Il Resto
del Carlino, 6.2.2002
Italiani, ospiti d'onore molto polemici
PARIGI — Nonostante i tentativi placare le polemiche dopo le dichiarazioni
del 17 gennaio scorso del ministro della cultura francese Catherine Tasca
(«Non auspico che il presidente Berlusconi sieda al mio fianco all'inaugurazione»),
al Salone del Libro di Parigi, presentato ieri, la politica è tornata
in scena, stavolta con l'intervento dello scrittore Vincenzo Consolo che,
subito dopo la conferenza stampa, ha respinto "ufficialmente", anche a
nome dei colleghi Antonio Tabucchi e Andrea Camilleri, l'invito degli organizzatori
a far parte della delegazione italiana, anche se tutti e tre gli scrittori
parteciperanno alla manifestazione a titolo personale. «Non vogliamo
rappresentare il governo italiano — ha detto Consolo — perchè non
può esserci cultura in un Paese senza democrazia nè democrazia
senza cultura».
Consolo ha aggiunto di esser d'accordo con il ministro francese Tasca:
«Ha ragione, non si può stringere la mano a Berlusconi».
Immediata la risposta di Alain Elkann, consigliere del ministro alla
Cultura italiano Urbani: «Definisco incivili e antidemocratiche queste
dichiarazioni. Questi colleghi dovrebbero sapere che mettendo in discussione
la legittimità di un voto democratico finiscono per dimostrare un
atteggiamento antidemocratico». In difesa di Berlusconi e soprattutto
contro il ministro francese si è espresso anche Franco Zeffirelli:
«Madame Tasca non è degna di ricoprire la carica che le hanno
affidato. E' stata lei a scagliare la prima pietra». Zeffirelli ha
concluso definendo Consolo e gli altri «quattro scellerati».
Oltre allo scrittore siciliano, a Camilleri e a Tabucchi, tra coloro che
rifiutano di partecipare come «delegazione ufficiale», era
stato inserito anche Umberto Eco. Ma Michel Marian — delegato del ministero
della Cultura francese per il Salone — ha spiegato di non aver ricevuto
nessuna comunicazione in tal senso. Anche Gianni Vallardi — coordinatore
della presenza italiana e vicepresidente dell'Associazione italiana editori
— ha confermato: «So di Camilleri ma non certo di Umberto Eco».
Proprio Vallardi, poco prima, aveva provato a fronteggiare le affermazioni
della Tasca: «Come editore — aveva detto — auspico la presenza del
presidente del Consiglio, anche se non è certo che potrà
essere presente per motivi di agenda».