Giornale di Brescia, 18.12.2002
Un percorso per chi ama rileggere il mondo, al di là dei grandi classici, attraverso le metafore della narrazione
Maturi esordienti e giovani di lungo corso
Ma questo Faletti è davvero mitico? Qualche titolo tra romanzi «alla moda» e nuovi valori
Camilleri tra Noè e Cecè
Latte e fole con Orengo e Pederiali
Maggiani e Pontiggia: vertigini
Riotta e Pansa Le cicatrici della storia

Non è che manchi Montalbano dagli scaffali natalizi, più semplicemente presenta sue storie già note in altre forme: dalla videocassetta al cd. Si fa strada invece il suo alter ego, l’altro commissario meno felicemente (ma non meno sagace) inventato da Andrea Camilleri: Cecè Collura. Le inchieste del commissario Collura (Libreria dell’Orso, 91 pagine, 7,20 euro) videro la luce la prima volta sulle pagine estive de «La Stampa». Non scalzeranno mai Montalbano. Di grande interesse è il volume dedicato all’altro filone seguito da Camilleri, quello teatrale. Con L’ombrello di Noè (conversazioni a cura di Roberto Scarpa, Rizzoli, pag. 325, 15 euro) si torna sui filoni cari: la scuola con Cecchi D’Amico, l’esperienza pluridecennale, il rapporto complesso con Pirandello. Per dire che il teatro rispetto alla vita è come l’ombrello con il quale Noè voleva ripararsi quando usciva per vedere s’era finito il diluvio.
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Claudio Baroni
 

Gazzetta di Modena, 20.12.2002
Delude il lavoro proposto al Comunale
Nell'opera di Camilleri il vero «fantasma» sembra proprio il libretto

MODENA. Da un racconto di Camilleri è l'opera che abbiam visto l'altro ieri. Un libretto di versi sciocchini che fa rider i piccini, con la musica di Marco Betta che rima fa con canzonetta.
Il lettore perdoni il delirio poetico ma era forte la tentazione di stringere in pochi versi da strapazzo alcune riflessioni su "Il fantasma nella cabina", che sarebbe un errore prendere troppo sul serio: questo divertissement, accaparrato da ben sette teatri, non vuole paragoni con l'opera, il musical nè l'operetta.
Si tratta più di una commedia con musiche di scena, parti cantate, ariosi, canzoni per un giallo da barzelletta: il siculo Cecè Collura, Vincenzo La Scola che si tocca i cabasisi, che fra un "minchia" e un "camurrìa" canta e recita la lingua di Camilleri, si imbarca per la prima volta in vita sua come commissario di bordo su una nave da crociera.
Gli ospiti sono un manipolo di figuri che sembrano in gita premio dopo terapie psichiatriche, intrattenuti da un attore da baraccone e una cantante da piano bar, asfissiati da una giornalista rosa e consolati da un comandante perfettino e un trio di impressionabili assistenti di bordo.
Il giallo è una finzione, basta gettar discredito sulla compagnia di navigazione e, a questo provvede, simulando una visione, un'attricetta attempata ormai in pensione.
Sul libretto alla "Sor Pampurio arcicontento" scritto da Rocco Mortelliti (anche nel ruolo dell'attore) si può sorridere per mezz'ora, conservare il buon'umore per il primo atto e assistere nel secondo alla grossolanità di interrompere l'interrogatorio chiarificatore fra Cecè e l'attrice, per una tutt'altro che sollazzante scenetta sul ponte.
Un gioco dicevamo, una "babbiata" direbbe Camilleri, a cui si sono prestati simpaticamente nomi popolari della lirica: la sempre bellissima Katia Ricciarelli-visionaria a pagamento, Luciana Serra- giornalista, opinionista, conformista e femminista, La Scola- Cecè, Fabio Previati-il Comandante.
Gradevole, melodiosa, da colonna sonora, la musica di Betta non li impegna a un granché, così i cantanti preferiscono fare gli attori come se i due ruoli fossero alternativi e non simultanei.
Problemi tecnici fanno gracchiare i microfoni e non li attutisce l'orchestra del Donizetti di Bergamo, comunque diretta con solida professionalità da Aldo Sisillo.
Ammirazione senza perplessità per l'allestimento di Italo Grassi che risolve, in economia ingegnosa, gli innumerevoli cambi a vista e propone con semplicità simboli che trasformano la scena nei molti luoghi della nave.
Non gremito ma affollato, il Comunale ha accolto lo spettacolo con applausi per tutti.
Claudia Paparella