Manipulite, 19.3.2002
La primavera dei movimenti
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Quando i giornalisti stranieri mi chiedono perché odio Berlusconi, io mi trovo in imbarazzo. Non so spiegargli perché mi ritrovo, da vecchio, a fare girotondi invece che passeggiate. Io a loro non posso dirgli che sono comunista fin da bambino, e che l’idea di democrazia me la sono costruita con fatica, e questa non è una democrazia. Mi chiedono: teme un governo fascista? No. E allora che teme? Il problema è che non lo sappiamo: che cosa sono questi, questo è il problema. E non lo sappiamo perché dentro c’è un po’ di tutto. Ma la verità è che non ne posso più di svegliarmi la mattina e di sentire di un governo che ci offende, noi comunisti; ci offende come cittadini. Di qua, tutti male. Di là, il popolo dell’amore. Ma dopo averci offesi, ci minaccia. E, peggio ancora, ci ricatta. E sfrutta in modo ignobile una manifestazione come quella del Palavobis. I servizi segreti si sono mobilitati per le manifestazioni dei sindacati; Scajola di fronte a 300 bambini immigrati parla di emergenza… C’è qualcosa che non va. E quando questa gente parla di emergenza, datemi retta, c’è da stare attenti… Le avvisaglie del regime ci sono tutte. E per questo è stato importantissimo, per tutti noi, sapere che ci siamo. Ma – ancora più importante – una cosa semplicissima: teniamoci in contatto.
Andrea Camilleri