Giornale di Sicilia, 6.3.2002
Il commissario s'innamora della lirica e canta a Bergamo come Montalbano
PALERMO. Ma come si fa a cantare alla maniera di Montalbano? La domanda
è lecita, addirittura scontata a scorrere il nuovo progetto che
coinvolge un racconto di Andrea Camilleri. Il fantasma nella cabina - che
diventa un'opera lirica con debutto in dicembre a Bergamo - racconta di
un commissario di bordo che, durante una crociera, si trova alle prese
con un'agitata signora, sicura di aver visto un fantasma. Nei panni del
commissario Cecè Collura ci sarà il tenore palermitano Vincenzo
La Scola, Luciana Serra sarà la signora inviperita; alle musiche
sta lavorando Marco Betta, al libretto Rocco Mortelliti, in stretta collaborazione
con Camilleri. Sul podio, Fabrizio Carminati.
"Certo, sarà un libretto particolare - confessa La Scola, in
partenza per il Giappone con Tosca, quindi a Firenze per il Maggio con
Simon Boccanegra diretto da Abbado, poi a Chicago e Parigi -, in quell'italiano
miscelato con frequenti richiami alla lingua di Camilleri. Cecè
parlerà come Montalbano".
E i puristi?
"Guardi che si tratta di un libretto accattivante, di certo diverso
da altri esempi. Se, come credono in parecchi, l'opera tradizionale finisce
con Puccini, allora bisogna convincersi che dallo stesso punto parte l'opera
contemporanea e la strada per uscire dalla regola che vuole la musica d'oggi
scarsamente melodica. E' anche vero che finora le note hanno rispecchiato
il caos della vita moderna".
Per "Il fantasma nella cabina" è diverso?
"Marco Betta è un melodico di oggi ed è congeniale ad
un racconto che si dipana come un film. Manterrà il suo stile, d'altronde
già messo alla prova nelle colonne sonore. Sono convito che l'opera
debba aiutare a sognare, la gente non deve andar via a metà spettacolo
perchè non tollera la cacofonia. La melodia mette tutti d'accordo
e un'opera del genere, anche per i nomi che ha alle spalle, può
attirare un pubblico diverso, non di soli melomani. E, pensate che bello,
nessuno si aspetterà quel finale!".
Betta è anche un estimatore della vocalità.
"Ci affidiamo l'uno all'altro, confidando nella comune sicilianità
e autoironia".
Servono?
"Cecè Collura è una scelta caratteriale, anche se non
è conosciuto come Montalbano ed io posso immaginarlo come meglio
credo".
Alla Maigret?
"Magari con la pipa. La stazza comunque c'è".
Non teme il debutto proprio a Bergamo?
"Camilleri non scrive solo per il Sud, Montalbano è di tutti.
Sbaglia chi crede il contrario, come coloro che scelgono Nabucco come inno
senza ricordare che è il canto dei perdenti e degli esiliati, e
non dei vittoriosi".
La sua passione per Mario Lanza, il cantante, protagonista di molti
film, scomparso negli anni '50?
"Gli dedicherò un recital, quest'estate, e sarà il mio
debutto al Teatro di Verdura. Io la penso come Toscanini, all'aperto si
gioca soltanto a bocce, ma non ho voluto rinunciare ad un excursus canoro
di Lanza, dal grande schermo alla lirica. Sarà un contributo al
musical che sto scrivendo con Massimo Bizzarri e Giuseppe Marcucci: "Il
Caruso americano" diventerà un film, le major sono interessate.
D'altro canto Lanza è ancora molto amato negli States, ogni sua
raccolta va a ruba".
Lei ha un segreto, meglio, un suo sogno...
"Sono testimonial di un progetto che mira alla costruzione a Mogadiscio
di un ospedale e un laboratorio per curare le mamme malate di Aids. Il
progetto nasce a Terni, nella comunità di S.Egidio, dove quindici
amministrazioni della regione hanno raccolto una bella somma. Vorrei chiedere
al sindaco di Palermo di destinare l'1 per mille del bilancio del Comune,
e al Presidente della Regione di sensibilizzare le altre amministrazioni
della Sicilia: insieme potremmo fare molto e a dicembre potrebbe nascere
già il primo blocco dell'ospedale".
Simonetta Trovato