Giornale di Sicilia, 16.3.2002
Racalmuto, riapre il teatro caro a Sciascia
A Camilleri proposta la direzione

RACALMUTO. "Il teatro aveva una platea di centoventi posti, due file di palchi, un loggione comunemente detto piccionaia (quando si voleva italianizzare la voce palummaru). (...) per il cinema il prezzo diventò unico (...): ma gli artigiani continuarono ad andare in platea, la piccola borghesia impiegatizia e le donne nei palchi, minatori e contadini in loggione". Così scriveva Leonardo Sciascia in "C'era una volta il cinema", ricordando il "suo" teatro, quel gioiello di Racalmuto disegnato a fine '800 da Dioniso Sciascia (nessuna parentela), allievo dei Basile. Lo scrittore aveva a cuore la riapertura della sala, spese il suo nome per ottenere i permessi della Sovrintendenza (allora a Palermo); oggi un altro scrittore - legato a Sciascia da un filo doppio, un nodo stretto e sereno - ne dovrebbe accogliere l'eredità e assumerne la direzione artistica: Andrea Camilleri scioglierà domani la riserva ma pare entusiasta della proposta che accelererà la riapertura del "Regina Margherita" già prevista a breve. In questo ambito domani alle 17 a Racalmuto, si svolgerà "Idee per un teatro", un seminario organizzato dall'editoriale "Malgrado Tutto", con interventi del presidente della Regione Totò Cuffaro, dell'assessore al Beni culturali Fabio Granata, del presidente della Provincia di Agrigento Vincenzo Fontana, del sindaco di Racalmuto Salvatore Petrotto, della sovrintendente Graziella Fiorentini e del direttore della Fondazione Sciascia Antonio Di Grado. Quindi, una tavola rotonda coordinata dal giornalista del TG5 Gaetano Savatteri, a cui interverranno il regista Giuseppe Di Pasquale, l'architetto Antonio Foscari, il direttore dello Stabile di Catania Orazio Torrisi, il presidente del Vittorio Emanuele di Messina Pompeo Oliva e il sovrintendente del Massimo di Palermo Francesco Giambrone. Mariella Lo Giudice leggerà brani teatrali e Pietro Tulumello proietterà il video "Scene da un teatro". "Potrebbe diventare un appuntamento fisso per interrogarsi sul futuro dei teatri in Sicilia - spiega Savatteri - e sulle prospettive di una piccola sala di provincia che non possiede grandi risorse. Unica possibilità, in questo caso, l'intervento degli enti pubblici e l'inserimento nel circuito di spettacoli degli Stabili". Nel 1875 il teatro "Regina Margherita" di Racalmuto costa 100.000 lire, e nasce sulle ceneri di un convento di clausura: scelta anticlericale per eccellenza, rispecchia il Teatro Massimo palermitano con i suoi due ordini di palchi e la platea, 350 posti in tutto. Nel dopoguerra verrà trasformato in cinema (e Sciascia narra di serate passate nel palco centrale, detto "del podestà", a fianco della cabina di proiezione, e di "razzie" di fotogrammi di pellicola abbandonati), nel '59 chiuderà per inagibilità. "Avevo appena realizzato l'anfiteatro di Pollina - racconta Antonio Foscari, l'architetto incaricato nell'84 del recupero -, quando mi telefonò Sciascia per parlarmi del "Regina Margherita". Mi confidò il suo desiderio di rimettere in funzione il teatro in cui aveva imparato ad amare l'arte. Sapeva già di star male, ma mi accompagnava lo stesso nei diversi uffici per ottenere i permessi per il restauro, voleva mostrare il suo interesse. Con molta fatica iniziammo, in seguito un contenzioso tra le due sovrintendenze, Agrigento e Palermo, bloccò i lavori che oggi sono completati". Un palcoscenico dove razzolavano le galline del custode... "I teatri invecchiano stranamente - continua Foscari -, non riescono mai a morire, sono macchine talmente predisposte per la loro funzione che l'abbandono non è mai definitivo, offre sempre un'ultima possibilità di lettura".
Simonetta Trovato