Corriere lavoro,
15.2.2002
"Il mo esordio? La vigilia della pensione"
Professione scrittore - La storia di Andrea Camilleri
Andrea Camilleri è l'inventore del "commissario Montalbano":
l'eroe dei romanzi polizieschi che svettano in cima alle classifiche. E'
anche l'autore di appassionanti storie ottocentesche ambientate in Sicilia.
"Il re di Girgenti", l'ultimo, è ormai alla sua quinta ristampa.
A settant'anni suonati, il "caso letterario" del momento, non fa che ripetere
che il più stupito di questo successo tardivo è proprio lui.
"Da ragazzo scrivevo poesie. Le avevo mandate ad Alba De Cespedes e
a Ungaretti ed erano state pubblicate nella collana "Specchio" della Mondadori.
E scrivevo anche racconti: uscivano periodicamente sul quotidiano L'Ora
di Palermo.
Leggevo come un forsennato e, negli anni del dopoguerra, per avere
un libro tra le mani, non rimaneva che andare in biblioteca. La prima "medaglia"?
A 23 anni. Ho vinto il premio Firenze per una commedia. E Silvio D'Amico,
presidente di giuria e direttore dell'Accademia d'arte drammatica di Roma,
mi ha invitato a fare il concorso per regista: per uno studente squattrinato
come me era l'unica chance per andare in continente e autofinanziarmi con
la borsa di studio. Sono stato ammesso al corso: ero l'unico allievo. I
progetti che covavo, in realtà, non puntavano sul teatro. Volevo
scrivere romanzi, pubblicare, farmi conoscere. Il mio maestro di regia,
però, è riuscito miracolosamente a dirottare il mio cervello
dalla letteratura al teatro. E la "parentesi" è durata trent'anni.
Ho lavorato, infatti, come regista e sceneggiatore, ma non ho mai smesso
di tessere la tela con la narrativa. L'esordio come scrittore? Nel '78,
alla vigilia della pensione. E ho peregrinato per dieci anni da un editore
all'altro prima che la "Lalli" di Firenze dicesse sì al mio primo
romanzo. Non è stato un successo e nel 1980 ho ritentato con "Un
filo di fumo" perché ero riuscito a farlo leggere a Gina Lagorio
e mi aveva incoraggiato. Prima di arrivare al "commissario Montalbano"
ho fatto ancora tanta gavetta e ho dovuto aspettare altri dieci anni."