ROMA. Il cinquantenne Salvo Montalbano non è nemmeno sulla soglia
della pensione e già è diventato un classico della narrativa.
Le sue storie poi, non ne hanno nemmeno la metà di anni, eppure
sono già state catapultate nel Tempio della Letteratura. A dare
l'investitura al commissario più famoso d'Italia è l'uscita
di un volume della prestigiosa collana «I Meridiani» della
Mondadori.
In libreria il 29 ottobre prossimo, il volume, dal titolo «Storie
di Montalbano», raccoglie tutti i romanzi del commissario di Vigata
(pubblicati da Sellerio) scritti da Andrea Camilleri e 29 racconti, scelti
dall'autore, tratti dai tre libri pubblicati dalla stessa Mondadori. Si
tratta delle prime 1856 pagine (49 euro), cui seguiranno nel 2004 le almeno
altrettante del secondo volume della stessa collana, che comprenderà
l'altra produzione dello scrittore siciliano e che sarà intitolato
«Romanzi storici e civili». L'edizione, come tutti i libri
della stessa collana, è completa. Il volume, curato da Mauro Novelli,
ha a corredo delle opere di Andrea Camilleri una introduzione del professor
Nino Borsellino, una Cronologia di Antonio Franchini, una ricca Bibliografia
e un saggio dello stesso Novelli dal titolo L'Isola delle voci. Quest'ultimo
saggio approfondisce l'aspetto strutturale-linguistico dell'autore siciliano
descrivendo quel raffinato impasto di italiano-regionale che è uno
dei motivi della fedeltà dei lettori. Borsellino compie, invece,
nel suo «Camilleri gran tragediatore» un intelligente excursus
sull' intera opera dello scrittore di Porto Empedocle, e non soltanto alla
produzione di Montalbano. Particolarmente interessante è la Cronologia
di Franchini: per niente cruda e schematica, è invece una breve
storia in cui i fatti salienti suddivisi per anni, sono articolati in una
sorta di lungo racconto reso divertente da tantissimi aneddoti. Non ci
sono soltanto gli episodi pubblicati in La testa ci fa dire o La linea
della palma, i due libri-intervista su Camilleri, ma anche aneddoti inediti.
Come la mezza pagina ritagliata dal quotidiano «Il Tempo» che
l'autore ha in bella mostra nel suo studio, dove è ben visibile
il titolo «Camilleri logico favorito». Lo scrittore la mostra
orgoglioso sebbene il ritaglio non sia della terza pagina ma di quella
del trotto e il pronostico non sia riferito a lui ma al cavallo che porta
il suo nome.
«Il giallo promosso a letteratura da quel genere di puro intrattenimento
che era una volta. Di certo, non una commercializzazione della collana».
Pacato e sintetico come sempre, Andrea Camilleri definisce così
il suo ingresso nella prestigiosa collana «I Meridiani» della
Mondadori, anticipando - e rispondendo - ad eventuali polemiche di quella
parte di intellighenzia che potrebbe storcere il naso davanti all'iniziativa.
«E' un' operazione di segno diverso - spiega l' autore siciliano
- da quello che si può pensare a prima vista. D' altra parte non
basterebbe il mio solo volume per applicare questa etichetta - prosegue
- Poi i saloni della critica e della recenzionistica italiana su di me
si sono già ampiamente espressi e non tutti sono francamente così
negativi nei miei riguardi». Bando alle polemiche, pensa che questo
volume rappresenti finalmente la consacrazione del giallo? «Una collana
come I Meridiani si apre con questo mio libro al romanzo giallo; però
devo ricordare che sono stati pubblicati in passato scrittori come Graham
Green che hanno una struttura certe volte giallo- spionistica. La concezione
del romanzo giallo in Italia - specifica il padre di Montalbano - non cambia
oggi e non cambia per questo. E' già cambiata, da quel livello di
paraletteratura che era, molto tempo fa».
Il giallo lettura popolare ma non populistica? «In Italia sta
accadendo quello che da tempo è accaduto in altri paesi: riuscire
a capire di più, ad esempio della multietnicità di Marsiglia,
dai romanzi polizieschi di Jean-Claude Izzo che non attraverso uno studio
specifico».