La Repubblica, 11.3.2002
L´ULTIMA PAROLA Un convegno a Palermo sulla lingua dello scrittore
Uno stile canagliesco per tradurre Camilleri in America
Elvira Sellerio nel costruire il convegno di due giorni dedicato al
caso Camilleri che si è appena concluso a Palermo, ha pensato bene
di dare largo spazio ai traduttori perché Camilleri, nonostante
il taglio fortemente siciliano delle sue storie, è un caso internazionale,
anche se la diffusione della sua opera è ancora diseguale. Solo
ora, ha detto per esempio il traduttore americano, Stephen Sartarelli,
arriva al pubblico statunitense il commissario Montalbano e se avrà
successo verranno tradotti anche gli altri romanzi.
Ma come tradurre il siciliano in inglese? In America non vi sono veri
dialetti, ammesso che sia lecito usarli. C´era la possibilità
di scegliere un gergo tipico degli italoamericani e che come tale ha una
sua popolarità, ma sarebbe stato un tradimento troppo forte, una
volgarizzazione dell´originale. Così il traduttore, che tra
l´altro sta lavorando da vent´anni alla versione inglese di
Horcynus Orca di D´Arrigo, ha cercato di riprodurre la lingua di
Camilleri, magari mantenendo alla lettera qualche espressione idiomatica.
La traduttrice francese, Dominique Vittoz, ha raccontato che in Francia
le parlate regionali vengono per tradizione considerate inferiori al francese
parigino e dunque letterariamente impraticabili. Eppure,in questo caso,
e andando controcorrente, è a quel sostrato che ha dovuto rivolgersi
per cercare di rendere un po´ di "colore locale" che appunto suonasse
tale all´orecchio dei francesi.
Anche il traduttore tedesco, Moshe Kahn, ha rinunciato ad usare un
dialetto tedesco come equivalente del siciliano mentre in diversi casi
ha usato un tedesco arcaico per tradurre l´italiano arcaico di certe
espressioni burocratiche.
I traduttori non sono soltanto dei traghettatori di cultura. Spesso
il loro è un lavoro veramente eroico: sono oscuri scrittori-supplenti
notava Marcello Sorgi. Quando non sono scrittori tout-court. Per tradurre
Steinbeck, Pavese si attribuiva ampia libertà in "stile canagliesco".