Gazzetta del Sud,
8.2.2002
Camilleri: «Andrò a Parigi a spese mie per evitare incontri
molto spiacevoli»
Salone del libro e delle polemiche
Sgarbi accusa il ministro francese Tasca di «razzismo culturale»
Andrea Camilleri, «salute permettendo», verrà a Parigi
per il Salone del libro, ma a sue spese, in modo da non essere obbligato
a partecipare a manifestazioni di nessun genere, e per «evitare così
incontri molto spiacevoli». Lo ha dichiarato lo scrittore a «Le
monde», ribadendo inoltre le sue aspre critiche al governo Berlusconi.
«Avrei volentieri evitato, per amor di patria, di intervenire nelle
polemiche suscitate dalle dichiarazioni del ministro della Cultura, Catherine
Tasca», che ha detto di non auspicare la presenza del primo ministro
italiano all'inaugurazione del Salone, il 22 marzo. «Ma la lettura
di quel che Berlusconi ha detto a “Le Figaro” il 30 gennaio, prosegue Camilleri,
mi ha fatto cambiare parere. Il ministro ha espresso uno stato d'animo,
con sincerità e non per motivi diplomatici. Vorrei fare una domanda
ai miei compatrioti che si sono scandalizzati: vi siete scandalizzati anche
quando espressioni ancor più gravi sono state usate dai nostri ministri
a proposito dei loro colleghi belgi o francesi?». Si ha l'impressione
che gli intellettuali italiani siano piuttosto silenziosi sul primo ministro,
osserva l'intervistatore. «Non credo che al momento attuale lo siano,
risponde lo scrittore, potrei fare i nomi di Consolo, Tabucchi, Sanvitale
e tanti altri che si impegnano quasi quotidianamente. Io stesso continuo
a pubblicare interviste e articoli». «Da qualche settimana
– prosegue – in Italia gli scrittori, gli intellettuali e tutti quelli
che criticano l'attuale governo italiano sono scherniti e presentati come
ridicoli profeti di apocalisse. Qualche anno fa Umberto Eco ha scritto
“Apocalittici e integrati”. Se noi siamo apocalittici, loro sono integrati
(o muoiono dalla voglia di esserlo)». «Il malessere della popolazione,
dei magistrati, non è che il frutto della nostra immaginazione apocalittica,
si chiede, oppure il risultato tangibile dei primi mesi del governo Berlusconi?».
È disposto a pubblicare ancora per case editrici appartenenti a
Berlusconi? «Mondadori ha una tradizione tale, risponde lo scrittore,
che la questione del proprietario non è decisiva, ha pubblicato
anche uomini politici d'opposizione. Nel 1998 ha editato tre dei miei libri,
come Rizzoli e Sellerio, che resta il mio punto di riferimento. D'altronde,
in Italia, è quasi impossibile fare qualcosa, qualsiasi cosa, senza
imbattersi in una proprietà, totale o parziale, di Berlusconi».
Le monde pubblica anche, in un riquadro, una breve storiella già
nota in Italia che Camilleri ha dedicato a Berlusconi, «L'incorreggibile».
In un'intervista a «Liberation» Vittorio Sgarbi accusa Catherine
Tasca, ministro francese della Cultura, di «razzismo politico e culturale»
per il suo controverso auspicio che Silvio Berlusconi non venga a Parigi
a inaugurare la prossima edizione del Salone del Libro con l'Italia ospite
d'onore. «Posso comprendere – dice il sottosegretario ai Beni Culturali
– che politicamente Catherine Tasca auspichi di non incontrare Silvio Berlusconi
ma ciò non dovrebbe avere rapporto con il Salone del Libro».
«Non accetto lezioni dalla signora Tasca», puntualizza Sgarbi
dopo aver sottolineato che la scelta degli autori italiani invitati al
Salone (in calendario dal 22 al 27 marzo) non è stata fatta dal
governo Berlusconi ma dai librai e ad organizzare la presenza della Penisola
all'evento è Alain Elkann «che ha scritto una biografia di
Moravia, è figlio di un rabbino della comunità ebraica di
Parigi... e vota a sinistra». «Vorrei domandare alla signora
Tasca – incalza il
sottosegretario italiano – se a Parigi lei stringe la mano a Jacques
Chirac che non è né meglio né peggio di Berlusconi.
Sul piano ideologico, nei rapporti con la magistratura e persino sul piano
psicologico Berlusconi mi sembra il fratello di Chirac... È vero
che il conflitto di interesse è un'anomalia ma non è sufficiente
per rifiutarsi di stringere le mani a Berlusconi». Gli sembra che
esista «un clima retorico dove l'immagine del nostro governo è
deformata». Sgarbi ha ad ogni modo «l'impressione» che
il capo del governo italiano non verrà a Parigi per il Salone del
Libro, però «la presenza del governo italiano sarà
importante». «Ci saremo – ha precisato – io e il sottosegretario
Bono, così come il ministro dei Beni Culturali Giuliano Urbani.
Spenderemo 1,55 milioni di euro per l'evento». Rispondendo ad una
domanda Sgarbi ha anche negato con forza che Berlusconi sia in qualche
modo un pericolo per la cultura. E a questo proposito ha sottolineato che
al presidente del Consiglio fa capo anche l'Einaudi – «la principale
casa editrice di sinistra» – e al ministero della Cultura nessuno
è stato cacciato malgrado «il 90% dei responsabili siano vicini
alla sinistra».
Marco Neri