Ammettiamolo: stavolta ci è dispiaciuto, che il commissario Montalbano
abbia trovato il colpevole. Non perchè quel marito che aveva commissionato
a un killer da strapazzo l'assassinio della moglie ci stesse simpatico,
nè - ci mancherebbe - perchè consideriamo l'eliminazione
fisica della consorte un reato minore, allo stesso livello del falso in
bilancio. No, il fatto è che risolvendo il quarto e ultimo mistero
di questa serie autunnale, il poliziotto creato da Camilleri interrompe
il collegamento con il pubblico e se ne torna a Vigata a mangiare i suoi
arancini in santa pace. La mini-serie finisce qui, e nessuno sa quando
ci sarà la prossima.
Ecco, questo è un mistero televisivo, che meriterebbe un'indagine
del commissario Moantalbano (o forse del suo vice, Mimì Augello,
o magari dell'ispettore Fazio). Perchè una fiction cha ha avuto
un successo così travolgente, rivelando la voglia degli italiani
di gustarsi la sera un bel tv-movie sapientemente condito di ironia intelligente,
deve vivere solo per un mese? Quali colpe dobbiamo scontare, noi telespettatori,
per essere ogni volta puniti - dopo il piacere fugace e passeggero di quattro
episodi - con una lunga astinenza? E quali molle muovono i dirigenti della
Rai, se un commissario che vince tutte le gare Auditel viene mandato in
ferie alla quarta inchiesta?
Ci dicono che adesso Rai1, nella sua suprema magnanimità, manderà
in onda le repliche dei vecchi episodi. Li rivedremo con piacere - anche
se li ricordiamo perfettamente - per assaporare i dettagli che c'erano
sfuggiti. O anche solo per rivedere le strade di Montelusa, le piazze di
Vigata, o le spiagge di Levànza senza neanche una cicca per terra,
senza neppure una macchina in seconda fila, senza un solo clacson che suoni
al semaforo, insomma una Sicilia romantica che - come la Sicilia nevrotica
e spietata de "La Piovra" - è solo una rappresentazione letteraria
di una terra dove i commissari Montalbano convivono con i Tano Cariddi,
di un'isola a colori dove il nero della "Piovra" e il bianco di Camilleri
si fondono in cento tonalità di grigio quotidiano.
Però sappiamo già che quelle repliche saranno un surrogato
di ciò che vorremmo: una vera serie televisiva che ci regalasse
ogni lunedì (o martedì, o mercoledì, o sabato: sul
giorno si potrebbe trattare) un episodio del più anticonvenzionale
dei commissari e una cartolina color seppia da una Sicilia che - purtroppo
- esiste solo nel mondo virtuale di Salvo Montalbano. Ma forse chiediamo
troppo, a una tv che qualche volta sembra fatta su misura per l'agente
Catarella.
Sebastiano Messina