l'Unità, 22.10.2002
E' troppo Camilleri a Catania, il sindaco "licenzia" l'assessore

"In un vidiri e svidiri", senza preavviso, l'assessore dei liberal-democratici che osava criticare il sindaco e denunciare il proliferare abnorme delle consulenze al comune di Catania è stato mandato a casa.
Antonio Fiumefreddo, assessore alla cultura di Catania, criticato  dai "democratici" della Casa delle Libertà, perché invitava gli intellettuali di sinistra, è stato invitato a dimettersi. Figurarsi, aveva osato invitare Andrea Camilleri e Lidia Ravera, Paolo Mieli, Marcello Sorgi, ed ancora storici, scrittori, filosofi, insomma gente che pensa. Nel Polo si è insinuato il dubbio: questo Fiumefreddo non sarà mica un comunista cammuffato, un infiltrato che prepara il ritorno
di Enzo Bianco e del centro-sinistra? Ora Fiumefreddo dichiara con un sospiro di sollievo: "Me ne vado felice ed emozionato, non potevo stare un momento di più, la situazione era divenuta impossibile. Con coerenza chiedo a Umberto Scapagnini di liberare la città, dimettendosi. Di liberare Catania dal peso insopportabile delle tante bugie quotidiane che il sindaco non riesce a trattenere. E' incredibile la superficialità con la quale governa e dice di sì a tutti. Invito Scapagnini per il bene della città a tornare nel mondo della ricerca scientifica, dove forse potrà dare un contributo. Come uomo di governo è un disastro". Così a Catania, città storicamente tra le più vivaci sul piano cultural-teatrale dell'isola, è stato aperto da esponenti di Forza Italia che si definiscono "dell'utriani", un "caso cultura".
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Salvo Fallica