Corriere della sera,
13.2.2002
Lettere al Corriere
La scelta di Camilleri
Caro Mieli, lo scrittore Camilleri si rifiuta di andare a Parigi in
occasione dell’Inaugurazione del Salone del Libro. Dice, in sostanza, che
non gli piace Berlusconi e che non vuole aver niente a che fare con tutto
ciò che lo riguarda. Però, in un’intevista di un po’ di tempo
fa, disse che la sua fortuna iniziò quando Costanzo lo chiamò
a Canale 5 (televisione di Berlusconi) e poté così pubblicizzare
i suoi libri pubblicati dalla Mondatori (casa editrice di Berlusconi) e
poi vendere alla televisione il personaggio del commissario Montalbano,
ecc. Questi intellettuali che in un bellissimo (e coraggioso, di questi
tempi) articolo Galli Della Loggia ha definito «duri e puri»,
saranno forse duri, ma puri proprio non direi.
Licia Corbellini, licia.corbellini@libero.it
Corriere della sera,
15.2.2002
Lettere al Corriere
CAMILLERI. I luoghi comuni
Caro Mieli, vorrei intervenire sul controverso «affaire»
del Salone del Libro di Parigi, traendo spunto da una lettera, a mio parere,
altamente rappresentativa della mentalità dominante tra la cosiddetta
maggioranza del Paese. Ebbene, Camilleri viene tacciato di ingrato e comodo
doppiogiochismo: da un lato, lo scrittore mostra ostilità verso
Berlusconi e, dall'altro, pubblica libri con la Mondadori. Ora tale lettera
esemplifica la logica semplicistica e furbescamente raffazzonata di chi
pensa ormai solo attraverso i rudimentali luoghi comuni della propaganda
filogovernativa. Infatti, a parte il fatto che il Cavaliere non pubblica
per filantropia e che la sua casa editrice incassa con i libri di Camilleri
molto più di quanto potrebbe incassare con tutta la produzione dei
celebri intellettuali di destra, l'implicito quesito si potrebbe facilmente
rovesciare: perché non è la Mondadori a rescindere il contratto
con il comunista Camilleri? Si crede davvero che Camilleri faticherebbe
a trovare altri editori, anche di sinistra, felici di accoglierlo di nuovo
tra i duri e (finalmente) anche puri, come la lettrice s'immagina?
Roberto Mulinacci