Il commissario Montalbano chiude in bellezza con quasi dieci milioni
di spettatori. Finita la nuova serie, da venerdì su Rai1 con "La
gita a Tindari" cominciano le repliche. Ma quale sarà il futuro
della fiction? Il produttore Carlo Degli Esposti, che con l'amica Elvira
Sellerio ha avuto l'intuizione di trasformare i romanzi di Camilleri in
film per la tv, è amareggiato: "Siamo nelle mani della Rai, aspetto
un interlocutore per discutere un progetto complessivo. Non so cosa succederà,
so che Camilleri ha già scritto un bellissimo romanzo". La fiction
è ferma: i produttori minacciano scioperi se il Cda Rai non nominerà
il nuovo responsabile (oggi il direttore generale Agostino Saccà
proporrà in Consiglio Antonio Ferraro); l'Anica, l'industria del
cinema, chiede subito la nomina e un piano di produzione.
- Degli Esposti, cosa sta succedendo in viale Mazzini?
E' tutto fermo. Da gennaio non ho contatti con nessuno. Mi piacerebbe
fare il mio lavoro, invece neanche dopo l'incredibile successo di Perlasca
si sono fatti vivi. Anzi: dopo la presentazione del film, mi hanno detto
che ero stato tagliato fuori dal budget 2002.
- Montalbano è considerato un fiore all'occhiello, possibile
che nessuno le abbia chiesto di mettere in cantiere i nuovi episodi?
Solo Max Gusberti, il dirigente con cui ho condiviso gli ultimi successi
della mia società, la Palomar.
- La censura non c'entra? Camilleri è di sinistra e non ne fa
mistero.
Ma no. E sul lavoro io non sono un uomo di sinistra, credo solo in
quello che faccio.
- Lei ha investito tutto nella fiction.
Sì, perche` fare fiction di qualità significa fare servizio
pubblico, far passare valori attraverso grandi storie. Se va di moda il
prodotto da guardare in mutande davanti alla tv, non ci sto. Preferisco
che la gente sia vestita, perchè credo ancora nel lavoro artigianale
- e Montalbano ne è un esempio -, per rispetto verso me stesso e
il pubblico. Il mio bilancio di quest'anno è un terzo rispetto all'anno
scorso: ho un'azienda da difendere.
[...]
Silvia Fumarola