere un libro
giallo La forma dell'acqua, come una sorta di compito che mi ero dato".
Dopo la pubblicazione de La forma dell'acqua, lo scrittore siciliano non
vuole più saperne del suo commissario ma non ha fatto i conti con
la longevità dei personaggi letterari così scrive la seconda
storia Il cane di terracotta che riscuote un successo tale che non può
fare a meno di continuare: "Montalbano - ha sottolineato l'autore - è
un serial killer di eventuali altri personaggi, è invadente, mentre
stai pensando a un'altra cosa, arriva e dice: "Tu devi scrivere solo di
me".
Anche il nome ha un'origine letteraria, ha precisato Camilleri: "La
lettura di un romanzo di Vazquez Montàlban, Il Pianista - che non
ha nulla a che fare con i suoi Pepe Carvalho - mi aveva suggerito una strada
possibile per strutturare Il birraio di Preston. Io rimasi grato a questo
autore spagnolo che non conoscevo e decisi di chiamare il commissario,
del quale stavo scrivendo la prima avventura, Montalbano, che è
anche un cognome siciliano diffusissimo. Così pigliavo due piccioni
con una fava, pagavo un certo debito a Montàlban e nello stesso
tempo davo un nome siciliano preciso a questo commissario".
Se il nome ha una precisa origine non così chiaro è il
luogo dove il commissario svolge le sue indagini. Vigàta non esiste,
è un invenzione di Andrea Camilleri, ma i luoghi dove i film sono
girati sono tutti veri, a cominciare da Marinella dove il commissario abita.
La bella casa con terrazza sul mare si trova a Punta Secca mentre la camera
da letto è a un chilometro di distanza a Marina di Ragusa in una
villa sul lungomare. Vigàta potrebbe essere Donalucata, il commissariato
ha, invece, sede in un vecchio municipio a Scicli.
A questo punto non resta che aspettare dalla televisione lo squillo
del telefono e una voce rispondere: "Montalbano sono".
Ernesto Capasso