L´ultimo libro di Santo Piazzese "Il soffio della valanga" suggerisce
alcune considerazioni sugli scrittori siciliani odierni. Dico subito che
quest´ultima fatica di Piazzese è ancora più convincente
del suo giallo d´esordio "I delitti di via Medina Sidonia". Nel "Soffio"
la scrittura di Piazzese ha acquistato una linearità e una freschezza
che consentono una sua maggiore godibilità. Ma non è di questo
che vorrei parlare. Quanto del fatto che Piazzese, a me sembra, sia diventato
il punto più alto di una produzione letteraria "made in Sicily"
che ha instaurato un rapporto inscindibile con il genere "noir", meglio
con il giallo. Anche se si tratta di un giallo molto particolare, per cosi
dire territorializzato, legato cioè solo a contesti panormiti o
sicilioti, fenomeno probabilmente stimolato dalle fortune editoriali e
televisive del commissario Montalbano di Andrea Camilleri. Il "giallo alla
siciliana", insomma. Qualcosa di simile accadde nel cinema con i "western
all´italiana", un tentativo riuscito di innescare su un genere importato
dagli Usa stili recitativi e modelli produttivi tipicamente italiani. La
stessa cosa stanno facendo, su per giù, Piazzese e altri autori
(non a caso tutti editi da Sellerio) come Gian Mauro Costa che nel suo
"Yesterday" combina brillantemente situazioni solo in apparenza scollegate:
i Beatles, Palermo, la generazione del Sessantotto, le paturnie borghesi,
il cinema, la mafia, il mondo universitario.
Il giallo alla siciliana è davvero stimolante e creativo. Ma
mi chiedo: cosa c´entrano i "giallisti "con la grande tradizione
letteraria siciliana, che c´entrano con Verga e De Roberto, con Sciascia,
con Bufalino e con Consolo, e anche con gli scrittori del gruppo 63, con
Perriera e con Testa? Sono in qualche modo figli di questa altissima tradizione
o a essa non si collegano affatto? Domande legittime, anche per i non addetti
ai lavori, per i semplici lettori come me, sino ad oggi abituati a trovare
nei libri dei grandi scrittori siciliani la Sicilia come problema o come
"metafora del mondo". Nel "giallismo alla siciliana", credo, l´isola
è solo un contesto, anzi un pretesto, uno scenario entro cui si
snodano storie certamente avvincenti, ma forse prive di quella problematicità
che ha caratterizzato la letteratura siciliana, anche quella d´avanguardia,
in tutto l´arco del secolo scorso. Discuterne è di estrema
importanza. La Sicilia, infatti, è oggi un bacino straordinario
di talenti letterari che possono costituire il sale di una auspicabile
e necessaria rinascita della cultura siciliana.
Nuccio Vara